È la mente dietro la pagina satirica Ventenni Paperoni da 200mila follower e ci ha insegnato a vedere i personaggi Disney con altri occhi. Mattia Del Core ora è in libreria con un libro chiesto a gran voce dalla sua community. «Ho la “maledizione” di ricordare ogni tavola del fumetto. Gli autori mi hanno confidato di temere di finire nella mia rubrica»
Leggere Topolino per capire il mondo. Tuffarsi a Paperopoli per avere un’idea più chiara di ciò che accade al parlamento romano. Ficcanasare nelle storie amorose tra topi, paperi, oche e altri animali d’aia per scoprire che hanno una idea della famiglia più aperta di quanto non accada nella nostra società. Può sembrare una esagerazione, ma a passare in rassegna le immagini e le analisi che Mattia Del Core pubblica quasi quotidianamente sulle pagine social di Ventenni Paperoni, divenute proprio di recente pagine vere e proprie, cartacee, del libro omonimo di Edizioni NPE, si scopre che l’universo Disney non è poi così differente dal nostro. Anzi, letto attraverso le lenti che Zio Paperone porta sul becco, può essere utile per comprendere chi siamo, chi eravamo e chi saremo.
«Dal primo numero di Topolino a oggi il fumetto è cambiato enormemente», racconta a StartupItalia Mattia. «C’è più attenzione a temi legati al politicamente corretto, i cattivi forse si sono un po’ rabboniti, certamente tante storie del passato oggi non potrebbero più essere raccontate». L’autore di Ventenni Paperoni, libro che affonda le radici nella pagina social da oltre 220mila follower “Ventenni che piangono leggendo la saga di Paperon de’ Paperoni” («Fu creata dal mio amico Francesco Sebastiani e, quando iniziò a ingranare, mi chiese di dargli una mano a gestirla, poi lui si è dedicato ad altro, mentre io sono rimasto») è una sorta di enciclopedia vivente delle storie Disney.
Conosce a menadito tutte le vicende tra paperotti, topolini, anatroccoli, mucche e quant’altro. «La mia è una specie di “maledizione”: ricordo a memoria ogni tavola del fumetto. Spesso mi basta sentire in tv un fatto di cronaca e mi si accende una lampadina: quindi corro a ripescare la storia di Topolino che può essere collegata.» E subito ci fa un esempio: «In questi giorni si parla della frase della goccia che scava la roccia pronunciata dalla Presidente nel Consiglio nel post in cui annunciava di aver lasciato il compagno: ho subito trovato un riferimento in una storia di Paperino».
Le bizze della politica italiana aiutano parallelismi di questo tipo: «È celebre l’uscita di Matteo Salvini che sui social sventolava un Topolino d’annata con una storia in cui veniva realizzato il ponte sullo Stretto di Messina ma in quel fumetto l’opera si rivelava un fiasco colossale». E quando non è la politica a interessarsi a Topolino, è Topolino a sfruculiare la politica: «Ricordo ancora una storia degli anni ’80 che si intitolava Paperino portaborse e veniva messa alla berlina, tramite una descrizione satirica del parlamento di Paperopoli, la situazione italiana. C’era pure un ministro che distorceva una famosa frase andreottiana trasformandola eloquentemente in “le raccomandazioni logorano chi non le ha”. In un’altra storia veniva anticipato il progetto del Mose per salvare Venezia dall’acqua alta». Pure in anni più recenti Topolino ha fatto “politica”, anche se con finalità educative: «Nel 2000 è stato possibile votare per il sindaco di Paperopoli, uno stratagemma grazie al quale il fumetto spiegava ai più piccoli come funzionano le elezioni e il sistema elettorale».
E poi naturalmente c’è l’interpretazione più maliziosa del fumetto, che però ci apre gli occhi su quanto sia evoluta una società fatta di paperi e topi rispetto alla nostra. «Ho notato – spiega in tono esegetico l’autore di Ventenni Paperoni – che a Topolinia in genere si è amici, mentre a Paperopoli una grande famiglia allargata dove sono tutti parenti. Ma è soprattutto interessante osservare come nei nuclei familiari ristretti non ci siano mai genitori, solo zii e nonni: Paperino è zio di Qui, Quo e Qua e nipote di Paperone che è nonno dei tre paperotti insieme a Nonna Papera…» Come mai tutto questo? «Probabilmente per escludere dalle storie ogni rimando al sesso, ma anche per lasciare “vuoti” che permettano agli autori una certa libertà narrativa: alberi genealogici troppo precisi avrebbero eroso margine di manovra ideativo».
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«Quel che è certo – conclude Mattia – è che si tratta di famiglie poco convenzionali, che definiremmo allargate, se non queer, in cui basta volersi bene per stare assieme, mentre noi oggi dobbiamo certificare una relazione per non perdere diritti preziosi…» Allo stesso modo è pure certo, e forse è uno dei motivi per i quali le pagine social sono diventate così seguite, che le frasi maliziosette sfogliando Topolino non mancano mai: «Nel corso degli anni – ammette Mattia ridendo – ho conosciuto diversi autori Disney e alcuni mi hanno confessato di prestare particolarmente attenzione a ogni tavola perché temono di essere ripresi nella mia rubrica “Giovedì Piselloni” nella quale riportiamo frasi e situazioni che si prestano a doppi sensi».
Se alcune trovate sono forzate, in quanto decontestualizzate (la malizia, si sa, sta nell’occhio di chi guarda), il lavoro di archivio di Mattia permette di osservare quanto siano mutate le storie nel corso degli anni: paperi che sventagliavano fucili mitragliatori, zii che assestavano calci nel sedere o pugni in testa ai malcapitati nipotini… sono davvero tante le tavole che all’epoca non destavano alcuna attenzione mentre oggi susciterebbero polemiche a non finire. «È cambiato Topolino, sono cambiati i suoi anti-eroi, che in alcuni casi si sono perfino rammolliti». Nel libro c’è infatti un capitolo dedicato anche ai cattivi: «Negli anni Sessanta Pietro Gambadilegno progettava di far piovere cianuro su Topolinia, oggi non si potrebbe raccontare e infatti è spesso persino amico di Topolino con cui guarda le partite di calcio. Allo stesso modo la Banda Bassotti un tempo era davvero temibile mentre negli ultimi fumetti è stata ridotta a un gruppetto di rubagalline. Per fortuna alcuni cattivi sono rimasti tali: Macchia Nera, per esempio, o Cuordipietra Famedoro, un personaggio privo di qualsiasi morale che s’è macchiato del rapimento di Qui, Quo e Qua e ha attentato più volte alla vita della famiglia dei paperi».