Pappagallini e canarini scacciano il ‘falco’ dalle competizioni con lo skateboard?
C’è stato un tempo in cui, per merito – o per colpa – di Activision ed EA, le line up di tutte le console erano subissate da titoli di skateboard. E così, gente che non si era mai alzata dal divano in vita sua, di colpo iniziò a disquisire di trick e ollie con l’aria di chi la sapeva lunga e aveva consumato le proprie articolazioni sull’asfalto. Quel tempo ce lo siamo lasciati alle spalle, anche se recentemente abbiamo rivisto all’opera Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 sia su Switch sia su hardware d’ultima generazione. I campi degli skater, rimasti desolatamente vuoti, sono stati presi d’assalto dagli sviluppatori indipendenti. L’ultimo titolo sul tema è SkateBIRD, vediamo di capire come se l’è cavata…
SkateBIRD, cosa fa un piccione su una tavola a rotelle?
Se volete sapere come la pensa il sottoscritto, un gioco folle come SkateBIRD deve essere nato nell’esatto momento in cui qualcuno dei ragazzi della software house Glass Bottom Games si è reso conto dell’assonanza tra board di skateboard e bird, uccello. A quel punto deve aver esclamato: “Perché non facciamo un gioco di skateboard con degli uccellini come protagonisti e lo chiamiamo SkateBIRD?”
Ecco, le cose devono essere andate così, o non mi spiegherei come qualcuno sano di mente abbia deciso di prendere cocorite, canarini, calopsitte, diamantini e tortorelle, vestirli in modi improponibili e gettarli per ripide discese e rampe spezza-collo con uno skateboard ai piedi… pardon, sotto le zampe. Chiarite le cose sulla genesi del progetto, resta da chiedersi se, oltre all’assonanza, ci sia qualcosa in più.
Ed è difficile da capire. Perché giocando a SkateBIRD si ha l’impressione che il titolo sia rimasto a metà del guado, non riuscendo a… spiccare il volo. Siamo chiamati a calarci nei piumati panni di pennuti che si divertono con lo skateboard, ma il gameplay non è follemente arcade come avremmo sperato.
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Intendiamoci: grazie alle alucce dei nostri baldi skater cinguettanti potremo raggiungere altezze e verticalità impossibili in un Tony Hawk, potremo perfino planare per aggiustare traiettorie all’ultimo, ma il gioco fatica comunque a decollare; non ci travolge con chissà quale follia; non si dimostra il “Mario Kart dei titoli di skateboard”.
Finito lo stupore dovuto al fatto di muoversi in ambientazioni insolite, che ci chiederanno di fare trick e ollie tra la cesta dei calzini sporchi e un cartone della pizza unto e bisunto sistemato provvidenzialmente a mo’ di rampa, si ritorna a terra e ci si ritrova impegnati in un titolo piuttosto ordinario.
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Le missioni, proposte da improbabili pennuti da rintracciare lungo gli scenari, sono simpatiche e permettono di arricchire di dettagli la breve storia alla base del gioco (siamo gli uccellini da compagnia di uno skater che ha appeso la tavola al chiodo e dobbiamo escogitare qualcosa per scuoterlo dalla depressione in cui è caduto), ma tutto sommato si procede più per inerzia (la tavola, in fondo, ha le ruote…) che per divertimento. SkateBIRD in sé funziona, al netto di una realizzazione spartana, ma non osa come sperato: vogliamo un seguito in cui agli uccellini sia davvero permesso di spiccare il volo.