«Per anni l’unica realtà di stand-up comedy in Italia è stata Comedy Central, che mi ha sempre scartato. Ogni anno. E le sono grato, perché se non mi avessero scartato ogni anno probabilmente non mi sarei deciso a costruirmi una mia strategia da solo». Sandro Cappai, comico e performer nato a Cagliari nel 1993, è uno dei diversi speaker che saliranno sul palco di SIOS24 Sardinia, il 23 maggio.
Abita a Milano ormai da diversi anni – «È la capitale italiana della comicità» – ma torna spesso sull’isola. «È stato un onore chiudere il tour a Cagliari, in uno dei teatri più importanti della Sardegna». Allo StartupItalia Open Summit, in collaborazione con INNOIS e la Fondazione di Sardegna, parlerà del perché è importante non prendersi sul serio. Al link qui sotto potete registrarvi e prendere i vostri biglietti per partecipare, mentre qui è disponibile l’agenda dell’evento. Con Sandro Cappai abbiamo intanto ragionato del suo percorso, di come si diventa artisti al tempo dei social e dei rischi quando ci si lascia sedurre dai meme.
SIOS24 Sardinia: registrati e prendi i biglietti
Sandro Cappai: stand-up comedian si nasce?
«Mi ricordo di questo episodio, da bambino. Dal momento che mio papà non rideva spesso, un giorno l’ho visto mentre rideva di fronte alla tv. Mia madre mi disse che c’era un comico». Cresciuto con le battute di Woody Allen e le gag di Aldo Giovanni e Giacomo – «Sono i miei punti di riferimento» – Sandro Cappai ragiona del proprio percorso con un’espressione frequente: «È stato tutto graduale».
@sandro.cappai Momento divulgazione. #standupcomedy #standupcomedyitalia #comico #satira #ridere #perte #neiperte #sessuologia #sessuologa ♬ suono originale – Sandro Cappai
Il palco è arrivato dopo. «Ho sempre avuta la passione per la comicità, ma sono partito sfogandola nella scrittura. Nasco come autore: fin da quando ero ragazzino ho lavorato su vari progetti sul web per altri comici». Eppure la tensione per come il pubblico avrebbe reagito alle sue battute, dette da un’altra persona, rimaneva. Eccome. «Quando andavo a vedere serate in cui sul palco andavano in scena i miei testi, mi cagavo sotto». Come ci ha spiegato è però una paura normale, quasi raccomandata per chi fa quel tipo di mestiere.
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I social: megafono o fonte di ispirazione?
«Chi si crede di essere il comico che non prova ansia?», ci ha confidato. Sandro Cappai, sempre gradualmente, è salito su un palco, dando il via al progetto Stand Up Comedy Sardegna. «Era il 2016, all’epoca sull’isola non c’era nulla del genere». Tutto sta nell’assecondare l’urgenza che prova un comico. «Quando penso a una cosa divertente, sento il bisogno di dirla a più persone possibili». I social in questo hanno aperto praterie, divenendo una fucina di talenti.
@sandro.cappai Raga, quando facciamo questo gioco rispondete davvero cose leggere, per favore. #standupcomedy #standupcomedyitalia #comico #crowdwork #improv #socialismo #comico ♬ suono originale – Sandro Cappai
Sandro Cappai non si percepisce però come un content creator, tanto che i suoi profili Instagram e TikTok raccolgono perlopiù spezzoni degli spettacoli in giro per l’Italia. «Le piattaforme sono state fondamentali nel mio percorso: mi hanno dato libertà e potere contrattuale. Ma cerco di non farmi mai ispirare da quello che vedo online. È rarissimo che produca qualcosa per i social. Che poi non ha proprio senso sentire a teatro la battuta di un meme virale».
Ridere di tutto
Una delle ragioni del successo del format stand-up comedy è che basta la chimica tra performer e pubblico. Non servono scenografie o elementi di contorno. Dall’America, grazie ai social, ridiamo ascoltando le battute più irriverenti, condite con qualche spruzzata di black humor. L’antitesi del politicamente corretto. Ma esiste un regola per cui su determinate cose proprio non è permesso ridere?
«Non ci sono limiti. Dico però una banalità: non è tanto l’argomento ma il modo in cui l’affronti. Nella comicità è lecito parlare di tutto, ma se affronti il razzismo e sei bianco devi tenerne conto. Alla base vige un accordo tacito col pubblico: acquisci il diritto di raccontare qualcosa». Secondo Sandro Cappai il politicamente corretto è un falso problema. «Io l’ho sempre vista come una nuova sfida. Nuovi limiti che arrivano dalla società comportano sfide: la comicità deve giocare sull’essere sul limite, superandolo a volte».
Nella sua cassetta degli attrezzi i social rappresentano dunque un mezzo, mentre il fine è il confronto col pubblico dal vivo. E l’ispirazione da dove arriva? «Il mio tormento è trovare l’equilibrio tra la disciplina nel lavoro e la spontaneità della creatività. Parto sempre da qualcosa di intimo, di individuale per raccontare poi un aspetto universale. Cerco sempre che sia la realtà a ispirarmi».