L’innovativo progetto è in fase di realizzazione alla scuola media di San Casciano: a fare da maestri arrivano i bottegai
A San Casciano da qualche settimana i ragazzi non studiano solo storia, geografia e matematica ma imparano a maneggiare martelli, chiodi, scalpelli. Dieci studenti ogni settimana trascorrono tempo ad imparare a intagliare, restaurare, impagliare e ricamare. E’ l’ora di artigianato. C’è chi, come i digital makers, inventa il futuro e chi, alla media “Ippolito Nievo”, riprende le tradizioni del passato per insegnare agli studenti un mestiere. Entrambi sono artigiani, gente di bottega, uomini che costruiscono, che mettono mani ad oggetti per trasformarli. Il motto di questo progetto all’ “Ippolito Nievo” è “Impara l’arte e mettila da parte”.
L’idea è nata dal Cna di Firenze ed è stata sostenuta immediatamente dall’amministrazione comunale di San Casciano, dall’Unicoop e da ChiantiBanca. A fare da professori agli studenti-artigiani sono i maestri bottegai come il restauratore in decapatura Leonardo Nencioni e l’impagliatrice Angela Bettini. L’ex aula dedicata all’educazione artistica è stata trasformata nel laboratorio della scuola: dieci studenti trascorrono due ore alla settimana imparando ad usare gli strumenti dell’artigiano. Imparano a usare le mani, ad avere attenzione e cura per il mestiere.
Un progetto che durerà l’intero anno scolastico e che ha già avuto i primi risultati: i ragazzi hanno cominciato a produrre cornici, ad impagliare e restaurare sedie, comodini del ‘700. Un inno alla manualità e alla creatività che trova un comune denominatore con gli artigiani tecnologici. Un’idea che trova le radici anche nel piano de la “Buona Scuola” che ha dedicato un capitolo al tema. Oggi la scuola ha, infatti, il dovere di stimolare i ragazzi a capire il digitale oltre la superficie, a non limitarsi ad essere “consumatori digitali”, a utilizzare un sito web, una app, un videogioco ma a progettarne uno.
Ogni studente deve poter essere esposto ad esperienze di creatività e acquisire consapevolezza critica verso il digitale: per esempio imparare ad utilizzare gli open data per raccontare storie, gestire privacy e sicurezza in rete, utilizzare tecniche di stampa 3D. E’ la realizzazione, l’imparare a fare, al centro della scuola del futuro. A San Casciano – raccontano i prof arrivati dalle botteghe – i ragazzi non vedono l’ora ogni settimana di venire in laboratorio per realizzare un tavolo, per metter mano ad un armadio, per trasformare oggetti. La bottega artigiana diventa così uno spazio sociale e didattico, una culla di creatività, il palco delle idee.
A San Casciano, sindaco e dirigente scolastico, sono felici di quanto sta accadendo. Una testimonianza di quanto scuola-lavoro siano a braccetto e debbano andare di pari passo. E non sempre una didattica di questo genere dev’essere intesa come un’attività alternativa alle ore di grammatica e geometria, per i ragazzi più in difficoltà. La scuola italiana, grazie alla tradizione artigianale, può aspirare ad introdurre il lavoro come un’esperienza didattica innovativa che guarda oltre le aule, che si collega con le aziende del territorio, che costruisce ponti all’estero.