La startup ha lanciato una piattaforma dedicata al benessere psicofisico che mette insieme psicologi, psicoterapeuti, nutrizionisti, istruttori di yoga, life coach e mental coach
Ansia da prestazione, il peso della responsabilità e la difficoltà di trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata. Uno startupper è sottoposto a una serie di stress che deve imparare a gestire se non vuole che la sua sfera emotiva influisca in modo negativo sulla crescita del progetto.
Quale startupper non si è trovato a fronteggiare l’ansia da prestazione e anche a gestire l’adrenalina che sente chi lancia un progetto che può rivoluzionare la sua vita e quella di altre persone intorno a lui? C’è tuttavia un’accezione positiva dell’ansia, ovvero quando questo sentimento agisce come attivatore: «L’ansia è positiva quando serve come stimolo a impegnarsi in progetti e attività. Tuttavia, per sfruttarne i benefici, lo startupper deve comprendere qual è il confine tra ansia come attivatore e ansia patologica», spiega Francesca Pezzoli, psicoterapeuta di ELPsenzaH, una startup che ha lanciato una piattaforma dedicata al benessere psicofisico che mette insieme psicologi, psicoterapeuti, nutrizionisti, istruttori di yoga, life coach e mental coach.
Come affrontare una vita da startupper
L’ansia da prestazione è una reazione del nostro organismo che, se diventa incontrollabile e pervasiva, allora rappresenta un problema, soprattutto per chi ha scelto di fare l’imprenditore.
Per non parlare di quando l’ansia inizia a riguardare non solo il lavoro, ma anche la sfera privata, la famiglia, gli amici. In questo caso abbiamo una ‘doppia perdita’, la perdita di efficacia sul lavoro e la perdita di benessere nelle nostre relazioni che, di per sé, dovrebbero darci benessere.
Ci sono alcune buone pratiche da poter seguire per provare a non farsi sopraffare dall’ansia: il consiglio è innanzitutto quello di non negare il problema, né minimizzarlo, ma guardarlo dritto negli occhi. La consapevolezza è già un primo passo nel per tentare di risolvere quello che non va. Le strategie sono diverse da individuo a individuo e ciò che è efficace per qualcuno può non esserlo per qualcun altro.
«In ogni caso, è importante provare: a dire anche no, mettendo quei sani confini che rappresentano il giusto limite; a chiedere aiuto, dal momento che nessuno può fare tutto da solo (divisione dei compiti); a non sentirsi invincibile; a non pretendere di controllare sempre tutto; a non sacrificare tutto ciò che non è lavoro, organizzando tempi e orari in modo efficace. E infine a condividere le proprie difficoltà con eventuali colleghi che possono comprendere ed essere un buon sostegno».
ELPsenzaH, la piattaforma del benessere
Ed è proprio la condivisione con il team una delle chiavi per abbassare i fattori di stress, come conferma Enrica La Palombara. Ceo di ELPsenzaH, ha lavorato in diverse startup come consulente (tra San Francisco, Seattle e Roma), prima di lanciarsi in un suo progetto imprenditoriale: «Alla base del successo di una startup c’è la creazione di un team solido. I tanti problemi burocratici, la corsa all’ultimo bando, le prime sconfitte e gli errori, pesano molto meno, se condivisi.. Partendo da quest’ottica di condivisione, anche la responsabilità che il Ceo sente nei confronti del team e dei soci, può essere affrontata con più lucidità, come un sprone per svolgere un buon lavoro», spiega.
Enrica ha sentito l’esigenza di creare la sua startup a seguito di un periodo difficile che ha avuto la forza di superare, grazie al supporto di uno psicoanalista: «Ho avuto anche io anni fa un momento di difficoltà che ho superato grazie all’aiuto di uno psicoanalista. All’epoca avevo anche tanti pregiudizi e pensavo che solo i “matti” avessero bisogno di un supporto psicologico. Ho voluto creare ELPsenzaH per offrire un luogo sicuro a tutti coloro che vivono un momento complesso della propria vita e si sentono soli, come se fossero gli unici al mondo», racconta.
Per lanciare la sua startup ha ragionato su quali potessero essere i fattori di differenziazione rispetto ad altre piattaforme: «Sul mercato esistevano piattaforme verticali, dedicate ai soli psicoterapeuti, coach, nutrizionisti ecc. Noi abbiamo voluto riunire in un’unica “piazza virtuale” più percorsi di supporto per lasciare libero l’utente di scegliere quello più adatto a sé».
Lo spazio per raccontarsi
Per invitare le persone a raccontare e condividere le loro esperienze, Enrica e il suo team hanno lanciato un spazio dove è possibile inviare e leggere storie anonime. Queste testimonianze trattano argomenti diversi, dalla depressione, fino alla relazione complessa con un genitore o un partner: «Gli utenti raccontano il periodo difficile che hanno affrontato e soprattutto come lo hanno superato. Dalla lettura gli altri possono assumere consapevolezza dei loro disagi degli spunti per poter reagire. In altre parole, la prima forma di supporto è quella che avviene tra persone sulla piattaforma, che si scambiano emozioni ed esperienze, verso il raggiungimento del proprio benessere», continua Enrica.
Ridurre le barriere
ELPsenzaH si pone l’obiettivo di ridurre le barriere tra professionisti e utenti. Per questo, il sito presenta diverse funzionalità che permettono ai professionisti di farsi conoscere prima del contatto con l’utente, commentando le testimonianze degli altri o potendo scrivere articoli a proprio nome. Hanno poi una vetrina dove poter postare la propria bio e dei video di approfondimento. L’iscrizione oggi è gratuita, mentre sono al vaglio per il prossimo futuro delle formule di abbonamento: «La risposta dell’utenza è molto positiva. Alla community che abbiamo costruito interessa poter parlare e documentarsi su tematiche sensibili, legate al benessere psicofisico, senza troppi tabù. Stiamo lavorando per portare a compimento la road map che ci siamo prefissati per il prossimo anno e per questo apriremo a breve un round di investimento», conclude Enrica.