Testato sulla nuova ammiraglia di Microsoft il terzo capitolo della saga
Gli sviluppatori di Supermassive Games sono tornati con il terzo capitolo della The Dark Pictures Anthology, in uscita anche sulla next gen (noi l’abbiamo testato sulla nuova ammiraglia di casa Microsoft). Per chi non conoscesse la serie basti sapere che i primi due episodi ci hanno abituato a conoscere uno stile definito della software house britannica, focalizzato su un gameplay non eccelso, ma forte di un’abilità nel saper narrare storie horror e di mistero. Plot e personaggi ben scritti hanno sempre fatto la differenza, contribuendo a rafforzare l’autorevolezza di una saga che è ora arrivata senza ombra di dubbio alla sua migliore espressione. Scoprite di più nella nostra recensione di The Dark Pictures Anthology: House of Ashes.
Una premessa storica
Poco più di un mese fa tutto il mondo ha ricordato il ventennale dell’11 settembre, data scolpita nelle memorie collettive e individuali. Gli esperti di geopolitica diranno che non esistono vere e proprie cesure e che tutto fa parte di un processo, ma chi vuole raccontare una storia può fare tranquillamente a meno di certe intransigenze accademiche. Da quel giorno l’America e l’Occidente sono entrati in guerra, una guerra che ha portato migliaia di soldati a calpestare e invadere territori in Medioriente, alla disperata ricerca di un qualcosa che non si è mai trovato. Indovinate di che si tratta.
La recente scomparsa di Colin Powell, segretario di Stato durante la prima presidenza di Bush figlio, ha ricordato a tutti un episodio spesso dimenticato della storia degli USA. Era il 5 febbraio 2003 – anno peraltro in cui si sviluppano i fatti del videogioco: ora ci arriviamo – quando il politico statunitense pronunciò al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite uno dei discorsi che sarebbero più pesati (in negativo) sulla sua eredità politica: non soltanto parlò del dittatore Saddam sostenendo che l’Iraq possedeva armi di distruzione di massa. Per rafforzare la sua tesi (e quella della Casa Bianca) espose a favore di telecamere una fiala con dentro una misteriosa polvere bianca. La prova regina (sbugiardata poi dalla storia) che avrebbe giustificato ogni tentativo bellico per fermare l’asse del male. Sappiamo come è andata a finire.
Torniamo a The Dark Pictures Anthology: House of Ashes
Il terzo capitolo The Dark Pictures Anthology: House of Ashes ha luogo proprio in Iraq, nel 2003. Il gamer ha la possibilità di impersonare tutti e cinque i protagonisti della storia, conoscendone i caratteri, il passato e modellando le loro scelte con evidenti conseguenze sulla trama e sul finale. Potrete salvare tutti o perderne qualcuno per strada: questo spetta a come scegliete di comportarvi. La guerra è soltanto un pretesto, in realtà, per condurre il giocatore verso scenari inaspettati, dove il bene e il male contano poco. La sopravvivenza è l’unico obiettivo.
Governando i personaggi in terza persona ci si fa strada in un Iraq sotterraneo, buio e pieno di pericoli. La grancassa mediatica contro Saddam non basta più per dare uno scopo a questi soldati, una ragione seria per combattere. Caduti in un cratere insieme a un gruppo di nemici, hanno altro a cui pensare. A livello grafico gli sviluppatori hanno senz’altro svolto un lavoro egregio, riuscendo a dipingere scenari che sanno giocare con l’ansia del gamer. Se vi piacciono i videogiochi con pause narrative e cinematografiche The Dark Pictures Anthology: House of Ashes è un titolo da prendere in seria considerazione. Non impeccabile invece l’esperienza del gameplay, con movimenti troppo rigidi sia nelle fasi di combattimento sia di esplorazione.
Gli aspetti narrativo e attoriale ci spingono però a considerare positivo il bilancio di The Dark Pictures Anthology: House of Ashes. La software house ha perfino coinvolto Ashley Tisdale (vi ricordato quella di High School Musical?) per farle impersonare una delle cinque figure che potremo pilotare. Disponibile con un doppiaggio anche in italiano, il videogioco sa catturare e spaventare con l’horror. Sì, ci siamo volutamente tenuti vaghi in merito alle minacce che incombono sulla sorte dei sopravvissuti: nel buio della terra nessun soldato può dirsi preparato alle creature e mostruosità risvegliate. Alcune scelte conducono alla vita, altre alla morte.