Niente più plastica negli stabilimenti della Toscana. E da settembre sparirà anche dalle mense e dagli uffici della PA
In Toscana, novecento stabilimenti balneari sono pronti a dire addio alla plastica, facendo della regione la prima in Italia non solo a eseguire i dettami della recente direttiva europea ma persino ad anticiparla.
Plastic free in tempo per l’estate
La scelta temporale non è casuale: la Regione, in collaborazione con i Comuni del litorale, gli esercenti e i proprietari degli stabilimenti balneari, ha deciso di bandire la plastica per la stagione estiva perché è in quel periodo che, complice l’afflusso dei turisti, si verifica il maggior impatto ambientale.
Cosa accadrà in Toscana
Dai confini con la Liguria fino alla Maremma non si potranno più trovare in vendita piatti, bicchieri, cannucce e posate monouso. I negozi della Toscana potranno smaltire le scorte già acquistate, per poi passare a prodotti biodegradabili o biocompostabili. Pena multe salate, anche se – dato l’entusiasmo di tutti gli aderenti all’intesa – per una volta sembra che si sia trovato l’accordo tra il mondo del terziario e la pubblica amministrazione.
Anche le scuole saranno plastic free
E quando la stagione estiva sarà archiviata, la Toscana entrerà nella “fase 2” del proprio percorso volto a eliminare definitivamente la plastica. Da settembre infatti anche la PA, le mense, gli uffici della Regione, le agenzie, i Comuni e i dipartimenti del Servizio sanitario diranno addio alla plastica monouso, affidandosi alle versioni biodegradabili.
Una regione già colpita dalle microplastiche
Del resto, proprio la Toscana risulta afflitta dal problema dell’inquinamento da microplastiche. Lo scorso anno, una ricerca del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa coordinata dal professore Valter Castelvetro che aveva analizzato campioni di sabbia raccolti nei pressi delle foci dei fumi Arno e Serchio, aveva dimostrato il fatto che ci siano ormai notevoli quantità di materiale polimerico parzialmente degradato, fino a 5-10 grammi per metro quadro di spiaggia, derivante per lo più da imballaggi e da oggetti monouso abbandonati in loco, ma in prevalenza portati dal mare.
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Polvere di rasoi usa e getta e contenitori di CD
In quell’occasione, i ricercatori avevano trovato frammenti infinitesimali di poliolefine, di cui sono fatti ad esempio gran parte degli imballaggi alimentari, e di polistirene, una plastica rigida ed economica usata anche per i contenitori dei CD o i rasoi usa e getta. Questi residui variamente degradati sono stati ritrovati in quantità diversa a seconda della distanza dal mare, più concentrati nella zona interna e dunale per effetto della progressiva accumulazione rispetto alla linea della battigia. Con l’iniziativa presa dalla Toscana si spera di contribuire a ridurre il problema. Ma per avere un impatto positivo sull’ambiente tutte le altre regioni italiane dovrebbero seguire a ruota l’esempio toscano.