«Ero entusiasta di quello che facevo e poi era un posto d’oro per benefit e stipendio. Ma alla fine ha prevalso la voglia di libertà: ho lasciato senza avere idea di cosa avrei fatto dopo». Questa storia della rubrica Italiani dell’altro mondo parla del percorso professionale (e di vita) di Francesca Rizzo, nata a Roma nel 1977. Ha vissuto e lavorato nella Capitale per poi iniziare un viaggio a tappe che l’avrebbe condotta insieme alla famiglia a Bali, passando prima per Dubai e il Kenya. Nomadi digitali? Più che altro c’era la voglia di trovare un nuovo posto in cui stare. Oggi lei il marito e la figlia vivono in Indonesia dove hanno fondato Bali Holiday Properties, società che permette agli investitori italiani di entrare nel mercato del luxury real estate.

Come si cambia vita?
Prendere e partire non è impossibile. Ma quando si è in due – o in una famiglia addirittura – qual è il suggerimento? Come ci ha spiegato Rizzo forse il trucco è non procedere per step, ma andare in velocità per non inciampare in ripensamenti o paure. Ma cosa c’è stato prima di questo girovagare nel mondo? «Il mio sogno era fare la giornalista. All’università ho studiato inglese e spagnolo e nel frattempo ho dato una mano ai miei. Gestivano una serie di negozi di camice, io ero in quello di via della Croce a Roma».
Mezza giornata coi clienti e il resto per dare gli esami e tutto quel che si fa a vent’anni. «Fino a quando non ho iniziato a lavorare per Mondadori, in una rivista dedicata al Grande Fratello. Era il 2003. Poi sono stata assunta in Publitalia, dove ho lavorato fino al 2016: mi occupavo della produzione dei messaggi promozionali, come le televendite di Gerry Scotti». Ai suoi occhi era questo il posto della vita, in una delle più grandi imprese del settore nel Paese.

In quel periodo ha conosciuto quello che sarebbe diventato suo marito, Michele Porinelli. «Lui ha sempre fatto l’imprenditore. Quando ho deciso di mollare all’epoca aveva un’azienda di case mobili. Eravamo entrambi a un bivio. Così abbiamo iniziato a fare investimenti immobiliari. A Roma e a Livorno, dove è nato lui. Prendevamo appartamenti da mettere a reddito». In questa storia anche i social hanno avuto il loro ruolo, nel raccontare un mestiere e presentare opportunità.
La leva social
«Nel 2019 abbiamo fondato un’accademia per insegnare alle persone a fare investimenti immobiliari». L’abitudine di raccontare il mestiere sui social, Facebook soprattutto, si è trasformato in un’opportunità. «Spiegavamo le nostre giornate. Così mano a mano le persone si sono fatte avanti, chiedendoci come si facevano determinate cose. Non avevamo mai pensato che potesse essere una consulenza. Ma una cosa one-shot non aveva senso». Nel complesso hanno raggiunto 300 studenti con videocorsi. «Oggi però le nostre energie sono dedicate agli investimenti a Bali».

Bali è arrivata però dopo aver toccato varie caselle, tra andate e ritorni. «Nel 2020 ci siamo trasferiti a Dubai, perché il lavoro online andava molto bene. Ci piaceva poi l’idea di dare a nostra figlia una vita diversa. Però la tempistica non è stata fortunata, dal momento che con la pandemia Dubai si è spenta. Noi avevamo spostato la residenza, ma siamo tornati poi in Italia qualche mese dopo per trovare la soluzione».
Bali era ancora chiusa come meta turistica durante gli anni difficili dei lockdown. «Siamo andati dunque in Kenya dove avevo una casa di famiglia. Un compound che aveva costruito mio padre sulla spiaggia. I miei genitori hanno fatto molto nel settore immobiliare». Non appena l’Indonesia ha riaperto i gate per i visti business hanno deciso di prendere un volo diretto da Mombasa a Bali nel 2021.

Come funziona il mercato immobiliare a Bali
Il modello della loro società, incentrato su investimenti nell’immobiliare, è basato su contratti di cinque anni e gestione da remoto. Secondo le cifre fornite dall’azienda garantisce rendite mensili fino a 6.500 euro. Dal 2022 a oggi la coppia di imprenditori ha realizzato 30 ville e punta al centinaio entro il 2026. «La proprietà immobilitare a Bali si divide in due tipologie: c’è quella anche abbiamo anche noi in Italia e poi una sorta di affitto che si paga tutto in anticipo per un anno o più. Il freehold (la prima modalità, ndr), è riservata soltanto per gli indonesiani oppure a società con capitale indonesiano».
Le persone che investono hanno la garanzia che il property management è gestito da remoto. «Qui è estate 12 mesi l’anno e le ville sono sempre piene. Noi ci occupiamo di mettere l’immobile a rendita». Questa storia di italiani dell’altro mondo ci ha poi permesso di raccogliere un commento su Bali in generale, come meta turistica e di affari.
«Gli italiani hanno scarsa conoscenza di Bali, ce ne siamo resi conto. Dubai è ormai sdoganata perché hanno lavorato molto sul marketing. Se pensi a questo posto ti vengono in mente il surf, lo yoga, i nomadi digitali. Ma non è così. Viverci è molto meglio, con una qualità della vita altissima». Secondo Francesca Rizzo è un mix asiatico di due grandi città americane: «Come a New York ci sono grandi opportunità imprenditoriali, non ti mettono i bastoni tra le ruote con la burocrazia. Vedi fiorire attività di ogni tipo. E poi mi ricorda Los Angeles per la sua attenzione allo sport e alla salute».