Finora le gare in Italia si sono tenute prevalentemente al chiuso, mentre all’estero più dell’80% si svolgono all’aperto. Lo scorso agosto la prima gara outdoor a Pistoia
I droni stanno entrando a far parte sempre di più del nostro quotidiano, sia per diletto, per lavoro o semplicemente per sport: sono tanti gli usi che ne possiamo fare. Ad esempio, gli allenatori di calcio hanno usano i droni per seguire gli allenamenti delle proprie squadre, studiandone minuziosamente i movimenti dei giocatori dall’alto. Ecco quindi che non ci stupiamo quindi di fronte alla crescita esponenziale del drone racing: una vera e propria competizione sportiva tra piloti di droni, fenomeno che registra un interesse e una partecipazione crescente in tutto il mondo.
Droni che volano nel cielo da 0 a 100 in un secondo e raggiungendo velocità anche di 200 km/h seguendo un percorso delineato nei campi o magari nel bel mezzo di un bosco, dribblando i rami degli alberi con l’obiettivo di arrivare primi. Il drone racing è uno sport a tutti gli effetti che in quanto a emozione e a ritmo non ha nulla da invidiare all’appeal delle corse di F1. Il sistema di guida FPV, ovvero first person view, è quello utilizzato comunemente dai piloti durante le gare e che permette loro, di vedere “in diretta” su uno screen o attraverso degli smart glasses, tutto quello che vede il loro drone, esattamente come se fossero a bordo.
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Il peso della burocrazia
Complice una burocrazia lenta, le gare in Italia si sono sempre prevalentemente tenute al chiuso. Il motivo? Secondo l’Enac (l’ente nazionale aviazione civile) il problema principale era proprio la modalità di volo in prima persona (FPV). Tramite il visore elettronico non ci si può girare e c’è il rischio di non accorgersi di eventuali pericoli. Con l’estero che invece presenta più dell’80% delle gare all’aperto, favorendone la spettacolarità e la crescita tra il pubblico, anche se lentamente, le cose in Italia sono fortunatamente cambiate. E proprio lo scorso 26 agosto sì è tenuta la prima gara di FPV drone racing italiano svoltasi interamente outdoor nel campo volo A.M.C. Pistoia e inserita nel circuito nazionale del Campionato Italiano FAI.
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La performance toscana ha visto la partecipazione di 12 piloti iscritti che hanno potuto dar lustro alle proprie abilità di guida di droni all’aperto. L’Italia ha anche ospitato qualche settimana fa (a Magreta di Sassuolo, Modena) la gara numero 21 della Coppa del mondo FAI di FPV Drone Racing che quest’anno prevede addirittura 24 gare (erano 16 lo scorso anno). Insomma, il drone racing è sempre più popolare e finalmente è una disciplina riconosciuta e viva anche in Italia.