Una grande passione: quella dei documentari, diventata un lavoro e poi una startup. «Green Future Project ha preso forma 3 anni fa. Io facevo il documentarista e, vedendo gli impatti della deforestazione, ho deciso che era giunto il momento di fare qualcosa». Inizia così la storia che vede incrociare la strada Pietro Pasolini Dall’Onda con quella di Green Future Project, climate tech e società benefit di cui è CEO e founder che supporta le aziende nel processo di decarbonizzazione. Abbiamo intercettato Pietro che, alla luce del round appena concluso da 2,2 milioni di euro, ci ha raccontato i prossimi passi del progetto e il lancio della Decarbonisation Tech Alliance, una coalizione per favorire l’adozione di soluzioni tecnologiche, hardware e software, per ridurre le emissioni, migliorare l’efficienza energetica e rendere la decarbonizzazione economicamente sostenibile e accessibile.
Leggi anche: La startup della sostenibilità Tau Group mette in cassa un finanziamento da 1 milione e mezzo di euro. I dettagli
Pietro, quale è stato il momento che ti ha portato alla nascita di Green Future Project?
Quando, appunto, facevo il documentarista, sono stato a lungo tempo a contatto con le conseguenze della deforestazione. Nel mio cassetto già stato pensando di lavorare con le aziende, avrei tanto voluto fare qualcosa a livello imprenditoriale, e a un certo punto si è accesa quella lampadina che mi ha permesso di unire queste due passioni. Ne ho parlato con il mio amico Briano Martinoni, attuale co-founder e CCO della startup e assieme abbiamo iniziato a lavorare al progetto.
Su quali principi, quindi, si basa la mission di Green Future Project?
Direi su quattro pilastri: trasparenza, tracciabilità, sostenibilità e decarbonizzazione.
In particolare, come accompagnate le aziende nel processo di decarbonizzazione?
Con la tecnologia di Green Future Project, le aziende possono monitorare in tempo reale il proprio impatto ambientale, tracciare il progresso del progetto supportato tramite dati geo-spaziali e immagini satellitari oltre che rendicontare i risultati ottenuti. Inoltre, la piattaforma consente alle aziende di comunicare le proprie iniziative di sostenibilità ambientale con massima trasparenza al fine di coinvolgere attivamente la propria community e gli stakeholder.
A quali esigenze risponde il vostro software?
A tutte le necessità delle aziende che si presentano nella fase di decarbonizzazione. Abbiamo pensato che l’unico modo per essere sicuri della qualità del sistema è svilupparlo noi stessi. Ogni 3-4 mesi organizziamo degli incontri dove validiamo le nostre tecnologie e stiamo pianificando una serie di partnership con altre aziende per cercare di creare un grande ecosistema carbon free.
Che cos’è la Decarbonisation Tech Alliance?
Si tratta di una coalizione che abbiamo messo in piedi con l’idea di offrire alle aziende l’accesso alle tecnologie più avanzate, selezionate da un board di esperti, tra cui, chiaramente, anche il nostro team, che vuole rendere la decarbonizzazione alla portata di tutti condividendo il proprio know-how a beneficio collettivo. Nel board della Decarbonisation Tech Alliance ci sono anche Alejandro Solé, CEO di Tech Energy Ventures, e Arianna Tibuzzi, Principal di Obloo Venture Factory. Le aziende possono unirsi gratuitamente all’alleanza per accedere a informazioni e partecipare agli eventi di presentazione delle nuove tecnologie per la decarbonizzazione.
Quali sono le vostre ambizioni?
Vogliamo crescere a livello europeo e rispondere ai prossimi obiettivi normativi dell’Unione per diventare dei player a livello globale. Stiamo valutando un coinvolgimento sempre più ampio del pubblico, non solo privato, e vogliamo fare in modo che l’accesso sia di pubblico dominio. Siamo aperti a collaborazioni anche con altre entità. Dopo il round, puntiamo sostanzialmente a tre obiettivi: continuare a sviluppare un prodotto realmente utile per le aziende, fornendo loro supporto concreto nel percorso verso il Net Zero, consolidare la nostra presenza su diverse aree geografiche anche attraverso operazioni di M&A e sviluppare progetti di conservazione e rigenerazione ambientale su larga scala. Insomma, vorremmo diventare una scaleup.
Oggi quanti siete nel team?
Con sede a Milano, Trento, e uffici in giro per il mondo, da Abu Dhabi a Tokyo e Londra, siamo circa in 30 persone. La maggior parte risiede in Italia. Trento è una regione che sta investendo tanto nella decarbonizzazione, ci sono ingegneri e informatici nel suo interno. In questi anni abbiamo continuato a scalare con una crescita del 300% all’anno, e dopo l’ultimo round vorremmo toccare quota 2 milioni e mezzo di euro. Abbiamo costruito un business model che permette a chi lavora con noi, dopo due anni di servizio, di diventare comproprietario dell’azienda a livello di stock option. Questo ci permette di dare continuità al progetto.