Ha appena pubblicato un libro per Mondadori. A 26 anni guida un gruppo di giovani che vogliono rendere i social un posto migliore. Per Venti di Futuro la nuova storia firmata da Eleonora Chioda
«Non chiamatemi influencer, io sono un unfluencer. Cambia una sola lettera, ma cambia tutto» Andrea Nuzzo, 26 anni, romano, è un creator digitale. Conosciuto come il papà di “Sii come Bill”, coordina un gruppo di unfluencer, giovani unconventional influencer che vogliono rendere i social un posto migliore. Sei ragazzi, tutti under 30, propongono nuovi modelli educativi, competenze e notizie. Trattano un sacco di materie con ironia e leggerezza. Così Linguistica, Storia, Filosofia, Scienze, Arte e Nuove tecnologie non hanno più segreti per la Generazione Z. L’università li guarda con attenzione, i musei li chiamano, le scuole li vogliono.
«Come gli influencer lavoriamo con i social, ma il nostro obiettivo è proporre valori, spiegare materie, raccontare storie potenti. Se usati con consapevolezza, i social possono essere uno strumento fantastico». Tutto è iniziato nel 2015. Andrea è un ragazzino timido che smanetta nel silenzio della sua cameretta. Crea Bill, il personaggio di una vignetta ironica capace però di veicolare valori. “Sii come Bill” è una pagina Facebook che arriva a superare il milione di followers. Bill è intelligente, consapevole, ironico, pungente. «È un omino fatto di linee e punti, talmente semplice che tutti possono immedesimarsi. È la nostra coscienza».
Andrea scopre così di avere una passione e delle competenze (“forse innate”). Fonda una testata online, regolarmente iscritta al tribunale, scrive il romanzo “Bill esce dal web” per Mondadori, si iscrive alla facoltà di Comunicazione a Roma. Passano tre anni: ecco la laurea triennale, 110 e lode, una tesi su Bill. Poi si trasferisce a Pavia, sceglie la laurea magistrale in Comunicazione digitale. Intanto apre la partita IVA, inizia a lavorare, fa consulenza social alle aziende. Piano piano, vince la sua timidezza e decide di metterci la faccia.
Ogni domenica si sposta su TikTok, riflette sull’attualità e sulle sette cose che ha imparato negli ultimi sette giorni: il suo TG7 lo rende ancora più noto (lo trovate qui). Incontra Michele Casula, decidono di unire le loro competenze e fondare un’impresa. I numeri iniziano a girare, lo invitano agli eventi, in tv.
«È a questo punto che ho capito che qualcosa non andava. Quando mi sentivo presentare come influencer, un brivido mi scendeva lungo la schiena. Mi trovavo sempre a dare spiegazioni, a dire ciò che non ero. Mi sentivo diverso. Un influencer non convenzionale appunto. Dopo qualche mese mi sono domandato “Dove vado da solo?”. Ho capito che non ero l’unico ad avere questa visione, che c’erano molti giovani che volevano informare con leggerezza e diffondere cose socialmente utili». Così Andrea crea il suo gruppo @unfluencer.s: c’è Veronica Repetti si occupa di linguistica (@linguisticattiva), Marco Andrea Teti di geologia (@iamkangeon), Valentina Pano di filosofia (@sonomelaidi), Giusy Vena di arte contemporanea (@less.is.art), Camilla Di Pasquasio di neuroscienze (@neurosgami) e Selma Mazili di politiche internazionali (@its_selma).
«Non vogliamo essere troppo pedanti o metterci sul piedistallo. Vogliamo essere ironici, equilibrando tra contenuto utile e leggerezza. Siamo attivi on e offline. Andiamo nelle scuole, parliamo di cyberbullismo, disturbi alimentari. Collaboriamo con i Musei, saremo a Palazzo Strozzi a Firenze. Impariamo a dire no ad aziende che non sono in linea con i nostri valori. Ci rivolgiamo ai genitori per far capire che i social non sono il male assoluto, che possono creare opportunità e lavoro. Ci rivolgiamo ai giovani per far capire che anche l’intelligenza è di moda».
Un ponte tra mondo degli adulti e Generazione Z. Tante domande, molte nuove consapevolezze. «Quando ho iniziato a capire il mondo, mi sono chiesto perché certe cose nessuno me le avesse spiegate prima. E ho deciso di fare la mia parte. Vorrei far capire alla generazione che è venuta dopo la mia che i social hanno del potenziale, ma bisogna conoscerne gli effetti collaterali».
Nel suo futuro Andrea continua a vedersi un imprenditore che fa cose utili per gli altri. «Ho unito i punti della mia vita e mi sono mosso per agire. A chi vuole lavorare sui social do tre consigli: siate coerenti con i vostri valori. Chiedetevi sempre “perché voglio comunicare?” E imparate a gestire le critiche e a rispondere ai vostri genitori quando vi diranno “ma che lavoro è?”. Mia mamma non ha capito subito che cosa stessi facendo. Ora è la mia fan numero 1».