«Il digitale offre tante opportunità: puoi costruirti una carriera e lavorare ovunque da remoto. Ma se ti promettono grandi guadagni con poco sforzo, c’è qualcosa che non va». Lui è Riccardo Molaro, 29 anni, passione per i viaggi e per il web. Vive tra Fuerteventura, Cividale del Friuli e il resto del mondo. Professione: nomade digitale. Offre servizi di marketing alle aziende e dal suo profilo Instagram dà consigli a chi vuole coniugare lavoro e flessibilità. «Ho viaggiato in una trentina di Paesi, e ogni destinazione mi ha aiutato ad aprire la mente e vedere le cose da prospettive diverse», racconta.
A 20 anni Riccardo decide di fare la sua prima esperienza all’estero. Si trasferisce a Londra. Dopo un anno e vari lavori, la curiosità di conoscere posti nuovi lo porta in Thailandia, zaino in spalla e pochi risparmi. «Era il 2016 e mi colpiva vedere tante persone lavorare al computer nei bar. Lì ho realizzato che grazie al digitale avrei potuto costruire la mia carriera ovunque».

Dal Friuli a Fuerteventura
Rientrato in Italia, si iscrive allo IED di Venezia, corso triennale in Marketing e comunicazione. «Avrei potuto seguire il percorso classico: lavorare in un’agenzia per fare esperienza e poi avviare un’attività. Ma ho deciso di provare a crearmi un’autonomia». Così inizia a realizzare siti web per attività locali. Il primo cliente, un’azienda agricola del Friuli, arriva tramite il passaparola. Poi insieme a tre amici, uno sviluppatore web, un copywriter e una SEO specialist, crea una community di liberi professionisti. Si chiama Friulancers, dall’unione di “Friuli” e “freelancers”. «Volevamo collaborare per trovare più clienti e garantire maggiore qualità, ma anche ispirare altre persone a esplorare le opportunità del digitale».
È il periodo della pandemia e del lavoro a distanza obbligato. L’attività cresce e parte del team decide di trasferirsi per due mesi a Fuerteventura. «Avevamo visto alcuni video dello youtuber Marcello Ascani. Fuerteventura era ed è ancora piena di professionisti da tutta Europa che lavorano da remoto. Le contaminazioni e gli stimoli sono fondamentali per chi vuole seguire un percorso diverso».

Lì Riccardo crea NomadX, una nuova community per supportare chi vuole avviare una professione da remoto. Ha un team distribuito tra Italia, Spagna, Regno Unito. «Ci occupiamo soprattutto di sviluppare funnel per acquisizione clienti, ma offriamo anche altri servizi, dalla creazione di contenuti all’advertising. E poi c’è la formazione per aspiranti nomadi digitali».
I consigli per nomadi digitali
Oggi la sua base è a Fuerteventura. «Non sono un lavoratore itinerante che cambia città ogni settimana, ma posso scegliere di lavorare per lunghi periodi in Italia o in un altro Paese», spiega Riccardo. E a chi vuole seguire un percorso simile consiglia: «Il primo passo è confrontarsi con chi ha già intrapreso questa strada, informarsi, partecipare a live sui social, entrare in community. Ma la cosa più importante è sviluppare competenze concrete. Senza non si va da nessuna parte. Si può iniziare con copywriting, advertising, gestione social, sviluppo di siti web e landing page». E per trovare clienti? «Individua una nicchia di mercato, perché chi parla a tutti non parla a nessuno. Pensa a una strategia di outreach per raggiungere i potenziali clienti, proponi una videochiamata. Puoi anche adottare un approccio freemium. L’importante è dare valore. E diffidare dai facili guadagni: le promesse troppo grandi hanno le gambe fragili».