Com’è vivere un aumento di capitale in tempi di Coronavirus? Lo chiediamo alla Ceo della community di successo che riunisce 500mila sviluppatori
Un round di sei milioni, in tempi di Coronavirus, diventa una doppia responsabilità. Lo sa bene Chiara Russo, Ceo di Codemotion, che ha ricevuto la notizia di un aumento di capitale, di quelli che fanno la differenza, ma non può condividere e festeggiare la notizia con il team che l’ha aiutata a raggiungere questo traguardo.
Anzi, si trova a fare scelte sempre più complesse per garantire un futuro ancora più roseo alla sua startup: «Questo round è frutto del lavoro di un anno e lo vivi con sentimenti contrastanti. Da un lato c’è l’entusiasmo, dall’altro c’è la responsabilità. Verso gli investitori, e nei confronti dei tuoi collaboratori. Per esempio, non mi sarei mai immaginata di dover comunicare loro decisioni inevitabili come la cassa integrazione», ci confida il Ceo.
Chiara, tuttavia, dimostra di avere la sensibilità per spiegare in tutta trasparenza al suo team scelte che potrebbero sembrare impopolari: «Qualcuno potrebbe dirti, “ma come prendi sei milioni e ci metti in cassa integrazione?”. Perché il round servirà per far crescere l’azienda, non per gestire la crisi. Devo dire che nessuno dei miei collaboratori ha mai dubitato della nostra buona fede e le loro reazioni di attaccamento all’azienda mi hanno commosso».
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Una community di 500mila sviluppatori
Nata come un hobby, da un evento dedicato a Java, la piattaforma è diventata in pochi anni un’incredibile risorsa per oltre 500mila sviluppatori, grazie agli eventi in Italia e in Europa, e ai corsi di formazione che offre. E anche un punto di riferimento per le aziende che cercano personale It iper qualificato:
«Ci siamo riusciti perché abbiamo sempre messo al centro del nostro business, gli sviluppatori e le loro esigenze. Questa è la filosofia che è stata condivisa con un team straordinario pronto ad affrontare sfide ogni giorni, a non mollare mai. Ci sono momenti in cui ho pensato, “mollo tutto, chi me l’ha fatto fare”, ma poi la forza dell’altra cofounder, Mara Marzocchi, e del gruppo di lavoro, mi hanno spinto a continuare a remare lungo la mia direzione».
Proprio seguendo questa filosofia, saranno investiti i sei milioni che serviranno a favorire l’internalizzazione del progetto e a creare nuovi servizi e occasioni di incontro online:
«Avevamo già in previsione di realizzare tutte le attività previste nel 2019. Ti confesso che una buona parte del fatturato era legata agli eventi offline. Il Coronavirus ha accelerato un processo di digitalizzazione di alcuni servizi che già erano in cantiere. Con il finanziamento potenzieremo i contenuti e la formazione online per gli sviluppatori. Già adesso molti dei nostri meetup sono diventati online e alcune occasioni di formazione. Lato aziende, lanceremo ancora più servizi per facilitare il recruiting e per favorire l’open innovation, come già facciamo con gli hackathon online».
Emergenza e i rischi per le startup e la formazione
Chiediamo a Chiara come vede questa fase delicata per l’intero ecosistema delle startup italiane e se le iniziative messe finora in campo dalle istituzioni sono sufficienti. Nel dettaglio, le domandiamo se c’è il rischio che con questa emergenza l’ecosistema delle startup venga penalizzato rispetto ad altri comparti ritenuti più strategici da salvaguardare:
«Le startup hanno bisogno di misure specifiche dato che bruciano cassa in modo più veloce rispetto ad altre aziende. Da una parte, ci sono delle iniziative incoraggianti, ma siamo ancora molto lontani da quello che servirebbe in questa fase», spiega Chiara che si fa portavoce di istanze generali, ammettendo poi che nel suo caso, un ruolo importante nel finanziamento lo hanno avuto CDP Venture Capital SGR e Lazio Innova.
Oltre ai supporti necessari, Chiara ci spiega che da questa fase se ne può uscire con una maggiore consapevolezza nel proprio modello di business e con un ruolo più attivo nella condivisione del proprio know how con gli altri, un po’ riprendendo la celebre frase di Kennedy, “prima di chiedersi cosa può fare il tuo Paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese”:
«Da una parte consiglierei alle startup di non pensare che tra tre mesi cambia tutto, perché non sarà così. Per questo, sarà necessario reagire in modo veloce, prendere decisioni e magari anche abbandonare un progetto sul quale abbiamo investito un anno del nostro tempo. Dall’altra partecipare a questa rivoluzione: Codemotion è stata una delle prime piattaforme a rispondere al programma di Solidarietà Digitale del ministro Pisano, con webinar e programmi gratuiti supporto di tutti gli insegnanti, realizzati con partner come Amazon».
Come per le startup anche il mondo della formazione rischia di essere considerato di minore importanza, le aziende potrebbero, per necessità tagliare proprio sulla formazione: «Per evitare questo pericolo serve tutta la lungimiranza dell’imprenditore. In un mondo che cambia, in cui tantissime persone sono in cassa integrazione, la formazione diventa ancora più decisiva, perché la vita e il lavoro non saranno più come prima. Meglio allora preparare i propri collaboratori prima ad accogliere le sfide del futuro».
«Mai rimandare le decisioni»
Nella parte finale dell’intervista, chiediamo a Chiara di offrire qualche consiglio ad altre startup per motivarsi in tempi di emergenza e per approfittare dell’emergenza per fortificarsi:
«Quello che dico sempre ai colleghi e colleghe che mi chiedono consigli è che io non sono un genio. Sono l’esempio di una persona “normale” che ha avuto la fortuna di conoscere lungo il suo percorso persone straordinarie che hanno creduto nel progetto e non hanno mai mollato. Quello che mi ha dato una grande carica è stato forse la voglia di imparare dagli errori e di non rimandare mai le decisioni necessarie. Se rimandi le scelte, queste ti ritornano sui denti, come diciamo a Roma», conclude con un sorriso.
Ieri Chiara è stata ospita alla nostra maratona Unstoppable Women. Se volete rivedere il suo intervento e quello delle altre speaker potete farlo qui!