«Questa misura è stata apparentemente presa dalle autorità americane perché il telefono del ricercatore conteneva conversazioni con colleghi e amici in cui esprimeva un’opinione personale sulla politica di ricerca dell’amministrazione Trump. La libertà di opinione, la libera ricerca e la libertà accademica sono valori che continueremo a sostenere con orgoglio». Le parole sono del Ministro francese dell’Istruzione Philippe Baptiste, che ha ricostruito una vicenda divenuta un piccolo scandalo diplomatico tra Parigi e Washington.
Come ha ricostruito il Ministro, un ricercatore francese nei giorni scorsi è atterrato negli Stati Uniti a Houston e dopo un controllo del suo smartphone è stato invitato a lasciare il Paese perché a quanto pare nelle chat si era espresso contro il Presidente USA Donald Trump.

Viaggiare negli Stati Uniti è più difficile per chi critica Trump?
Il Corriere della Sera ha riassunto alcuni casi recenti di turisti stranieri che hanno avuto una brutta esperienza all’arrivo negli Stati Uniti. Tra i Paesi più preoccupati c’è la Germania, dove perfino il ministero degli Esteri ha aggiornato le linee guida per chi viaggia negli USA citando la possibilità di espulsioni e detenzioni in caso di dichiarazioni false sul soggiorno.
Come leggere la notizia del ricercatore francese cacciato dagli USA?
Non esistono al momento statistiche certe, ma questo clima sembra aver convinto molte persone a rimandare i viaggi Oltreoceano o a cancellare prenotazioni. Tornando alla cacciata del ricercatore francese, c’è un’altra lettura possibile della notizia: sempre in Francia è in corso una campagna per far sì che più ricercatori americani si trasferiscano dagli Stati Uniti per lavorare nelle università d’Oltralpe. Questo perché sono sempre di più le denunce di accademici che lamentano condizioni di lavoro peggiori Oltreoceano. Altri Paesi europei si sarebbero fatti avanti per chiedere alla Commissione di favorire l’ingresso di talenti dagli USA.