Esce allo scoperto il progetto di Francesco Inguscio di Nuvolab sostenuto da Oltre Venture: una piattaforma per difendersi in modo immediato dall’hate speech
Secondo stime dell’International Center for Research on Women nel mondo il 73% delle donne ha subito un qualche tipo di violenza di genere tramite strumenti digitali. Ma l’odio online, come dimostrano le più diverse situazioni da quelle legate ai politici al cyberbullismo fra compagni di scuola, si accanisce contro qualsiasi gruppo sociale. L’ultima “Mappa dell’intolleranza” redatta all’inizio dell’anno da Vox Diritti spiegava che su un campione di oltre 215mila tweet analizzato all’epoca, ben il 70% conteneva “hate speech”: tra questi il 32% riguardava i migranti (+15% rispetto al 2018), il 27% era contro le donne (+2% rispetto al 2018), il 15% riguardava odio contro gli islamici (+7%rispetto al 2018), l’11% contro i disabili (+3% rispetto al 2018), il 10% contro gli ebrei (+6% rispetto al 2018) e il 5% contro gli omosessuali.
Secondo Chi Odia Paga, gli attuali strumenti di tutela legale non permettono di difendersi in modo altrettanto agevole e immediato rispetto alla slavina di insulti e minacce che spesso si riceve solo perché si tenta di problematizzare le questioni e di approfondirne ogni sfumatura. Che cos’è Chi Odia Paga? La prima piattaforma legaltech italiana che difende legalmente le persone bersaglio di odio online (dalla misoginia alla xenofobia passando per islamofobia, omofobia, antisemitismo) rispetto ai connessi reati di cui sono vittime (diffamazione, stalking, revenge porn, cyberbullismo, hate speech, il catalogo delle fattispecie è ricchissimo).
A svilupparla è COP, una startup tecnologica ad alto impatto sociale che, dopo una fase stealth per invitare associazioni, aziende, influencer, professionisti del settore a registrarsi al sito www.chiodiapaga.it, esce oggi allo scoperto in vista del lancio ufficiale programmato per l’inizio del prossimo anno.
L’idea di COP
COP nasce per iniziativa di Francesco Inguscio (nella foto sotto), imprenditore seriale in ambito tecnologico e Ceo di Nuvolab, uno dei venture accelerator più attivi nel mondo startup italiano e si sviluppa sotto la consulenza dell’avvocato Giuseppe Vaciago e il suo team di giuristi. Nello specifico, il progetto è sostenuto dal fondo di impact investing Oltre Venture, che nella startup ha investito 200mila euro in un primo round seed.
Cosa si potrà fare con Chi Odia Paga
In pratica le vittime di hate speech potranno, tramite COP, richiedere la rimozione degli insulti (il cosiddetto “take down”), svolgere le attività tecniche di preistruttoria, fino ad arrivare all’invio di diffide, esposti al questore, denunce e querele, in base alla gravità del reato configurato dalla condotta dagli “hater”. “Mi sembra doveroso scendere in campo contro l’odio online mettendo al servizio della società le competenze e le risorse accumulate in questi dieci anni di attività nel mondo dello sviluppo di startup innovative – spiega Inguscio – tramite la nostra piattaforma puntiamo a ‘tassare chi odia’ per finanziare progetti di sensibilizzazione ed educazione ad un uso costruttivo della comunicazione sulla Rete”.
Al suo fianco, come advisor legale, appunto l’avvocato Vaciago e il suo team di giuristi con esperienza ultradecennale in ambito digital forensics e tra i più rilevanti esperti italiani del settore: “Per me, e il mio team – dichiara Vaciago – è una sfida professionale continuare a innovare il diritto penale tramite tecnologie legaltech e competenze sviluppate in 20 anni di esperienza in questo ambito”.
La scommessa di Oltre Venture
Il fondo di impact investing Oltre Venture ci ha creduto fortemente, forse anche sulla base di altre simili esperienze che avevano iniziato a prendere forma sui social, finanziando un primo round seed da 200mila euro e supportandone lo sviluppo: “Il nostro obiettivo è investire in aziende economicamente sostenibili che sviluppino delle soluzioni concrete ai problemi della nostra società – racconta Luciano Balbo, presidente e co-fondatore di Oltre Venture – Chi Odia Paga, in questo senso, democratizza l’accesso ai servizi legali per tutti coloro che sono vittima di odio online”.
Il team della società è tutto al femminile: è costituito dall’avvocato Nicole Monte sul fronte legale e da Cristina Moscatelli per quanto riguarda il marketing. Il progetto è nato anche grazie alla vittoria, nel 2018, del bando Siavs per Startup innovative a vocazione sociale della Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia.