I giudici hanno rinviato tutto al 28 gennaio. Congelata fino ad allora la partenza dello sharing per non danneggiare Lime, la ricorrente esclusa dal bando, che si è già detta pronta a ritirare il ricorso se il Comune torna sui suoi passi
È finita a carte bollate. E non poteva essere altrimenti. Perché il debutto dello sharing dei monopattini a Milano più che un percorso a ostacoli si è rivelato una vera e propria odissea, che StartupItalia ha seguito da vicino. L’ultimo inciampo il ricorso presentato da Lime, una delle società escluse dal bando del Comune, che ha prontamente fatto ricorso al Tar.
Ma per problemi di notifica, i giudici amministrativi hanno deciso di rinviare tutto al 28 gennaio. Nel frattempo, dunque, il debutto è stato congelato: avviare la sperimentazione del servizio sharing finirebbe col danneggiare Lime, annullando di fatto le ragioni per cui ha deciso di impugnare di fronte al Tar il bando del Comune. Bando che ha invece selezionato Bit Mobility, Helbiz Italia e Wind Mobility.
Il tribunale amministrativo, infatti, sottolineando che «non sussiste, nelle more della decisione collegiale, un pregiudizio per l’amministrazione», ha voluto tutelare la ricorrente in quanto «l’attivazione del servizio da parte degli operatori individuati pregiudicherebbe in modo irreversibile la posizione» di Lime. Monopattini insomma ancora fermi, lontani dalle strade e dal via.
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Da parte sua, la società americana rimasta esclusa dalla gara prova a tendere la mano a Palazzo Marino, dicendosi pronta a fare coriandoli del proprio ricorso se l’amministrazione comunale cambierà il bando.
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Si tratta solo dell’ultimo passaggio di un supplizio, per le realtà e le startup dei monopattini in sharing, iniziato oltre un anno fa, con ripetute suppliche indirizzate al Ministero delle Infrastrutture affinché regolamentasse la posizione dei mezzi elettrici all’interno del Codice della Strada. Quando finalmente verrà avviato il servizio, per le strade di Milano i cittadini potranno trovare fino a 2.250 monopattini elettrici in sharing, come avviene da anni già nei più grandi Paesi europei. Altrove, però, i disservizi non sono mancati, come testimoniano le vicissitudini parigine, quindi l’odissea del monopattino potrebbe essere solo agli inizi.