NBA League Pass propone dei pacchetti che consentono di guardare soltanto l’ultimo quarto di una determinata partita, al costo di due dollari.
Finalmente ci siamo. La nuova stagione NBA è ripartita, e con essa tutta la straordinaria offerta che le gira attorno. Se guardiamo alle squadre che scenderanno in campo, parecchie cose sono cambiate dall’anno scorso: a partire dal passaggio di Lebron James dai Cleveland Cavaliers ai Los Angeles Lakers. Le novità però non sono solo nelle formazioni: la stagione 2018/2019 regalerà anche un nuovo modo di guardare le partite.
Un abbonamento speciale
NBA League Pass, il canale a pagamento che trasmette tutte le partite della lega professionistica di basket americano, ha inserito tra le varie offerte la possibilità di guardare soltanto l’ultimo quarto di una determinata partita. Se il costo per l’intera gara è di 7 dollari, gli ultimi 12 minuti costeranno soltanto 2 dollari. Potrebbe sembrare un’offerta un po’ bizzarra, ma andando a vedere meglio si intuisce che ha le potenzialità per avere successo.
È pensata principalmente per il tifoso occasionale, che magari vuole vedere solo le fasi decisive di un match avvincente anziché seguire l’intero svolgimento. “Secondo me altri sport seguiranno quest’idea che ha avuto l’NBA – spiega Jim O’Neill, analista dell’azienda tecnologica Ooyala – i Millenial hanno meno voglia di passare due ore del proprio tempo a guardare eventi sportivi, e questo è un modo sicuramente originale che potrebbe intercettare proprio quella fascia di pubblico”.
I tifosi occasionali o i millenial non sono però gli unici target di questa campagna: l’offerta di Leauge Pass desterà l’interesse di chi scommette online su eventi sportivi live, utenti a cui interessa soltanto conoscere il risultato finale. Il modello pay-per-view non è certamente una novità, ma la NBA diventa così la prima lega professionistica americana a proporre un’offerta di questo tipo. Altre leghe con calendari simili, come la NHL di hockey o la MLB di baseball, potrebbero pensare di fare la stessa cosa.
Un meccanismo psicologico
“La NBA è molto brava a creare quella che si chiama FOMO (fear of missing out), ovvero la paura di perdersi qualcosa. I tifosi non vogliono altro che poter seguire ogni azione possibile” spiega Brice Clinton, ingegnere di CSG, un software che lavora con i media brand. Per fare un esempio: quando lo scorso anno Stephen Curry, il playmaker dei campioni in carica Golden State Warriors, era a un passo dal battere il record di tiri da 3 punti realizzati in una singola partita di finale, anche una persona non particolarmente tifosa avrebbe voluto vedere un pezzo di partita. Per vedere se sarebbe riuscito nell’impresa.
“È in corso un mutamento nel modo di guardare le partite, anche se ancora non sappiamo come gli spettatori vorranno seguire gli eventi da qui a qualche anno” aggiunge Brice Clinton. Ma vista l’offerta di altri sport, serie TV, videogame, forse un domani non troppo lontano nessuno guarderà più una partita per intero.