La startup sassarese nata nel 2016 ha risentito (in positivo) dell’effetto Covid. I volanti sardi finiscono su vetture da decine di migliaia di euro: “Ma c’è anche chi li tiene in salotto”
C’è chi lo monta per completare la replica da salotto di una Formula Uno (costo: 150mila euro) e chi preferisce tenerlo in bella vista senza usarlo: quello che conta è avvicinarsi il più possibile ai miti che sfrecciano in pista a trecento all’ora, guidando monoposto da sogno. Magari una Rossa con il marchio del cavallino rampante.
C’è tanta Sardegna nel boom degli e-sport seguito al lockdown di marzo e aprile. La voglia di correre aumenta anche – e forse soprattutto – se non si può uscire di casa e l’auto è parcheggiata in garage.
È anche grazie al virus che Cube Controls, startup innovativa fondata a Sassari nel 2016, è riuscita a quadruplicare gli ordinativi tra marzo e agosto scorsi, confermando la posizione acquisita negli anni tra maggiori player mondiali di settore. Volanti iper-tecnologici per un pubblico esigente di appassionati di simracing, le gare di velocità virtuali.
Simracing, Cube Controls: “Facciamo tutto fatto in casa”
La conferma dell’interesse che si sta creando attorno al movimento giunge dalla crescita esponenziale registrata tra le maggiori piattaforme online che trasmettono le competizioni. Come Twitch, che ha segnato +50% di iscritti tra marzo e aprile scorsi (fonte Autocar), ed ancora i 3,2 milioni di spettatori collegati in contemporanea su Youtube, Facebook e su altre piattaforme online di streaming in occasione del Formula 1’s Esports Virtual Grand Prix (fonte Insider Sport), passando al picco di 22 milioni di spettatori totali durante le competizioni virtuali di gare d’auto svoltesi nelle ultime settimane (fonte BBC)
Una spinta notevole è giunta, poi, dalle organizzazioni dei campionati di Formula 1, Nascar e WTCR: le quali hanno creato i primi eventi virtuali dove alcuni dei piloti professionisti più conosciuti competono tra loro. Tra tutti il giovane ferrarista Charles Leclerc, che si è aggiudicato il primo Virtual GP di F1, disputatosi il 5 aprile scorso lungo una ricostruzione virtuale, ma fedele in ogni dettaglio, del tracciato australiano di Melbourne. Assime al francese hanno partecipato piloti di F1 di oggi e di ieri, come Lando Norris e Jenson Button, oltre ad alcune star del simracing come Jimmy Broadbent e Anthony Davidson, solo per citarne alcuni: tutti insieme ai medesimi blocchi di partenza in attesa del triplice semaforo verde.
Ricerca, design, produzione: tutti i reparti trovano spazio nello stabilimento sardo, dove lavorano in quattordici. Con una qualità della vita, manco a dirlo, decisamente aumentata dalla vicinanza al mare.
“La Formula Uno è l’unico sport che si può giocare in maniera estremamente realistica anche restando a casa” racconta a StartupItalia Fabio Sotgiu, co-fondatore assieme a Massimo Cubeddu. “Nel simracing si può ricostruire interamente una vettura da gara, con tanto di abitacolo, sospensioni, pedaliera, arrivando a simulare persino la durezza dello sterzo e le vibrazioni quando si toccano i cordoli”.
I volanti della serie F1 e GT realizzati nel quartier generale di Sassari sono approdati in Germania, Olanda, Francia, Spagna, Australia, Stati Uniti e negli ultimi mesi c’è stato un forte interesse dagli Emirati Arabi, Giappone, Sud Corea, Hong Kong, Indonesia, Sud Africa e Russia per un totale, fino a ora, di 60 paesi serviti tra vendita diretta e resellers.
Quanto costa uno sterzo da pilota? “La versione base si aggira sui 750 euro – afferma Sotgiu – Ma si può arrivare a superare i mille con modelli che includono frizioni, display lcd e un numero maggiore di pulsanti”.
Sardegna, trasporti più difficili ma meno concorrenza
E poi c’è la Sardegna. Com’è fare impresa qui? “I collegamenti con il continente sono più difficili e costano un po’ di più, così come le spedizioni. Un problema che abbiamo affrontato migliorando il packaging con l’aiuto del nostro partner Dhl: in questo modo siamo riusciti a ottenere un risparmio del 25% sul costo di ogni singolo invio. È solo questione di ingegnarsi e discutere”.
La cosa veramente difficile, rivela Sotgiu, è un’altra. “Sull’isola si fatica a trovare personale competente dal punto di vista software, perché, anche se c’è una certa tradizione informatica, le aziende più grandi monitorano i giovani che escono dalle università e sono pronte a reclutarli”. Chi volesse candidarsi e provare il south working è informato.
Vivere a Sassari, però, può fare la differenza. E non solo in termini di qualità della vita. “Qui c’è meno concorrenza” ammette l’imprenditore. “Se dimostri di avere stoffa e cominci ad affermarti, è più facile farsi aiutare dalla Regione”, storicamente attenta a sostenere l’innovazione.
E Cube Controls, ormai, gioca su un palcoscenico globale: è appena uscita una versione aggiornata del sito, con alcune feature rivolte specificamente a chi non è residente nell’Unione Europea. Perché i problemi pratici sono anche i più importanti, quando si va a fare i conti. Dettagli a volte trascurati, ma che fanno la differenza per i potenziali acquirenti. “Il mercato americano era quello che ci guardava di più: ma comprava poco perché il sito non era strutturato nella maniera corretta dal punto di vista fiscale” chiosa Sotgiu.
Per il momento, Cube Controls, che vende molto anche Germania, UK e Repubblica Ceca, è auto-finanziata. Lo spirito è ancora quello degli inizi, quando il fondatore ipotecò casa per avviare l’azienda. “Ma il nostro obiettivo è espanderci in tutte le nicchie del mercato, dalle pedaliere ai sedili al telaio, fino ai simulatori di volo, e poi cercare partnership per produrre volanti per vetture reali”. Le premesse, e, soprattutto, l’entusiasmo, non mancano. “Del resto, siamo in anticipo di due anni sui piani”.