Il neuroscienziato Robert Sapolsky ha passato decenni a studiare lo stress nei primati. Ciò che ha scoperto nelle savane africane offre lezioni sorprendentemente rilevanti per chi costruisce startup. La differenza tra chi prospera e chi si consuma sotto pressione potrebbe dipendere da meccanismi evolutivi che condividiamo con zebre e babbuini.

Il paradosso evolutivo dello stress
Zebre e gazzelle condividono lo stesso problema: il leone. Stesso habitat, stessa dieta erbivora, stesso predatore. Quando Sapolsky ha esaminato i due animali, ha trovato una differenza cruciale: le gazzelle mostravano ulcere gastroduodenali, le zebre no.
La spiegazione sta nella corteccia cerebrale. Le zebre hanno memoria breve. Sparisce il leone, sparisce il pericolo. Le gazzelle, con un cervello più evoluto e simile al nostro, continuano a preoccuparsi anche quando il leone è lontano. Ruminano. Anticipano. Si stressano per minacce non presenti.
I founder fanno esattamente la stessa cosa. Anticipano problemi, ruminano su scenari catastrofici, mantengono attivo il sistema di allarme anche quando non serve.
La trappola del cortisolo cronico
Dal punto di vista evolutivo, la risposta allo stress serviva per situazioni acute: catturare una preda o evitare di diventarlo. Sprint brevi, intensi, poi si torna alla normalità. Il problema della vita da founder è che non sperimentiamo stress acuti, ma stress cronico.
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Non c’è un leone che arriva e se ne va. C’è il runway che si accorcia, il competitor che lancia, l’investitore che temporeggia, il co-founder che dubita. Il leone non se ne va mai. E il nostro corpo, progettato per sprint occasionali, reagisce come se fossimo sempre in pericolo. Produce cortisolo costantemente. Questo ci ammala.
Le ricerche hanno identificato una “personalità di tipo C” (C come cortisolo): persone particolarmente vulnerabili allo stress cronico. Molti founder ci rientrano perfettamente.
Test di autovalutazione del rischio
Per ogni affermazione, assegnare: mai (0 punti), occasionalmente (1 punto), frequentemente (2 punti):
Sperimenti situazioni stressanti; ti senti stanco senza ragione apparente; dormi meno di 8 ore per notte; ti senti ansioso o depresso; ti senti sopraffatto o confuso; hi meno desiderio sessuale del normale; prendi peso facilmente; sei a dieta; fai attenzione alla qualità del cibo; desideri carboidrati (dolci o farinacei); hai difficoltà di memoria o concentrazione; hai mal di testa tensivi o tensione muscolare; hai problemi digestivi e ti ammali spesso.
Risultati: 0-5 punti (basso rischio), 5-10 punti (rischio moderato), oltre 10 punti (rischio elevato)
La “lezione” dei babbuini dominanti
Studiando i babbuini, Sapolsky ha fatto un’altra scoperta illuminante. I maschi dominanti del gruppo, quelli che dovevano mantenere lo status con aggressività costante, avevano i livelli peggiori di cortisolo e le funzioni immunitarie più compromesse.
I maschi subordinati ma con solide reti di supporto sociale stavano meglio dei dominanti solitari. Tradotto nel mondo startup: il founder ossessionato dal controllo, che vede minacce ovunque e si isola, paga il prezzo più alto in termini di salute. Il founder che delega, che costruisce relazioni, che sa chiedere aiuto, prospera.
Come afferma Sapolsky: “Il problema è che i primati sono abbastanza intelligenti da avere tempo libero per rendersi infelici e stressarsi reciprocamente”. Il sistema non si è evoluto per questo, e un’attivazione cronica ci mette a rischio di malattie.
Strategie pratiche per gestire lo stress
La buona notizia sta nel fatto che siamo intelligenti quanto basta per imparare a gestire meglio il nostro stress. Le strategie che funzionano secondo le ricerche sono quattro.
Costruire reti di supporto solide. Non solo mentor e advisor, ma amici, famiglia, altri founder che capiscono. Il supporto sociale ha un effetto protettivo misurabile contro lo stress, riducendo i livelli di cortisolo del 23% secondo studi recenti.
Distinguere sprint da maratona. Ci saranno momenti acuti (il lancio, il round) e fasi croniche. Imparare a modulare la risposta è fondamentale. Non si può stare sempre in modalità leone-in-arrivo.
Riprendere il controllo dove possibile. Sapolsky ha scoperto che la percezione di controllo sulla propria vita riduce drasticamente lo stress. Non si può controllare il mercato, ma si può controllare il proprio calendario, le routine, i confini personali.
Smettere di ruminare. Le gazzelle si ammalano perché continuano a pensare al leone anche quando non c’è. Mindfulness, meditazione, qualsiasi pratica che riporti al presente funziona. I dati mostrano una riduzione del 30% nei livelli di cortisolo con 10 minuti di meditazione quotidiana.
Il paradosso del founder zen
La lezione finale di Sapolsky è paradossale: per vincere nel lungo termine, dovremmo aspirare a essere più come le zebre che come le gazzelle. Meno preoccupazione anticipatoria, più presenza nel momento.
Non significa non avere ambizione. Significa non ammalarsi per raggiungerla. Come ci insegnano i babbuini, il vero potere non sta nel dominare con l’aggressività, ma nel costruire connessioni che ci sostengono quando il leone arriva davvero.
Il mercato delle startup è una giungla, ma non dobbiamo necessariamente comportarci come prede terrorizzate. Possiamo scegliere di essere zebre: affrontare il pericolo quando si presenta, poi tornare a pascolare tranquilli.
Quale strategia anti-stress ha funzionato meglio nella tua esperienza da founder?

