Lo scontro tra Universal Music Group e TikTok termina con una soluzione che accontenta entrambe le parti. Come si legge su The Verge la casa discografica ha infatti raggiunto un accordo con il social di ByteDance che permetterà anzitutto agli utenti di tornare a utilizzare la musica di artisti come Taylor Swift e Drake per i propri video caricati sulla piattaforma. Su StartupItalia vi abbiamo raccontato dello scontro tra UMG e TikTok scoppiato a inizio 2024, quando la società ha deciso di ritirare il proprio roster di musicisti dalla libreria in polemica col social, parlando ad esempio di compensi non adeguati.
Come ha fatto TikTok a convincere Universal Music Group?
Lucian Grainge, Ceo e Presidente di UMG ha dichiarato: «Questo nuovo capitolo del nostro rapporto con TikTok si concentra sul valore della musica, sul primato dell’arte umana e sul benessere della comunità creativa». Uno dei temi sul tavolo era proprio quello dell’intelligenza artificiale: nel mondo sono moltissimi gli artisti che chiedono maggiori tutele rispetto all’abuso dell’AI generativa.
Soddisfatto anche il Ceo della piattaforma di ByteDance, Shou Chew. «Ci impegniamo a lavorare insieme per dare valore, scoperta e promozione a tutti gli straordinari artisti e cantautori di UMG». Il social di ByteDance si impegna dunque a contrastare la diffusione di brani non autorizzati e generati con l’intelligenza artificiale che danneggiano il diritto d’autore degli artisti.
Il peso di Taylor Swift
Nell’accordo appena siglato tra il social e UMG sono anche citate nuove opportunità di monetizzazione grazie alle funzionalità ecommerce che la piattaforma ha intenzione di implementare. Uno dei nomi più noti di Universal Music Group è senz’altro Taylor Swift, la persona dell’anno 2023 secondo la rivista Time.
Nel frattempo il social in mano a ByteDance continua a confrontarsi con una situazione non facile negli Stati Uniti, dove si attende soltanto la firma del presidente Biden alla legge che costringe la Big Tech cinese a vendere il social a un soggetto non cinese nel giro di massimo un anno, pena la messa al bando dal territorio statunitense.