In quanti si sono chiesti – o si stanno chiedendo – quanto hanno speso per canoni di affitto di case nel corso della propria vita? Alcuni questo conteggio preferiscono non farlo per non spaventarsi più di tanto, ma secondo le ultime stime effettuate da Scenari Immobiliari, Istituto indipendente di studi ricerche valutazioni e strumenti informativi, in Italia nel 2023 sono stati spesi più di 5,8 miliardi di euro in canoni di affitto, percentuale cresciuta del 10% in cinque anni (fonte: Agenzia delle Entrate, Rapporto OMI 2024) escludendo le cifre destinate agli affitti brevi. Percentuale che si è ulteriormente accentuata nel 2023 con picchi del 5.2%, come comunicato dall’Istat.
Con l’idea di facilitare i rapporti tra locatario e locatore ha preso forma Domeo, piattaforma di property management che guarda con sempre più attenzione agli strumenti di intelligenza artificiale, fondamentali per ottimizzare la gestione delle procedure burocratiche degli affitti immobiliari. Il suo co-founder, Alessandro Marra, ci ha raccontato nel dettaglio come funziona, ma prima di addentrarci all’interno di questa realtà, spulciamo un po’ più a fondo qualche dato interessante sugli affitti in Italia.
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Affitti, quali divari ci sono nel nostro Paese?
Dagli ultimi dati diffusi, emerge che il settore delle locazioni in Italia sta prendendo sempre più piede. Allo stesso tempo, però, a rallenta e gravare sul mercato immobiliare è il tasso di povertà, che continua ad aumentare. La differenza è forte tra famiglie in affitto e famiglie con immobili di proprietà, dove le prime mostrano una percentuale di povertà raddoppiata. In particolare, secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Istat che fotografa la situazione del Paese, nelle regioni del Sud questo numero triplica – e addirittura – in alcune zone quadruplica. Allo stesso tempo, l’Istituto Italiano di Statistica rivela che sono oltre 10 milioni le case lasciate sfitte in Italia, circa il 30% delle abitazioni censite. Proprio da questi dati è partito il team di Domeo per fondare quella realtà che oggi aiuta i locatori negli affitti, brevi o di lungo periodo.
A che cosa serve Domeo?
Tramite la piattaforma online, si ha a disposizione una sorta di “esperto a portata di click”. «Dal portale si può accedere per gestire praticamente tutti gli aspetti burocratici legati al contratto di affitto: dalle pratiche di registrazione all’Agenzia delle Entrate all’incasso del canone fino alla verifica dell’affidabilità dell’inquilino che permette di evitare di incorrere in una serie di problematiche che, nella peggiore delle ipotesi, sfociano negli sfratti – racconta Alessandro – L’idea di mettere a terra questa realtà è cominciata nel 2016, a seguito di due problemi: uno che riguarda la burocrazia per chi vuole allocare un immobile e un secondo che ha a che fare con la poca fiducia riposta negli agenti immobiliari. Dietro alle pratiche burocratiche, infatti, sia il locatario che il locatore perdono un sacco di tempo. E proprio con l’idea di aiutarli a gestirle al meglio siamo atterrati nel mercato degli affitti immobiliari».
“Digitalizzazione” è la parola guida di questa realtà che oggi conta, a detta del co-founder, oltre 6.000 utenti in piattaforma. «Abbiamo anche digitalizzato il canone concordato e copriamo il 90% del mercato delle locazioni – spiega Alessandro – Tra le paure dei proprietari c’è sia quella legata alla burocrazia che al fatto di ritrovarsi dentro casa inquilini morosi. E spesso chi ha un’abitazione di proprietà viene frenato dal metterla sul mercato degli affitti proprio per questi motivi, non rendendosi conto che, invece, potrebbe monetizzare da subito e trasformare la propria casa in una rendita anziché in un costo».
In che modo l’AI può facilitare questo processo?
Alessandro è un esperto di locazioni di lunga data: «Ho sempre lavorato in questo settore. Prima nella consulenza immobiliare, poi nell’asset management. Sono andato a Londra per formarmi e sviluppare ancora di più le mie competenze nel settore degli immobiliari residenziali e nella logistica di gestione ma vengo da una famiglia che vanta un ampio background in questo contesto perchè i miei parenti si sono sempre occupati di gestire affitti». Alessandro con questa passione ci è nato e proprio grazie al contesto in cui ha vissuto e alla curiosità e intraprendenza è riuscito a costruirsi la sua realtà che oggi ravvede numerosi vantaggi nell’adozione di strumenti di intelligenza artificiale. «Anzitutto, abbiamo impiegato l’intelligenza artificiale nei nostri processi di verifica delle buste paga – spiega – In particolare, la usiamo per capire se ci sono state manipolazioni all’interno del documento. Così facendo abbiamo tagliato i nostri tempi di verifica. Inoltre, ogni mese aggiungiamo una nuova funzionalità e io mi aspetto che, nel tempo, alcune attività saranno internalizzate e il processo di verifica sarà ancora più facile e veloce. Vorremmo che in soli 5 minuti da quando l’inquilino carica la fattura possa ottenere un responso».
Round e previsioni per il futuro
Con una prima raccolta di capitali chiusa ad aprile 2022 a quasi 400mila euro (che conta tra gli investitori: Family&Friends, Raffaele Terrone, Alessandro Casartelli di GP Bullhound e wealth manager di Azimut), Domeo è partita come B2C e contatto diretto con proprietari e inquilini. Dalla fine dell’anno scorso ha stretto collaborazioni con facileimmobiliare.it, Inpoi, affittochiaro e altri e adesso sta per avviare una nuova raccolta. «Il momento è particolarmente favorevole perchè l’attenzione del mercato italiano si è spostata dagli investimenti in uffici a quelli residenziali – afferma il co-founder di Domeo – E per noi è iniziata una nuova fase con clienti che non sono più soltanto B2C ma anche B2B». Il team sta anche parlando con diversi gestori di software che possono essere interessati alla propria customer base. «Prossimamente vorremmo mettere le nostre radici anche in Spagna e in Francia e andare su mercati più maturi di quello italiano – spiega Alessandro – Inoltre, puntiamo a rafforzare il team, che attualmente conta 7 persone, soprattutto lato tech». E in chiusura, alla domanda se vuole dare qualche consiglio pratico a chi decide di affittare una casa, risponde così: «Ce ne sarebbero molti ma una cosa che succede spesso e che, invece, sconsiglierei vivamente è quella di fare un unico contratto per più coinquilini. In questo modo, se qualcuno a un certo punto decide di andarsene iniziano una serie di problematiche che sarebbero, invece, più facilmente risolvibili se ogni inquilino avesse il suo contratto».