I dati della startup MySecretCase sul mercato
San Valentino è alle porte e a giudicare dal bilancio 2020 della startup MySecretCase, che ha chiuso l’anno con un fatturato di 6,5 milioni di euro, i sex toy rientreranno senz’altro tra i regali che le coppie o i single si faranno per coccolarsi. Vi abbiamo già parlato di questa azienda, fondata nel 2014 da Norma Rossetti, che ha rivoluzionato l’intero settore: l’e-commerce degli oggetti del piacere spopola da anni sul web e ha registrato un’impennata delle vendite, complice anche il lockdown che ha costretto milioni di persone a casa. Ma qual è l’oggetto più richiesto per il 14 febbraio, la festa degli innamorati? MySecretCase ha comunicato a StartupItalia che il prodotto tech che prevedono di vendere di più a San Valentino sarà il vibratore telecomandato (non serve troppa fantasia per farsi un’idea). Si tratta di un prodotto in costante crescita, come ci hanno spiegato dall’azienda: +70% anno su anno (e durante il lockdown il ritmo è stato del +250-280%).
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Il bilancio del 2020
«Il 2020 è stato un anno di conferme importanti – ha dichiarato Norma Rossetti, CEO di MySecretCase – abbiamo ulteriormente incrementato la nostra quota di mercato in Italia, sviluppato nuovi progetti investendo in informazione e rafforzando la community. Questa è una delle più grandi soddisfazioni, perché lavorare in un’azienda che, in questo particolare periodo storico, può investire e avere una strategia di crescita a lungo termine è uno stimolo per tutto il team a fare sempre meglio».
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Il mercato dei sex toy, soprattutto all’estero, è in grande espansione. Come ha dimostrato l’esperienza del lockdown, questi prodotti sono stati richiesti proprio per far fronte al brutto periodo che tutti noi abbiamo vissuto e per regalarsi momenti di svago birichino. D’altra parte restano serie le intenzioni di MySecretCase: «Una delle nostre più grandi sfide rimane quella di trasferire la produzione dei sex toys e non solo, in Italia, creando così un’inversione di rotta rispetto alla tendenza nazionale alla delocalizzazione, per sostenere le imprese, i lavoratori e le famiglie del nostro Paese. In Italia ci sono oltre 50 aziende che lavorano il silicone medicale con un indotto di oltre 2mila persone e un fatturato di 500 milioni di euro. Vogliamo lanciare un appello alle imprese e a tutti i potenziali partner interessati affinché ci aiutino a realizzare questo obiettivo ambizioso».