Da ottobre Meta non consentirà più nell’Ue la pubblicazione di inserzioni a pagamento relative a temi sociali, elettorali e politici. «Una decisione difficile – afferma il team guidato da Mark Zuckerberg – In risposta al nuovo regolamento Ue sulla trasparenza e il targeting della pubblicità politica che implica sfide operative rilevanti e incertezze a livello giuridico», e porta gli utenti «a visualizzare annunci meno personalizzati», sulle piattaforme. «Le nuove misure – aggiunge – non impediranno a cittadini o candidati Ue di pubblicare contenuti e discutere di temi politici. Ma tali contenuti non potranno essere amplificati con inserzioni a pagamento».
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Meta e il Regolamento UE
Approvato nel marzo 2024, il Regolamento europeo 2024/900 punta a rendere più trasparente la pubblicità politica nell’Unione europea, soprattutto in vista delle elezioni europee del 2029. Il testo, che entrerà pienamente in vigore dal prossimo ottobre, impone alle piattaforme digitali l’obbligo di etichettare chiaramente i contenuti pubblicitari di natura politica, di indicare chi ha pagato per l’annuncio e con quale importo, e di garantire che i messaggi mirati non utilizzino dati sensibili degli utenti come quelli relativi a origine etnica, convinzioni religiose, salute e orientamento sessuale, oltre a escludere i dati relativi ai minori. Sono previste anche regole stringenti sulla conservazione delle informazioni: i dati relativi agli annunci politici dovranno essere mantenuti per almeno sette anni e resi disponibili in un archivio pubblico accessibile.
L’obiettivo è quello di evitare interferenze elettorali, campagne di disinformazione e abusi sistemici come quelli emersi durante lo scandalo Cambridge Analytica del 2018, che svelò l’uso illecito di milioni di profili Facebook per influenzare il voto negli Stati Uniti e durante la campagna per la Brexit. Le sanzioni per le piattaforme che non si adegueranno alle nuove regole potranno arrivare fino al 6% del loro fatturato annuo global