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Grazie a Get it!, le tre giovani imprenditrici stanno mettendo a punto corsi e workshop per preparare al meglio gli operatori turistici e alberghieri
TrackAbility (qui la pagina Facebook) è nata nel 2017 da tre giovani della provincia di Bari esperte in turismo accessibile: Angela Squicciarini (founder e CEO), Pia Fanelli (founder e COO) e Lucia Carbonara (CTO). La mission: validare e verificare l’accessibilità delle strutture ricettive pugliesi per completare l’offerta turistica della propria terra, lacunosa di servizi fruibili da tutti. L’obiettivo del giovane team rosa è quello di realizzare un percorso per fare in modo che le strutture ricettive, in primis, si adeguino a bisogni specifici non solo abbattendo barriere architettoniche, ma anche stereotipi e pregiudizi.
Cos’è TrackAbility
Dopo la vittoria del bando PIN – Pugliesi Innovativi, della Regione Puglia, le tre giovani hanno realizzato la piattaforma di TrackAbility, al momento in fase di revisione. “Stiamo cambiando il nostro modello di business – rivela a StartupItalia la CEO, Angela Squicciarini – ci stiamo focalizzando principalmente sulla formazione, investendo in corsi per operatori che saranno i futuri certificatori delle strutture che andremo a visitare”.
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A seguito della partecipazione al percorso di accelerazione Get it!, programma di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore in collaborazione con Cariplo Factory, le tre imprenditrici hanno deciso di concentrarsi proprio sulla preparazione dei professionisti di questo settore, con l’avvio, in aprile, di workshop, corsi online e in aula. “Quello che vogliamo sviluppare sono percorsi che formino gli operatori che andranno a vagliare hotel e ristoranti. Erogheremo anche corsi specialistici per preparare al meglio coloro che saranno incaricati di certificare le strutture di cui saranno responsabili”, spiega Angela.
Utile per scansare i disturbi da intolleranza alimentare
TrackAbility opera per fasi. In un primo momento, prende contatti con la struttura da vagliare, poi effettua un sopralluogo con ingegneri ed architetti e ne rileva le barriere architettoniche. “Questi ostacoli non necessariamente devono essere fisici. I nostri operatori, infatti, si occupano di vagliare anche se la struttura è in grado di offrire, ad esempio, alternative a chi soffre di intolleranze alimentari, adatte a persone anziane e a donne incinte. Alla fine si stila un report e si consigliano i gestori su cosa e come migliorare – spiega la CEO.
Sì, viaggiare, evitando le buche più dure
“Se la struttura viene ritenuta in linea con i nostri standard di validità – continua Angela – si rilascia la certificazione. Una volta validato l’albergo o il ristorante, questo viene inserito sul nostro sito, dove aggiungiamo tutta una serie di dettagli utili a chi deve fare i conti con barriere architettoniche o a chi ha esigenze particolari. Ad esempio, comunichiamo la dimensione delle porte, quanti piani si possono raggiungere in ascensore, i tipi di menù che sono previsti per soffre di intolleranze alimentari, eccetera. La certificazione ha validità di un anno“.
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La mission è quella di creare una vera e propria community, e, in un primo momento, TrackAbility aveva anche pensato di attivare programma di “Ambassador” che permettesse di comunicare feedback anche da parte dei turisti stessi con particolari esigenze. In corso d’opera, durante il percorso con GetIt! le giovani si sono rese conto di quanto fosse importante investire sulla formazione: ambito che hanno deciso di implementare in questa fase. “Stiamo per iniziare la mentorship con Cariplo e il 16 maggio sarà il nostro investor day”, rivela la CEO.
Puglia e turismo accessibile
La mission di TrackAbility, oltre ad aiutare chi quotidianamente è chiamato a fare i conti con l’accessibilità, è anche quella di rendere più appetibile l’offerta turistica del territorio pugliese che, in molti casi, manca di attenzione verso chi ha esigenze particolari.
A tal proposito, nel 2007 l’assessorato regionale al Turismo e alla Solidarietà aveva promosso il progetto “Road Map per il Turismo accessibile”, con lo scopo di stilare una mappa dei siti accessibili, delle infrastrutture e dei servizi turistici. La rilevazione sarebbe avvenuta attraverso un questionario che gli stessi operatori turistici avrebbero dovuto compilare: un’autocertificazione della propria struttura. In seguito, i centri sarebbero stati classificati come: non accessibili; adattabili; parzialmente accessibili; accessibili e super accessibili (strutture in cui è garantito l’abbattimento delle barriere materiali e immateriali). A oggi, però, i risultati non sono ancora stati ancora resi noti.