Regole e divieti per la micromobilità: marciapiedi, casco, limiti di velocità
Il 2019 è stato l’anno che ha sancito un passo avanti per il riconoscimento giuridico della micromobilità in Italia. I monopattini elettrici – sperimentati tra mille difficoltà attraverso i servizi in sharing – sono stati equiparati alle biciclette. Il 2020 potrebbe diventare il primo anno in cui questi mezzi green iniziano a diffondersi anche grazie al bonus mobilità appena varato dal Governo. Per chi dunque ha già comprato o ha intenzione di acquistare un monopattino per i propri spostamenti quotidiani ecco una semplice guida all’utilizzo in città con quello che si può fare e quello che non si può fare.
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Monopattino: ciclabili e strade
La convivenza tra biciclette e monopattini non è sempre facile nelle nostre città, soprattutto perché sono poche le infrastrutture bike friendly davvero adatte ad accogliere molti utenti. Chi guida un monopattino elettrico può circolare sia sulla piste ciclabili sia sulle strade urbane dove il limite di velocità è fissato a 50 km/h. Se nel proprio comune l’amministrazione ha pubblicato una delibera che favorisce l’utilizzo di questi mezzi, è possibile spostarsi anche all’interno di aree pedonali dove però bisogna mantenere una velocità massima di 6 km/h.
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Come per la bicicletta non c’è l’obbligo di indossare il casco. Chi si sposta in monopattino non può circolare sui marciapiedi e, di notte, deve indossare un giubbotto catarifrangente e accendere le luci. Tutte queste norme non valgono soltanto per chi ha deciso di convertirsi alla micromobilità acquistando un mezzo: divieti e permessi sono validi anche per chi invece punta ad abbonarsi a uno dei tanti servizi in sharing attivi in molte città, dove il numero dei cosiddetti utenti attivi della strada è in aumento anche alla luce di un trasporto pubblico depotenziato.