Una startup di tre ragazzi consegna un videogioco rilassante e allegro. Dalla Scandinavia con amore
Secondo i puristi, non ci sarà mai alcun obiettivo moderno, indipendentemente dalla risoluzione raggiunta, che possa eguagliare il fascino delle reflex. E non ci sarà mai alcuna foto a colori che possa competere con lo stile senza tempo delle foto in bianco e nero. Sembrano pensarlo anche i ragazzi di Something We Made, che per la loro versione svedese di Pokémon Snap, TOEM, hanno approntato un intero gioco in bianco e nero.
Something We Made… TOEM!
Tre ragazzi simpatici e un po’ matti – Niklas Mikkelsen (Ceo), Lucas Gullbo e Elias Albrecht – sono riusciti non solo a far debuttare il loro primissimo videogioco su Switch, Microsoft Windows, macOS, Classic Mac OS e PlayStation 5, ma anche ad attrarre la curiosità di Nintendo, che difatti in uno dei suoi ultimi appuntamenti virtuali coi fans ha dedicato a TOEM parecchio spazio.
Ma che cos’è TOEM? Una rilassante e compassata avventura basata sulla fotografia. Ci ha ricordato vagamente altre due produzioni indipendenti piuttosto recenti: Haven Park sviluppato in solitaria da Fabien Weibel, cofounder della startup Fatfish Lab e A Short Hike, altra deliziosa scampagnata virtuale di un solo sviluppatore: Adam Robinson-Yu. Ma, in realtà, non si può dire che TOEM sia imparentato, anche solo lontanamente, con questi due titoli, se non nel ritmo assai blando e placido con cui potrete portare avanti l’esplorazione delle idilliache ambientazioni nord-europee.
Tutto il concept di questa deliziosa avventura svedese poggia sulla necessità di risolvere piccoli enigmi tramite la nostra preziosa e fidata macchina fotografica. Il fine ultimo sarà quello di fotografare una vetta che pare sia bellissima, ma per arrivarci dovremo partire per un ‘lungo’ viaggio in pullman, che si declinerà in più tappe. Sprovvisti dei biglietti necessari per arrivare direttamente alle meta, non ci resterà che girovagare per le ambientazioni che compongono il gioco e aiutare tutti coloro che hanno bisogno di una mano e che ci compenseranno proprio con i timbrini utili a fare un’altra tratta di viaggio in bus.
Ogni missione, come in Pokémon Snap, andrà superata scattando foto e, qua e là, sarà perfino possibile rinvenire oggetti per potenziare la nostra reflex, come un cavalletto per foto più stabili e una trombetta che, spaventando gli animali selvatici, li farà uscire dalle tane. I vari elementi andranno combinati tra loro per risolvere i piccoli enigmi alla base delle folli e deliranti richieste dei PNG bisognosi di una zampa caritatevole. Nessuno valuterà la qualità dei vostri scatti, ma questo non rende la scampagnata lungo i bianchi paesaggi di TOEM meno incantevole.
C’è chi obietterà che oltre a quanto appena descritto, TOEM non offra altro, ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di un titolo sviluppato da tre sole persone e che soprattutto ha saputo fare di necessità virtù, confezionando una serie di piccoli diorami brulicanti di personaggi strampalati (come il fantasmino pudico o il tizio misterioso in impermeabile) senza pretese di strafare.
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Insomma, niente passi più lunghi della gamba come per il nostrano Baldo: The Guardian Owls, lunghissimo, vastissimo, ma pure zeppo di bug e di scivoloni dati dalla natura budget del titolo. TOEM da questo punto di vista si posiziona agli antipodi: è estremamente raccolto e prevede un gameplay piuttosto ripetitivo, ma fa molto bene il poco che si prefigge consegnandovi ai titoli di coda con una strana sensazione di compiuta soddisfazione, vi ritroverete appagati proprio come quando si inizia una passeggiata in montagna e si scopre di essere riusciti ad arrivare alla vetta. Una vetta da fotografare.