Arrivare prima di altri e fare la differenza. In fondo è questa la ricetta vincente di innovatrici e innovatori che battono sentieri inesplorati per spingersi oltre, realizzando vere e proprio Vite Straordinarie. Certo, ci vogliono competenze evolute, visione allargata, dedizione estrema, coraggio da vendere e una squadra che poi riesca a tirare la volata. Ma le storie che state per leggere e ascoltare su StartupItalia in questo mese di agosto racchiudono tutto questo e molto di più. Parte la nuova stagione di “Vite Straordinarie – Ritratti fuori dal comune”. Ogni lunedì, mercoledì e venerdì di agosto sul nostro magazine e sulle principali app di streaming troverete una nuova puntata della serie. Un racconto che declina le intuizioni geniali, i successi e gli errori compiuti nel percorso, le visioni e i consigli per abitare al meglio questo mondo dell’innovazione con coraggio. Un longform scritto dalla redazione di StartupItalia con le firme di Alessandro Di Stefano, Chiara Buratti e Carlo Terzano. Ogni ritratto è accompagnato dalle illustrazioni di Giulio Pompei. E poi c’è un podcast da ascoltare con la voce del direttore Giampaolo Colletti, che ha supervisionato il progetto. Leggi l’incipit della nuova puntata e ascoltala su Spotify. Per saperne di più leggi il post di lancio.
Al via la nuova serie di Vite Straordinarie, ritratti di innovatrici e innovatori fuori dal comune
Leggi anche: Danila De Stefano, la psicologa diventata startupper che ha scardinato i pregiudizi sulla salute mentale
«E’ veramente importante avere il coraggio di prendere decisioni difficili». Questa storia inizia da lontano. Una storia che va controcorrente e in fondo controvento rispetto al mercato e ai luoghi comuni che spesso lo popolano. Ma è anche una storia che col tempo riesce a farcela puntando sull’essere plurale. Perché le imprese più ardue si affrontano insieme. In fondo è una declinata al femminile plurale. Tutto parte quasi per caso e certamente per gioco. Ma il destino poi va alimentato con metodo, con costanza, con pazienza. Perché la storia di Codemotion è quella di un’amicizia tra due giovani studentesse universitarie nata nelle aule dell’università romana grazie allo zampino di un professore che forse manco pensava che quell’idea – ossia far lavorare insieme le due giovani ragazze – avrebbe segnato la nascita di una startup diventata icona in Italia e nel mondo. L’avventura parte appunto dall’università.
Lì Chiara Russo, che avete ascoltato all’inizio del podcast, incontra Mara Marzocchi, psicologa di giorno e programmatrice di notte, così si racconta lei stessa. Mara è colei che sarebbe diventata la sua futura co-founder. In quel momento all’università Mara stava dicendo al professore che avrebbe smesso di organizzare un evento all’epoca molto seguito ma assai impegnativo da gestire, il Java Day, una conferenza sul linguaggio di programmazione Java. Non riesce più a starci dietro da sola, dice Mara. Il professore butta lì l’idea di affrontare la sfida insieme. Così la conferenza si apre a tutti i linguaggi e viene rinominata Codemotion.
Un successo impensabile che in poco tempo supera i confini italiani. E arriva l’altro bivio. Decidere il da farsi. Abbandonare il lavoro stabile e intraprendere la sfida della startup, oppure no. Ecco, per farla breve la risposta è stata sì. Così quell’evento tech romano del 2006 chiamato JavaDay cinque anni dopo diventa Codemotion, conferenza tech aperta a tutte le tecnologie e a ogni linguaggio di programmazione. Nel 2013 nasce la startup. Una passione che diventa lavoro, nel momento in cui il lavoro anche a casa si moltiplica: nel 2013 Chiara lascia il suo impiego come account manager in una società di ingegneria, si sposa e dà alla luce la figlia Margherita.
Ma quella di Chiara è una storia di passione e di codici. Perchè Chiara scrive le prime righe a otto anni e comincia così a sognare di cambiare il mondo grazie alla programmazione. In fondo lei ha studiato Ingegneria informatica. E la mela non cade mai lontano dall’albero. Nella sua famiglia si è sempre respirata molta tecnologia col papà ingegnere elettronico e la mamma matematica. I primi quattro anni sono stati un esperimento. Un laboratorio permanente in fase di test. Uno di quelli che trovi anche nelle università. Si fa e si rifà.
Poi nel 2017 la scelta di rendere il tutto scalabile grazie ai venture capital. Col primo seed round da 1,5 milioni viene assunto il management e sviluppata la prima release della piattaforma per portare Codemotion online. Corre l’anno 2019. Oggi la startup conta oltre 250mila professionisti specializzati in tecnologia e opera in Italia, Spagna e Nord Europa. Nel 2019 le due co-fondatrici sono entrate in Endeavor, la più grande community internazionale non profit che supporta l’imprenditoria ad alto impatto in 40 Paesi. Un’alleanza vincente. «Mara segue soprattutto la linea di contenuti per la community, mentre io il lato business e imprenditoriale», ha dichiarato in più di un’intervista.
La più grande community di sviluppatrici e sviluppatori d’Europa ha un obiettivo: raggiungere nel 2025 la leadership europea con un milione di sviluppatori attivi nella community. L’idea di Codemotion, definita azienda “community driven”, oggi è una solida realtà. E dietro ci sono quelle gocce che hanno deciso di diventare oceano. Questa è la storia di Chiara Russo, una delle nostre Vite Straordinarie. E questo è il suo ritratto fuori dal comune.
Vite Straordinarie: la seconda stagione
- Alberto Broggi (Vislab)
- Danila De Stefano (Unobravo)
- Alberto Dalmasso (Satispay)
- Chiara Russo (Codemotion)
- Davide Dattoli (Talent Garden)
- Chiara Mugnai (Eoliann)
- Giovanni De Lisi (Greenrail)
- Claudia Laricchia (Smily Academy)
- Gaetano de Maio (Qomodo)
- Susanna Martucci (Alisea)
- Luca Ferrari (Bending Spoons)
- Valentina Recanati (511 Racing Team)
- Pierluigi Paracchi (Genenta)