Fortuna o Fato: chi sarà dalla vostra parte?
Il genere dei picchiaduro ha la sua buona fetta di appassionati. Pure su StartupItalia stiamo recensendo i titoli che spolverano le glorie del passato o avanzano possibili innovazioni in un contenitore che, a nostro avviso, sembra aver già esplorato buona parte delle possibilità. Questo, ovviamente, non significa che non siano godibili tutti quei videogiochi che ci ricordano una delle ovvietà più pacifiche del mondo gaming: la lotta uno contro uno è divertente e adrenalinica in console. Questo preambolo ci è servito per presentarvi Omen of Sorrow, sviluppato dalla software house AOne Games. Fondata a Santiago del Cile nel 2015, è l’autrice di un videogioco dai tratti gotici e dark, dove i combattenti sembrano presi in prestito da un film su vampiri, lupi mannari e assassini senza morale. Scoprite di più nella nostra recensione per Xbox Series X/S.
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Recensione di Omen of Sorrow
Partiamo col dire che la caratterizzazione dei 12 anti eroi – un roster non proprio nutrito – è davvero valida. Troviamo killer di primo pelo come lupi mannari, vampiri, creature invisibili e altri incubi pronti a scattare non appena parte la battaglia. Il gameplay è quello tradizionale dei picchiaduro: quattro tasti per dare pugni, calci e saltare. C’è inoltre la possibilità di entrare in una sorta di stato di transagonista – avete presente quando tutto vi va bene? – che si può raggiungere soltanto se si adotta un atteggiamento aggressivo. La Fortuna, questo è il nome dello status, saprà sorridervi con la vita che si ricarica più alla svelta e più facilità nell’attivare le combo.
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Esiste però anche un’altra situazione, meno comoda, quella del Fato. Nel momento in cui siete troppo attendisti, il sistema vi pizzica, gettandovi addosso una sorta di sfiga da nuvola di Fantozzi, condannandovi a meno che non adottiate immediate contromisure. Si tratta di una soluzione azzeccata, che però non compensa i difetti strutturali del titolo. Se è vero che in modalità arcade, VS o sopravvivenza il gamer va a combattere in scenari e paesaggi su cui c’è stato un buon lavoro creativo (le atmosfere sono davvero da incubo), Omen of Sorrow pecca nell’ossature del combat system, troppo spigoloso e davvero poco fluido. Un aspetto però da sottolineare è quello della lingua: pur essendo un titolo indie è stato tradotto in italiano.