La piattaforma è stata ideata per mettere a disposizione la tv e il salotto alla community di appassionati. StartupItalia! ha intervistato il co-founder Federico Torno
Dove vedere le partite di calcio quando non si hanno abbonamenti TV o si è in una città nuova? Sono partiti da queste domande tre ragazzi di poco più di vent’anni, due di Palermo e uno di Milano, studenti universitari fuori sede, che hanno lanciato Sofan, un’applicazione che consente di condividere la propria tv e il proprio divano di casa per vedere eventi sportivi in compagnia. Abbiamo intervistato Federico Torno, uno dei co-founder di Sofan. Ecco cosa ci ha raccontato.
L’intervista al co-founder di Sofan
Federico, Com’è nata l’idea Sofan?
«L’idea è nata durante i nostri studi all’estero (Amsterdam, Londra e Madrid), noi e altri amici trovavamo spesso difficoltà nel seguire le nostre rispettive squadre del cuore, Palermo e Inter. Vedendo che non si trattava solo di un problema che sentivamo soltanto noi, ci siamo messi a tavolino e abbiamo pensato ad una soluzione. Poi ad Amsterdam abbiamo incominciato a organizzare degli eventi per seguire gli Europei di calcio ed abbiamo capito che la domanda c’era per davvero e l’idea cominciava a piacere anche ad altri. Molto spesso quando si arriva in nuove città e non si conosce nessuno si vogliono stringere nuove amicizie, e la condivisione per una passione come può essere lo sport può essere l’inizio per la nascita di nuovi rapporti, anche perché è senza dubbio più semplice stringere nuove amicizie in un ambiente composto da cinque persone rispetto ad un locale pubblico sovraffollato come i pub».
Come funziona esattamente Sofan?
«Per iscriversi come Host non si paga nulla. Per chi invece busserà alla porta del tifoso che lo ospiterà, suggeriamo un contributo tra i 3 e i 7 euro, da stabilirsi in base ai servizi offerti (come ad esempio una poltrona confortevole o una bella birra ghiacciata). In altre parole: da una parte, l’host recupera un po’ di soldi dei costosi abbonamenti TV, dall’altra il guest risparmia rispetto al vedere la partita nei pub. Ed entrambi si divertono conoscendo persone nuove».
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Bella l’idea di fare nuove amicizie, ma aprire il salotto a degli “sconosciuti” può non essere sicuro: come risolvete questo aspetto?
«Verissimo, la sicurezza è un concetto di primaria importanza per noi, per tutti coloro che metteranno a disposizione il salotto gli verrà chiesto un documento di identità e ci sarà un periodo di tempo iniziale in cui la loro richiesta sarà tenuta in “sospeso” per procedere alle opportune verifiche; mentre per quanto riguarda i Guest sarà fortemente consigliato l’upload del documento di identità in modo da verificarne il profilo. Ogni Host avrà la possibilità di accettare o rifiutare chi invierà la richiesta di partecipazione ad un evento di Sofan potendo così scegliere se accettare gli utenti “verificati” o no. Poi per quanto riguarda la diffidenza c’è anche da dire che oggi le persone condividono già la casa, la cucina, l’auto con perfetti sconosciuti, condividere il salotto di casa non lo vediamo come un ostacolo insormontabile, è semplicemente una cosa nuova, che come tutte le cose nuove deve essere provata e scoperta».
Qual è il piano di sviluppo della vostra startup? E cosa vi aspettate dal futuro?
«La fase di lancio iniziale riguarderà la città di Milano, in questo momento sul sito stiamo raccogliendo i primi host milanesi, ma visto il grande interesse che siamo riusciti a suscitare da tutta Italia puntiamo a raggiungere Roma agli inizi del nuovo anno e altre 3 città italiane entro la fine del 2019. Invece per i Guest il lancio sarà previsto con la piattaforma web per la fine di ottobre e a seguire lanceremo l’app per iOS e Android. Abbiamo deciso di muoverci prima sugli Host perché reputiamo importante avere prima un’offerta per creare la domanda, se ci fossimo concentrati da subito sui Guest avremmo generato senza dubbio uno squilibrio».
L’Italia è il mercato giusto per questo tipo di app oppure ce ne sono a vostro avviso di più favorevoli in Europa o nel Mondo?
«Il mercato più fertile potrebbe essere quello estero, abbiamo già avuto diverse richieste di arrivare in città straniere, ma per il momento ci vogliamo concentrare sull’Italia, in modo da sviluppare un modello di crescita da replicare nei diversi paesi che vorremo andare a coinvolgere, inoltre le persone potrebbero essere più aperte a certi tipi di nuove proposte e il senso di aggregazione e di sentirsi più vicini a casa condividendo la passione per la propria squadra si farebbe sentire molto di più, puntiamo a raggiungere quest’obiettivo tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2020. Infine la scalabilità è la parte più interessante di questo progetto, per lanciarci in un nuovo mercato non abbiamo un particolare bisogno di forza commerciale sul posto e questo snellisce notevolmente i tempi organizzativi».