Gemma Pedrini, protagonista del film “Per altri occhi”: “Credevo impossibile indossare un occhiale che leggesse al posto mio”
“La mia vita è cambiata. Grazie a OrCam ora posso andare a fare la spesa da sola, leggere l’importo della bolletta ed evitare un sacco di gaffe quando incontro le persone”. Gemma Pedrini, 23 anni, ha problemi di vista fin dalla nascita. Oggi è una musicista, è stata protagonista del film di Silvio Soldini Per altri occhi ma la sua esistenza ha svoltato da quando indossa un paio di occhiali che sulla montatura hanno una smart camera di dimensioni estremamente contenute: è OrCam MyEye, l’ “occhio tecnologico”, sbarcato da poco sul mercato italiano e destinato a entrare a far parte della quotidianità di molti ciechi.
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Secondo i dati dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità in Italia ci sono 1,5 milioni di ipovedenti e 362 mila non vedenti. Le regioni italiane con la concentrazione più alta di ciechi sono Sicilia, Lazio, Puglia e Sardegna. Solo in Lombardia secondo i dati Istat ci sono quasi 14 mila persone non vedenti, molte delle quali, se supportate adeguatamente, potrebbero incrementare il proprio livello di autonomia anche in modo significativo.
Lo sa bene Gemma che studia all’Università di Cremona, dove da due anni vive da sola e presto prenderà la laurea in musicologia. “Quando, pochi mesi fa ho conosciuto OrCam MyEye, me ne sono subito innamorata: fino a poco fa – spiega la giovane – mi sembrava impossibile poter pensare di indossare un occhiale che leggesse al posto mio, ora invece ho trovato uno strumento in grado di abbattere tante barriere che sembravano insormontabili. Ora posso rendere accessibili molti aspetti della mia vita quotidiana: quando esco con i miei amici posso scegliere dal menù da sola, senza aspettare che qualcuno mi descriva tutta la lista. Ma la sorpresa più bella per me è stato poter rendere accessibile tutta la mia discografia: ora per scegliere un Cd non devo più aspettare che a casa ci sia qualcuno”.
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Ad aver avuto questa idea è “OrCam Technologies”, una società israeliana considerata a livello internazionale pioniere nello sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative per l’assistenza delle persone non vedenti o con problematiche della vista. Fondata nel 2010 dal professore di informatica Amnon Shashua e dall’ imprenditore Ziv Aviram, l’azienda conta ad oggi un team di 150 persone che lavorano nell’ headquarter di Gerusalemme oltre alle sedi di New York e Londra. Il pool di OrCam è composto da esperti in computer vision, machine learning, computer engeneering, ingegneria elettrica, hardware design e servizio al cliente. Tra i dipendenti figurano anche diverse persone non vedenti, ipovedenti e con disabilità visive che sono per l’ azienda un importante valore aggiunto.
Nel laboratorio di Gerusalemme hanno pensato a quest’occhio tecnologico: il dispositivo è stato studiato per consentire alle persone non vedenti o in generale con problemi di vista, in modo pratico e discreto, di leggere qualsiasi tipo di testo stampato (giornali, libri, menu, segnaletica stradale, targhe oppure i testi sullo schermo del PC o dello smartphone). Il funzionamento del device è molto semplice: l’utente deve semplicemente puntare il dito sul testo prescelto o sull’oggetto da identificare e OrCam trasmette verbalmente le informazioni raccolte tramite uno speaker oppure tramite auricolare. Lettura ma anche molto di più. Grazie ad una tecnologia unica al mondo infatti OrCam MyEye consente il riconoscimento di volti e prodotti di consumo, memorizzando le informazioni raccolte in modo da facilitare le stesse azioni in occasioni successive. Dopo esser stato lanciato con successo in Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Israele, Spagna e Canada ora è arrivato in Italia e Gemma è stata una delle prime persone a sperimentarlo.
Intervista a Gemma
“Fino ad oggi ho usato il braille che ingombra un sacco di spazio. Un libro normale diventavano dieci in braille. A questo – spiega Gemma – si sommano le difficoltà del rendere il pdf fruibile e il testo funzionale. Una procedura dispendiosa in termini di tempo. Passaggi complicati e lunghi”.
In fondo l’obiettivo per voi non vedenti è quello di potervi gestire in maniera autonoma.
Esatto! Il cieco deve diventare da solo veloce e usare un libro come più gli serve. Non basta l’insegnante. L’obiettivo è raggiungere l’autonomia. Non puoi dipendere dagli altri altrimenti hai fallito tutto. Noi dobbiamo arrivare a fare quello che fanno gli altri.
Dove hai incontrato OrCam?
L’ho scoperto ad una mostra sulla tecnologia, me l’hanno fatto provare e la mia vita è cambiata enormemente. L’occhio tecnologico in tre secondi fa la scansione di una pagina e comincia automaticamente la lettura. Nella biblioteca di facoltà qualsiasi libro lo posso leggere in autonomia. Ti rendi conto? Purtroppo non legge le note. Questo non lo permette di fare ma fa il riconoscimento delle banconote!
Quando lo usi?
A fare la spesa, per la lettura di testi ma anche la mattina per riconoscere i colori degli abiti. Purtroppo non aiuta a fare gli abbinamenti ma c’è una startup che sta lavorando per questo.
Lo uso parecchio per riconoscere le persone: mi evita parecchie gaffe. Quando una persona ti viene incontro ti dice il nome: può memorizzare 150 volti. Si mette il dispositivo in modalità di memorizzazione volto, pronunci il nome, fa lo screening del volto e resta la voce della persona che incontri.
Quanto costa?
Purtroppo è molto costoso: circa tre mila euro. Non credo vi siano sostegni sanitari ma speriamo presto che ci possano essere perché molte persone ne hanno bisogno.