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Quando un ragazzo di meno di 18 anni dice che imparare a giocare a rugby è stato per lui un “salvavita”, capisci che devi fermarti un attimo e riflettere. Dado è un ragazzo come tanti che vive nella periferia di Nord Ovest di Milano, in quella Quarto Oggiaro che, soprattutto negli ultimi anni e grazie alle numerose associazioni create dai cittadini, sta diventando un laboratorio sociale e un modello per le altre periferie. Quasi 50mila abitanti, un conglomerato di case popolari, cinque parrocchie, una moschea. A Quarto Oggiaro sono arrivati prima gli operai dal Veneto e dal Piemonte, poi tante persone da Sud nel secondo dopoguerra. E dagli anni Novanta in poi gli stranieri, che oggi sono circa il 20 per cento della popolazione.

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Qui un ragazzo come Dado ha rischiato di perdersi. Come dice nell’intervista raccolta sul sito del CUS Milano Rugby: “Prima di iniziare col rugby, nonostante la mia giovane età, diciamo che ero molto “vivace” in giro. Non andavo di certo a rubare o a uccidere le persone, ma succedeva spesso che litigavo per strada. Adesso grazie al rugby, quindi crescendo mentalmente, ho capito che queste cose non servono nella vita e ti portano alla rovina. Mi sento di dire che il rugby è stato per me proprio un “salvavita”!”

Se la situazione per Dado è cambiata lo si deve a un gruppo di volontari del progetto INSIEME di Mediobanca e del Cus Milano Rugby che in questo quartiere, ma non solo qui, fanno la differenza. Portano i ragazzi a scoprire potenzialità e talenti che non avevano ancora esplorato, creano un gruppo, insegnano valori nuovi come quello di lavorare in squadra, di provare a costruire il futuro col lavoro, con la fatica, con il gioco. “Il campo di Quarto Oggiaro– dice Dado nell’intervista – è un posto dove ci si può divertire, sfogare, imparare e crescere”. In questo contesto sono le persone a fare la differenza. E lo sono in particolar modo gli allenatori che per i ragazzi diventano un punto di riferimento che va al di là del gioco. Impossibile dimenticare i loro nomi dice Dado: “Chicco ed Enrico in under 14, Edo e Boggio in under 16”.

Non è retorica sostenere che questo campo in periferia ha cambiato la vita di tanti ragazzi del quartiere. Lo si legge tra le parole pronunciate dai ragazzi e dal sorriso delle foto dei genitori che si sentono più sicuri quando lasciano i ragazzi uscire per strada.

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La storia di Muliana e del campo di via Padova

Ci spostiamo in un’altra periferia della città. Siamo in via Padova zona a Nord di Piazzale Loreto una zona di Milano troppo spesso e non sempre giustamente associata al degrado.

Anche qui il progetto INSIEME di Mediobanca in collaborazione con il Cus Milano Rugby e di cui vi abbiamo parlato in varie occasioni (qui l’ultimo articolo), ha portato un’oasi di bellezza e serenità grazie a un campo di rugby che è diventato in pochissimo tempo un punto di riferimento per tante famiglie della zona.

I ragazzi, grazie all’impegno di tanti educatori, si ritrovano in questo campo per svolgere attività sportiva, non solo rugby ma anche pallavolo, calcio, palla prigioniera, ma anche per svolgere attività più tranquille come disegno o giochi da tavolo. L’obiettivo del progetto è promuovere e trasmettere ai ragazzi i valori dello sport, quindi la disciplina, l’impegno personale costante, il perfezionamento del proprio talento. Il tutto si coniuga in un importante percorso di riqualificazione di zone periferiche ad alto rischio esclusione sociale. Complessivamente il progetto ha coinvolto più di 1.500 ragazze e ragazzi, di età compresa tra 8 e 14 anni.

 

Muliana è una delle mamme che portano (o portavano a causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria) tutti i giorni i figli a giocare sul campo perfettamente sistemato e rimesso a nuovo. “Mio marito è un maniaco dello sport. Allora per i nostri figli siamo continuamente alla ricerca di risorse sportive da poter frequentare. Grazie a internet, abbiamo scoperto questo meraviglioso progetto di via Padova. Siamo stati felici di trovare persone gentili e accoglienti, grazie di cuore per esserci” dice Muliana mamma di Yani e Maya, ragazzi che frequentano il campo.  Dalle sue parole si capisce quanto questo “laboratorio” di esperienze nella periferia di Milano si diventato fondamentale per le famiglie del quartiere. E anche se le attività si sono dovute interrompere durante l’emergenza sanitaria il campo continua ad avere un ruolo essenziale per i ragazzi.

 

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Potete leggere le interviste complete a Dado e Muliana sul sito del CUS Milano Rugby. Qui troverete presto altre storie che testimoniano l’importanza di creare reti di solidarietà e inclusione come quelle realizzate grazie al progetto INSIEME di Mediobanca e nato in collaborazione con il Cus Milano Rugby