Dal 2016 il dungeon crawler ha puntato molto sulla narrazione. Perdendo per strada qualcosina
Mary Skelter è arrivato all’ultimo capitolo della trilogia. Il videogioco di Compile Heart completa un percorso avviato nel 2016 con il primo episodio di un dungeon crawler RPG che ha mescolato più generi, mettendo in tavola una storia ricca di personaggi e dialoghi. In un mondo dannato e pieno di minacce, dove la giustizia terrena non ha più alcuna possibilità di esprimersi, i temi che gli sviluppatori hanno affrontato sono quelli dell’amicizia, del sacrificio e del coraggio in una lotta tra bene e male che pare sbilanciata a favore di quest’utlimo. Mary Skelter Finale riprende da dove ci eravamo lasciati e, perdonateci, commetteremmo un errore nello spoilerarvi le puntate precedenti. In questa recensione per Nintendo Switch ci limiteremo dunque a ripercorrere alcuni spunti della trama, concentrandoci su un gameplay sul quale non ci sono troppe possibilità di compromesso: o piace, oppure non no.
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Mary Skelter Finale: la recensione
Nel mondo di Mary Skelter i gamer già svezzati alla serie conoscono la dannazione degli abitanti di The Jail, una prigione vivente che si ciba e divora i propri inquilini. Il gruppo di giovani combattenti che cerca di evadere nel secondo episodio dovrà affrontare un’altra terribile sfida. L’avvio del terzo capitolo è un turbinio di violenze e tragedie, che quasi non lascia scampo ai protagonisti. Il gameplay di Mary Skelter Finale si conferma come una ricetta di più soluzioni: c’è la parte visual novel composta da lunghi dialoghi ben doppiati in inglese, con un pathos e un senso del teatrale decisamente in linea con la tragedia in atto.
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In queste fasi visual novel il gamer ha sotto mano anche il lavoro di sviluppo grafico migliore del titolo. Certo, i protagonisti sono statici, o muovono appena le labbra. Ma le loro differenti personalità emergono più che discretamente dal modo in cui vestono, dalle loro parole e dalle loro azioni annunciate. Purtroppo non sono stati fatti molti passi avanti sul lato più d’azione della serie: come un dungeon crawler tradizionale anche in Mary Skelter Finale utilizziamo le frecce direzionali per andare avanti-indietro-destra-sinistra. Affrontiamo labirinti e stretti corridoi, in un’ambiente non proprio convincente, a volte quasi sfocato, dove la brillantezza che ci circonda pare semplicemente un’inutile esagerazione che nulla aggiunge all’esperienza.