Secondo i progettisti, Gioia 22 sarà un edificio talmente ecosostenibile da ridurre la CO2 “come 10 ettari di bosco”
Per i milanesi la forma peculiare di Gioia 22, il nuovo grattacielo del quartiere Porta Nuova, non è certo più una novità. Mese dopo mese ne hanno seguito la crescita, come migliaia di “umarell” (del resto, date le dimensioni è impossibile non notarne il cantiere). Anzi, la sua sagoma è divenuta così famigliare che i cittadini lo hanno ribattezzato Scheggia di vetro per via della forma sbilenca. L’edificio sarà inaugurato quest’anno e non sorprenderà solo per la foggia.
© Coima SGR
Leggi anche: Norvegese e altissima: è la Mjøsa Tower. Il grattacielo in legno dei record
I numeri di Scheggia di vetro
Già, perché Gioia 22 – noi però preferiamo il nomignolo affettuoso che si è guadagnato – promette di essere un gigante verde. Come fanno sapere da Coima SGR (società gestita da Manfredi Catella, Gabriele Bonfiglioli, Matteo Ravà che coordina il progetto in qualità di investment e asset manager per conto dell’investitore Abu Dhabi Investment Authorit), Scheggia di vetro, con i suoi 26 piani su 120 metri e 4 piani interrati (per una superficie lorda totale di 68.432 metri quadri), avrà “inediti standard di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale”.
© Coima SGR
Leggi anche: Milano pianta 3 milioni di alberi. Enel e Snam a sostegno del Fondo ForestaMi
Scheggia di vetro avrà infatti oltre 6.000 metri quadri di pannelli fotovoltaici che consentiranno “una riduzione del fabbisogno energetico del 75% rispetto alle più recenti torri direzionali presenti a Milano”.
La riduzione annua di emissioni di anidride carbonica realizzata da Gioia 22 rispetto al precedente edificio (l’ex sede dell’INPS di Via Melchiorre Gioia 22, uno stabile del 1961 di diciotto piani fuori terra e tre interrati che aveva una superficie complessiva di 40.000 metri quadri) sarà pari a 2.260 tonnellate, una quantità che equivale – fanno sapere – all’assorbimento di CO2 attribuibile a circa 10 ettari di bosco. Ovvero 4.500 alberi.
Leggi anche: Norvegia, il ponte green è tech, visionario e opera d’arte
© Coima SGR
E poi naturalmente c’è la forma bizzarra di Scheggia di vetro, che lo rende accattivante anche dal punto di vista estetico. Il futuristico Gioia 22 avrà infatti una silhouette davvero particolare che, ha detto Gregg Jones, principal di Pelli Clarke Pelli Architects, è dovuta non solo alla volontà di distinguersi rispetto agli altri edifici che oggi caratterizzano lo skyline meneghino, ma anche “alla esigenza di ottimizzazione della luce e dell’energia solare”.
© Coima SGR