Dopo i numeri record registrati nel 2021, la startup romana gettonata sopratutto nei paesi anglofoni punta su Europa e America Latina e si prepara a chiudere partnership di peso
Nuovo round da 840mila euro per PunchLab, la startup che sfrutta i sensori di movimento dello smartphone per consentire di svolgere allenamenti casalinghi e interattivi tra boxe, kickboxing, muay thai e altri sport da combattimento. Conclusa a fine 2021, l’operazione vede la partecipazione di Primo Ventures, AZ ELTIF – ALIcrowd (Gruppo Azimut), LVenture Group e Sport Horizon Holding. Un investimento mirato ad accelerare la crescita di un’app già parecchio diffusa (in particolare negli Stati Uniti), scaricata finora da più di 350.000 persone e disponibile in 70 paesi, con un fatturato cresciuto del 300% nel corso dello scorso anno.
La semplicità di un’idea smart
La forza della soluzione sviluppata dai fondatori Simone Carcone, Valerio Raco e Nicolò Paternoster (quest’ultimo poi uscito dall’organigramma societario) è la semplicità, poiché consente di allenarsi seguendo i suggerimenti dei migliori trainer in circolazione e senza l’ausilio di attrezzature aggiuntive, pur avendo poco spazio a disposizione. Per farlo è sufficiente collegare il telefono a un sacco da boxe tramite una fascia elastica su misura, così da iniziare a eseguire colpi poi analizzati in termini di potenza, velocità e precisione. Il vantaggio è che si può andare per gradi e selezionare il tipo di prestazione da seguire, così che qualsiasi appassionato, neofita o esperto, può trovare l’allenamento su misura per imparare, migliorarsi e divertirsi, replicando i colpi suggeriti dall’app.
Un business senza confini
Un altro punto di forza è l’internazionalizzazione, facilitata dal puntare su un segmento che accomuna su scala globale milioni di interessati, di qualsiasi genere ed età. “Il 95% degli abbonati di PunchLab risiede all’estero, merito dell’azienda che ha saputo interpretare i cambiamenti in atto nel mondo dello sport e cogliere le opportunità offerte dal settore home fitness. Siamo convinti che il team riuscirà a raggiungere posizioni di leadership sul mercato”, commenta Guido Bocchio, CFO & Head of Venture Capital di Azimut Libera Impresa. L’abilità del team è stata anche saper cavalcare gli effetti della pandemia, che ha favorito l’intero settore dell’home fitness, un mercato che secondo le stime degli analisti potrebbe toccare i 26 miliardi di dollari a livello mondiale nel 2030.
Dopo aver rinnovato il prodotto, rafforzato il team e avviato le operazioni di marketing in Irlanda e nel Regno Unito, grazie al nuovo round PunchLab potrà accelerare la crescita, guardando ai mercati internazionali. Per capire cosa c’è nel presente e sopratutto nel futuro della startup romana, abbiamo sentito Valerio Raco, Ceo di PunchLab.
Quali sono i numeri della startup e quali quelli del 2021?
“Nell’ultimo anno abbiamo trovato una strategia di marketing con canali di paid advertising con la quale siamo riusciti ad acquisire utenti a profitto in maniera automatica e altamente scalabile. Oggi abbiamo più di 350.000 utenti che hanno giudicato la nostra app con uno strabiliante 4.8 stelle sugli stores. Continuiamo a crescere velocemente, specialmente nei paesi anglofoni come Stati Uniti, Regno Unito e Australia. PunchLab è stata venduta in più di 100 paesi e spediamo le nostre fascette in tutto il mondo. Nel 2021 abbiamo raggiunto il record di crescita, quadruplicando il numero di clienti rispetto all’anno precedente. Lavorando sul prodotto e aggiustando la nostra pricing strategy, inoltre, siamo riusciti ad aumentare del 50% il guadagno medio per utente. Nel complesso, così, il fatturato è aumentato di quasi 6 volte rispetto al 2020“.
Come utilizzerete il nuovo capitale per accelerare la crescita?
“La parola d’ordine è internazionalizzazione. Non dall’Italia, poiché il 95% dei nostri clienti è già residente all’estero, bensì come rafforzamento in mercati extra Usa, paese dal quale proviene l’attuale 70% dei nostri utenti. I nostri prossimi target sono l’America Latina e l’Europa, mercati giganteschi ai quali i nostri principali competitors non possono accedere facilmente. L’idea è allocare le nostre risorse per crescere in parallelo su questi mercati, sviluppare una strategia di contenuti multilingue e stringere rapporti con partners locali”.
C’è in previsione un allargamento del team? Se sì, quali figure ricercate?
“Il nostro business ci permette di mantenere un team piccolo che sviluppa le attività chiave, come prodotto, marketing e contenuti in app, mentre facciamo affidamento su consulenti e partner esterni per le attività accessorie. Una formula per noi efficace, questa, che ci consente di mantenere un’alta velocità operativa. All’orizzonte c’è comunque la volontà di ampliare il team, con l’ingresso di figure chiave per lo sviluppo software, con sviluppatori mid senior specializzati in react native, ma anche figure esperte nella progettazione di contenuti amanti del fitness e/o del pugilato”.
PunchLab continua a essere una startup totalmente in remoto?
“Assolutamente sì, abbiamo iniziato in remoto e continueremo cosi. L’indipendenza personale fa parte della nostra cultura aziendale, insieme a fiducia e work-life balance. C’e una grande differenza tra aziende costrette ad agire in remoto per via della pandemia e aziende come la nostra dove negli anni si sono sviluppati protocolli e tools che permettono di lavorare in maniera efficace in remoto, senza dover forzare nessuno a trasferirsi o passare ore nel traffico dell’ora di punta. Quello che potremo finalmente riprendere saranno i nostri retreat trimestrali, con il team che si raduna per celebrare i successi e immaginare il futuro dell’azienda in locations molto belle (con i soldi risparmiati per mantenere gli uffici)”.
La discesa dei contagi e il ritorno a una vita meno casalinga può rappresentare un ostacolo per lo sviluppo di PunchLab?
“Non sarà un problema, perché noi non seguiamo dinamiche e chiusure europee. Nonostante i contagi, in molti paesi le palestre sono quasi sempre rimaste aperte e noi siamo comunque cresciuti molto. Colgo l’occasione, inoltre, per ricordare che l’home-fitness non è nato nel 2020. La gente si allenava da casa ben prima della pandemia e con lo sviluppo di tecnologie digitali e la rivoluzione legata alla realtà virtuale, continuare a farlo sarà una scelta sempre più conveniente per milioni di persone. L’ultimo periodo ha dimostrato alla massa che c’è un altro modo di allenarsi. Alcuni cambiamenti sono destinati a rimanere nella nostra società, come il trasferimento in remoto di molti lavori e attività. Chi si è avvicinato all’home-fitness con app simili alle nostre non necessariamente tornerà ad allenarsi in palestra, tesi confermata da varie ricerche”.
L’obiettivo finale resta la exit strategy, strizzando l’occhio ai brand sportivi? Avete registrato finora manifestazioni di interesse in questo senso?
“Sicuramente rappresenta il percorso più lineare di exit per PunchLab. Con l’entrata nel mercato dell’home-fitness di giganti come Amazon, Apple e Google, tuttavia, le nostre opzioni si sono decisamente allargate. La dimostrazione sono le voci sulla possibile acquisizione di Peloton da parte di Amazon, scenario impensabile fino a pochi anni fa. Ad ogni modo, noi continuiamo a focalizzare l’azione per migliorare i numeri, anche se — pur senza essere alla ricerca di un compratore, poiché abbiamo da giocarci un paio di novità col potenziale per far impennare il nostro valore commerciale — non nascondo che siamo entrati nel radar di alcuni possibili partner commerciali molto interessanti”.