Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato il Take It Down Act, una legge che rende illegale la pubblicazione sui social di contenuti collegati al revenge porn e immagini pornografiche realizzate attraverso software di Intelligenza artificiale. Come stabilisce la norma, in caso di violazione, le piattaforme social sono obbligate a rimuoverle entro 48 ore. Tra i principali sostenitori di questa legge – che ha ricevuto anche diverse critiche – c’è la first lady Melania Trump, presente insieme al marito in occasione della firma alla Casa Bianca.
Take It Down Act, le pene per chi viola la legge
«Chiunque distribuisca intenzionalmente immagini esplicite senza il consenso del soggetto rischia fino a tre anni di carcere», ha dichiarato il presidente Trump. A febbraio la legge era stata approvata al Senato con un voto unanime. Con la diffusione di strumenti di Intelligenza artificiale, accessibili a chiunque e sempre più efficaci, i social sono stati inondati di filmati fake a volte ironici, ma sono innumerevoli i casi in cui persone note sono state ricreate attraverso l’Intelligenza artificiale: in alcuni video pronunciano discorsi o compiono azioni compromettenti o inopportune.
La Federal Trade Commission (FTC) è l’ente responsabile dell’applicazione della legge e le aziende social hanno un anno di tempo per adeguarsi alle nuove norme, che prevedono anche pene pecuniarie oltre alla prigione per i responsabili. Sono però diverse le voci contrarie e preoccupate dei possibili effetti della norma: c’è chi teme che possa colpire profili di persone appartenenti alla comunità LGBTQ.
«Nella sua attuale formulazione, la legge impone un sistema di notifica e ritiro che minaccia la libera espressione, la privacy degli utenti e il giusto processo, senza affrontare il problema che pretende di risolvere», ha lamentato la Electronic Frontier Foundation. La Internet Society ha infine aggiunto che il Take It Down Act pone «rischi inaccettabili per i diritti fondamentali degli utenti alla privacy e alla sicurezza informatica, minando la crittografia».