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«Non siamo una horror house. Ecco perché abbiamo sviluppato Batora: Lost Haven». Intervista alla startup siciliana Stormind Games

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«Non siamo una horror house. Ecco perché abbiamo sviluppato Batora: Lost Haven». Intervista alla startup siciliana Stormind Games

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Abbiamo parlato con Antonio Cannata, Ceo e founder dell’azienda italiana famosa per la serie Remothered

Abbiamo parlato con Antonio Cannata, Ceo e founder dell’azienda italiana famosa per la serie Remothered

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Alessandro Di Stefano
31 ott 2022

«In molti potrebbero stupirsi: Stormind Games era partita con Remothered: Tormented Fathers e Remothered: Broken Porcelain, due videogiochi horror. E ora si buttano su un fantasy RPG con tematiche che potrebbero sembrare quasi adolescenziali? Ma si sono fregati il cervello? In realtà le cose sono più complesse di così». Nel racconto delle startup del gaming si scoprono talenti, ma anche il dietro le quinte che muove un’industry che in Italia vale oltre 2 miliardi di euro. Abbiamo intervistato Antonio Cannata, Ceo e Founder di Stormind Games, software house siciliana che vi abbiamo già raccontato qualche anno fa. In questo pezzo non ne ripercorreremo la storia (se siete curiosi leggete l’articolo del nostro Carlo Terzano), ma andremo a farci spiegare quel che non si nota a prima vista giocando a Batora: Lost Haven, titolo che abbiamo testato su Xbox Series X/S.

Batora: Lost Haven e Remothered: gemelli diversi

Lasciamo dunque che sia il founder di Stormind Games a spiegarci il motivo per cui dopo i due Remothered, è arrivato un hack ‘n slash per tutta la famiglia, inclusivo nel gameplay e dalla grafica molto più morbida. «La verità è abbiamo sempre lavorato a questi tre progetti contemporaneamente. Come concept Batora: Lost Haven è nato ancora prima che uscissimo con il primo capitolo di Remothered. E infatti appena tre mesi dopo il rilascio del secondo capitolo, abbiamo presentato i primi asset di questo nuovo videogioco».

Come software house indipendente, Stormind Games può contare su team di sviluppo di circa 60 persone. Risorse non da poco soprattutto alla luce di tutti quei two pizzas team che sfornano videogiochi (talvolta anche eccellenti) con poche mani a disposizione. «Siamo un’azienda totalmente indipendente, non abbiamo investitori. I soci siamo io e Federico Laudani e da sempre abbiamo come punto fisso la realizzazione di storie intense». Inevitabile quando si parla di horror, con trame che non possono lasciare indifferenti i gamer che riescono a farsi coraggio e a proseguire in un’avventura spaventosa. Ma lo stesso è valso in Baltosa: Lost Haven, prodotto che, come anticipavamo, è rivolto a un pubblico diverso e nel quale è la stessa software house ad aver riconosciuto il valore aggiunto.

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I problemi con Remothered 2

Non è un segreto e difatti è lo stesso Cannata ad averlo evidenziato nel corso dell’intervista: Remothered 2 non è stato un successo di critica, complici i gravi bug che i gamer hanno incontrato nei primi giorni di rilascio del titolo nel 2020. «Giustamente la gente si lamentava dei bug – ci ha spiegato il Ceo – ma non è stato qualcosa che è dipeso da noi. Il titolo è stato fatto uscire prima del dovuto». Ciò a influenzato pesantemente sul giudizio e soprattutto sull’esperienza in console. «Su quel capitolo ci siamo poi impegnati a rilasciare un sacco di patch, risolvendo le problematiche».

Batora: Lost Haven

Il riscatto

Un incidente di percorso può capitare e, a nostro avviso, può definirsi aggiustato dalla performance solida che abbiamo avuto in Batora: Lost Haven. Parliamone dunque: l’avventura parte con immagini emozionali, e un discorso decisamente empatico pronunciato da una voce femminile. Poco dopo, in realtà, scopriamo che il nostro alter ego, Avril, è una giovane tutt’altro che seriosa e cupa: corre insieme all’amica in un mondo devastato, ma il loro umore pare tutt’altro che a terra. Passano di fronte a quel che fu un cinema e si ricordano dei bei tempi andati, poi procedono oltre stuzzicandosi con battute e altre leggerezze.

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Batora: Lost Haven

«Il videogioco è stato pensato per andar da 0 a 100: all’inizio le due ragazzine hanno la fine del mondo davanti agli occhi eppure appaiono scanzonate. Mano a mano che la storia procede, le tematiche evolvono, e diventano congrue al processo di crescita». Dal momento che la trama è un elemento che merita non ci addentriamo oltre e lasciamo ai giocatori il piacere della scoperta. Anticipiamo però che l’elemento centrale della narrazione e del gameplay è strutturato in un dualismo: proprio all’inizio del titolo Avril affronta un’esperienza soprannaturale, che le darà in dono poteri straordinari: quelli del Sole e quelli della Luna. E da quel momento in poi inizia un viaggio interplanetario.

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Batora: Lost Haven

Da qui si apre tutto un mondo fatto di stili di combattimenti e strategie per annientare i nemici, con novità che verranno rilasciate nei prossimi mesi. «Con Batora: Lost Haven abbiamo dimostrato che non vogliamo essere una horror house. Vogliamo diversificare». A livello di biomi il videogioco saprà farsi apprezzare da chi adora le atmosfere fantasy, con scene dai colori intensi. Il combat system è divertente, facile da imparare e sfidante anche per chi cerca qualche sfida in più. L’ennesima dimostrazione di un ecosistema indie italiano che, da anni, continua a macinare producendo molto, talvolta con picchi di qualità notevoli.

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Tags: #BATORA-LOST-HAVEN #PEOPLE #RPG #STORMING-GAMES #VIDEOGIOCHI #XBOX-SERIES-X-S
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