Michela Andreolli, un passato in Google e Amazon tra Italia ed estero, ci aveva anticipato i piani di Arke, la startup che in queste ore esce ufficialmente dalla fase stealth. «Abbiamo deciso di concentrarci sull’industria manifatturiera. Cercavamo il problema da cui partire: tutte le aziende che abbiamo incontrato ci dicevano che il nodo da sciogliere sta nel flusso informativo, costantemente interrotto».
Che cosa fa la startup Arke
Michela Andreolli ha fondato la startup per risolvere problemi delle imprese manifatturiere dando forma a una piattaforma ERP (Enterprise Resource Planning) sviluppata per offrire alle aziende una soluzione capace di adattarsi ai flussi di lavoro, semplificando i processi e ottimizzando tempo e risorse.

Secondo quanto spiega l’azienda, Arke può sostituire o integrarsi con sistemi gestionali preesistenti (ERP, MES, MRP, WMS tool interni, ecc.) ed essere implementata mediamente in sole tre settimane. Le aziende clienti possono configurare il sistema senza scrivere codice.
Una volta implementata, il software automatizza il data entry grazie a una app che, utilizzando un sistema basato sull’Intelligenza artificiale, popola il database a partire da qualsiasi documento, proponendo un’interfaccia con assistente AI e dashboard che guidano gli utenti nel lavoro quotidiano. La piattaforma, in seguito, suggerisce acquisti, ordini e piani di produzione secondo le regole definite dall’azienda.
Michela Andreolli ha commentato così il lancio: «Per troppo tempo abbiamo incolpato le aziende, specialmente PMI, della scarsa produttività e digitalizzazione del settore manifatturiero, non rendendoci conto che gli strumenti a loro forniti non erano all’altezza della sfida da affrontare». La startup ha fatto parte di Vento Venture Builder nel 2024, il programma finanziato da Exor. Per comprendere al meglio le esigenze delle aziende manifatturiere, il team composto da otto persone ha intervistato 300 imprese italiane, individuando le principali difficoltà che limitano produttività e margini.