Rosolino e Isidoro hanno creato la prima miscela di caffè interamente italiana. Tuttora è in una fase sperimentale, ma il progetto dei due è ambizioso
Nasce il primo caffè interamente italiano. Sembra strano a dirsi, perché siamo abituati a sentir parlare di caffè brasiliano, colombiano, indonesiano e invece tra poco ci sarà anche quello siculo al 100%. A dar vita a questo azzardo il coraggio di Rosolino Palazzolo e Isidoro Stellino: due siciliani doc. L’idea è di Rosolino, agricoltore specializzato nella coltivazione di frutti tropicali che ha colto una vera e propria sfida.
L’idea di un caffè tutto italiano
“Avevo già delle piante di caffè (a Terrasini, in provincia di Palermo), perché produco frutti tropicali. Però non le sfruttavo”, ha raccontato a StartupItalia! Rosolino. “Tutti mi dicevano che in Sicilia il caffè non si può fare. Ci hanno provato grosse torrefazioni senza riuscirvi. Questa cosa per me è stata di grande stimolo e, così, ho tentato. Mi sono messo d’impegno per poter far fiorire le piante. Ogni tanto spuntava qualche fiore però non si apriva. Non c’erano le condizioni climatiche ideali per far che potessero aprirsi. Poi ho studiato un po’ l’argomento: l’ambientazione della pianta, i Paesi di origine, il clima e così ho ricreato in serra lo stesso microclima. D’inverno il freddo danneggia le piantagioni”.
La fase di sperimentazione
Non si può parlare di una vera e propria startup. Per ora ci sono solo Isidoro e Rosolino ad occuparsi del caffè. Si tratta di una fase di sperimentazione in cui ci sono stati due raccolti.
“Conoscevo Isidoro la cui famiglia si occupa di torrefazione da cinque generazioni. Produce anche cioccolato importando le fave di cacao. Gli ho esposto il mio piano e lui ha accettato. Il primo caffè che abbiamo assaggiato era buonissimo. È di qualità arabica. Il suo aroma rimane in bocca per due ore. Per ora non abbiamo grosse quantità perché siamo in fase sperimentale”.
Si punta in alto
Ma i progetti sono ambiziosi e il primato da produttori di caffè made in Italy è alle porte e con esso pure l’avvio della startup. “Stiamo già pensando di metterlo in commercio. A livello locale solo una parte, ma puntiamo soprattutto a un prodotto di qualità e di livello nazionale. Isidoro sta facendo delle prove per quanto riguarda la torrefazione. Avere la possibilità di lavorare il prodotto sin dall’inizio è molto importante. Quando è di importazione, il chicco, è già semilavorato e fermentato. In questo caso, invece, puoi farlo fermentare quanto vuoi tu. Lo gestisci tu. È un prodotto siciliano con il sole siciliano”.
Per far ciò ci vuole tanta passione e dedizione. Le piantagioni vanno curate quotidianamente. E non ci sono sabati e domeniche che tengano. È un lavoro lungo e faticoso, ma Rosolino ha l’entusiasmo e la determinazione di chi vuole raggiungere i propri obiettivi e fare la differenza, nonostante in pochi avrebbero scommesso sul suo caffè, che non vediamo l’ora di assaggiare.