Al momento i casi in Europa riguardano tre Paesi: sono Italia, Grecia e Romania secondo l’European Centre for Disease Prevention and Control, un’agenzia parte dell’Unione Europea. La morte nei giorni scorsi di una donna di 82 anni, in provincia di Latina, a causa della febbre West Nile ha preoccupato la popolazione. Va comunque detto che i rischi per le persone sono limitati ed esistono comportamenti di prevenzione efficaci.

Che cos’è la febbre West Nile?
Come si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, si tratta di una malattia provocata dal virus West Nile, appartenente alla famiglia dei Flaviviridae e isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda. Siamo appunto nel distretto West Nile. Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. Il principale mezzo di trasmissione all’uomo sono le zanzare (più frequentemente del tipo Culex) e gli uccelli selvatici.
La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con chi è infetto. Sempre l’Istituto Superiore di Sanità informa: “La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave”.

La mappa dei casi di febbre West Nile aggiornata
Sul sito dell’European Centre for Disease Prevention and Control è stata pubblicata una mappa in cui si evidenziano i casi finora accertati di questa febbre. Per prevenire la presenza di zanzare in generale nel periodo estivo gli esperti suggeriscono di svuotare gli invasi dall’acqua: in quegli ambienti infatti questi insetti depongono le uova.
L’Istituto Superiore di Sanità ha informato che fino all’autunno sarà pubblicato un bollettino periodico riguardante l’evolversi della situazione. “Nel 2025 – si legge – dall’inizio della sorveglianza sono stati segnalati 5 casi confermati di infezione da West Nile Virus (WNV) nell’uomo, di cui 4 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (1 in Piemonte, 1 in Emilia-Romagna e 2 Lazio) e 1 caso di febbre (1 in Veneto). Il primo caso umano autoctono di infezione da WNV della stagione è stato segnalato dal Piemonte il 20 marzo nella provincia di Novara”.