Quando qualcuno muore lascia dietro di sé beni materiali e immateriali, ma lascia anche un’enorme quantità di contenuti digitali. La gestione dei social media dopo la morte è un fenomeno abbastanza recente e le nostre generazioni stanno rapidamente sviluppando una vera e propria cultura attorno ad esso, a tal punto che i funerali virtuali stanno diventando parte della cultura dei social media.
Secondo la ricerca di ExpressVPN, entro la fine di questo secolo, il numero di account di utenti Facebook deceduti raggiungerà quasi i 5 miliardi, dato che supererà il numero di account di utenti viventi. Vediamo allora di capire cosa succede ad un account social dopo la morte di chi lo possiede. Chi avrà accesso all’account della persona defunta? Verranno mantenuti i diritti sulla privacy e sulle informazioni? Vediamo di scoprirne di più e soprattutto di documentarsi su come preparare al meglio la propria eredità digitale.
Come preparare la propria eredità digitale
La prima cosa da fare è l’inventario della propria presenza nel panorama digitale tra account social, siti web, blog, account email e calendari digitali. È fondamentale fare il punto su tutti gli account presenti online e su come appare il processo di accesso; se questi account sono dotati di funzionalità automatizzate e se contengono o meno qualcosa di estremamente riservato.
In termini di funzionalità automatizzate, è importante valutare che le notifiche possono continuare a inviare avvisi o e-mail per molto tempo dopo la propria assenza e quindi svelare interessi che erano attivi durante la propria presenza online. Una volta che si ha un resoconto completo sulla propria presenza digitale, è importante pensare a cosa si vorrebbe che accadesse a questi account dopo la propria morte. Se si preferisce che gli account vengano cancellati, se si vuole lasciarli come sono o se li si vuole utilizzare come spazio commemorativo. In tal modo, si potranno lasciare istruzioni esatte ai propri eredi.
Le politiche dei social media sulla morte
Le varie piattaforme dei social network possono o meno avere policy interne relative alla morte. È importante, dunque, documentarsi su quali siano le politiche attive in merito alla morte per ogni piattaforma, se esiste la possibilità o meno di eliminare o rendere commemorativo l’account o se alla fine verrà eliminato a causa di inattività.
Ci si può documentare anche su quali sono i requisiti affinché una persona di propria scelta possa accedere e gestire il proprio account in caso di scomparsa. Vediamo allora alcune delle politiche per alcune delle piattaforme di social media più popolari:
- Facebook: Facebook offre la possibilità di commemorare un account dopo la morte di un utente. Un amico intimo o un familiare può richiederlo avvisando Facebook. La piattaforma non rivelerà le credenziali di accesso dell’utente, ma aggiungerà un badge “ricordando” il profilo dell’utente. Il contenuto rimane visibile, ma il profilo utente non apparirà più nelle ricerche pubbliche o nei suggerimenti di amici. È possibile, come utente, designare un contatto erede per il tuo account. Quella persona sarà quindi in grado di apportare modifiche all’account. Alcuni esempi includono l’accettazione di richieste di amicizia, il blocco di post di tributo e la modifica dell’immagine del profilo.
- Instagram: poiché Facebook possiede Instagram, la sua politica sugli account di utenti deceduti è più o meno la stessa. Chiunque può richiedere che un account Instagram venga reso commemorativo con una prova della reale morte, come un collegamento al necrologio. Un account commemorativo non apparirà diverso da qualsiasi altro tipo di account, ma le impostazioni sulla privacy non possono essere modificate: sostanzialmente sono congelate. L’account può anche essere cancellato completamente, ma in questo caso Instagram richiederà una prova ufficiale come un certificato di morte.
- X (alias Twitter): Twitter disattiverà l’account su richiesta. La richiesta deve essere presentata da un familiare o da una procura con documento di identità e prova di morte. Twitter prenderà in considerazione fattori di interesse pubblico, come l’attendibilità della notizia, prima di accettare qualsiasi richiesta di rimozione di immagini o tweet specifici.
- Snapchat: questa piattaforma di social media non offre una politica ampia, rispetto alle sue controparti. Secondo la pagina “Contattaci” del sito, Snapchat afferma: “Siamo così dispiaciuti per la tua perdita. Vorremmo aiutarvi in ogni modo possibile.” La politica non consente a un individuo di ottenere l’accesso all’account, ma Snapchat consente di eliminare l’account del defunto dietro presentazione di un certificato di morte.
- Youtube: la società madre di YouTube è Google, il che significa che la maggior parte degli account sono associati a un account Gmail. Gli utenti di Google possono utilizzare il suo strumento “account manager inattivo” per decidere cosa far succedere ai loro account dopo un periodo di inattività da loro specificato. Lo strumento offre opzioni avanzate, come la chiusura di account o l’invio di dati specifici a contatti selezionati. In caso contrario, i parenti stretti possono richiedere la disattivazione di un account tramite presentazione di una copia del certificato di morte.
Affidarsi a un gestore di password
Uno strumento di gestione delle password può essere un ottimo modo per prepararsi alla propria futura morte. Alcuni gestori di password forniscono anche impostazioni che consentono che i propri dati vengano forniti ad individui specifici. Attraverso il gestore di password si può fare dunque un favore ai propri cari fornendo loro un accesso rapido e semplice, ma sicuro, alle informazioni di cui avranno bisogno.