Dal mondo indie un videogioco diverso. Perché anche quando smarriamo la strada ci si può divertire
Perdonate chi scrive se, introducendo la recensione di Labyrinth City: Pierre the Maze Detective per Nintendo Switch, cita un ricordo d’infanzia. Da piccolo avevo un grande quadro sopra il letto: il disegnatore aveva immortalato dall’alto un paesaggio collinare ricco di dettagli, con le casette e il verde curato dei prati, le macchine che, ordinate, percorrevano le strade, i bambini che giocavano e correvano, gli animali felici. Tutto in quell’ambiente rurale era rilassato e rilassante. Ricordo anche che, prima di andare a dormire, col ditino mi divertivo a percorrere tragitti immaginari, quasi che volessi catapultarmi in quell’universo cartoon parallelo, incontrandone i protagonisti e sentendomi parte di un mondo magico. Tutto questo preambolo per introdurre un videogioco che si fonda sui labirinti per intrattenere, e che ha fatto ricordare a un trentenne quanto sia facile volare con la fantasia.
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Labyrinth City: Pierre the Maze Detective, non serve la bussola
Sviluppato dallo studio indie Darjeeling, che ha calato le avventure scritte dal giapponese Hirofumi Kamigaki sul medium videoludico, Labyrinth City: Pierre the Maze Detective è un titolo dove il colpo d’occhio non lascia indifferente il gamer. Ogni schermata è stracolma di dettagli, che catturano soprattutto quando sono scollegati e lontani dal movimento di Pierre. Se anche non conoscete la sua storia e non avete mai sentito della leggendaria caccia al temibile Mr.X non preoccupatevi: gli intermezzi, tra un livello e l’altro, accompagnano il giocatore nell’ennesima avventura. Il titolo è disponibile in italiano e, pur completandosi in quattro ore, potrebbe invogliare a spenderci qualche mezz’oretta in più.
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Come si vede bene dalle immagini della nostra recensione di Labyrinth City: Pierre the Maze Detective, gli sviluppatori hanno ricreato un mondo che pullula di vita e dove perdere l’orientamento è facile. L’obiettivo di ciascun livello è ritrovare e incontrare un personaggio nella folla: a volte è un signore, altre volte un cane, altre volte ancora un npc improbabile. Tutto quello che vedrete nell’esperienza videoludica è un mondo al rovescio, dove macchine si sollevano da terra, animali enormi devastano quartieri e dove, nonostante tutto questo, la felicità e la spensieratezza regnano sovrane. Quasi che ci trovassimo in un interminabile Carnevale.
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Gameplay
Il gameplay è immediato: dovremo pilotare Pierre in spazi che si sviluppano sia in orizzontale, sia in verticale. Salendo e discendendo scale, camminando sui tetti o facendoci largo tra la folla. Adatto a qualsiasi tipo di giocatore, dal più piccolo al più grande, questo titolo indie ci ha davvero sorpreso per la sua freschezza e per la sua capacità (non banale) di costruire labirinti sfidanti, dove è difficile inciampare nella frustrazione. Il bello del viaggio sta anche nell’ascoltare la riflessione di un npc, nell’ottenere un particolare effetto una volta attivato un meccanismo, nel raccogliere collezionabili (oltre centro). Insomma, c’è molto da fare e non è improbabile che qualche ricordo della vostra infanzia riaffiori strappandovi un sorriso.