Un titolo (davvero tosto) nel titolo
Il binge watching non l’ha inventato certo Netflix. Sono generazioni che certi videogiochi tengono alzati gamer di tutte le età fino alle ore piccole. Sì, perché quando la competizione sale e il titolo è tanto immediato quanto sfidante è dura cedere alle coccole di Morfeo. A Night at the Races, disponibile su Nintendo Switch, è stato sviluppato dalla realtà indie Mushy Jukebox, che ci ributta in un trend, è il caso di dirlo, davvero duro a morire. Avete presente quei videogiochi in cui la morte (vostra) è presenza fissa e non si può che procedere dopo innumerevoli tentativi? Di recente vi abbiamo parlato di Super Meat Boy Forever su Xbox Series X/S e del ritorno su next gen di uno dei videogiochi indipendenti più punitivi delle ultime generazioni. Con Night at the Races ci confrontiamo con un esemplare altrettanto difficile da addomesticare. Scoprite di più nella nostra recensione di A Night at the Races.
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Recensione di A Night at the Races
All’inizio il videogioco vi potrebbe ingannare, facendovi credere che siate di fronte a un’avventura grafica. In una stanza buia si intravede un divano su cui è appoggiato un computer; sul tavolino di fronte un pc; non c’è nessuno, ma è come se là, fuori dal monolocale, una forza misteriosa ci stia spingendo ad accendere tutto e partire a smanettare. Nathan è un giovane in difficoltà, con un sacco di debiti, e una forte voglia di riscatto. Ecco perché decide di partecipare a un gioco (che è nel gioco stesso): si tratta di un platform. E vi darà filo da torcere.
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Sulla falsariga di Super Meat Boy Forever, nel platform impersoniamo un grintoso cubo impossibile da fermare. All’inizio, in alcuni livelli tutorial, dobbiamo padroneggiare il salto e – credeteci – non è affatto facile. Il nostro compito è completare ogni schermata raggiungendo il quadratino verde. Ma non finisce qui: A Night at the Races intervalla le sessioni di gameplay a brevi fasi in cui i creditori busseranno alla nostra porta con lettere non tante cordiali: bollette e debiti attendono di essere pagati. A quel punto non si può fare altro che tornare a giocare per ambire a vincere un montepremi spaziale che cambierebbe per sempre la nostra vita.
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Per essere un prodotto indie frutto di un paio di menti creative – Çavlan Erdost e Umut Derviş – A Night at the Races ci ha davvero convinto. Non solo perché il videogioco è davvero punitivo come (quasi sempre) piace a noi. Ma anche perché gli sviluppatori si sono divertiti a inserire scene in retro gaming in cui conosciamo più da vicino Nathan e la sua storia.