La logistica come banco di prova per le self driving car
Non c’è soltanto l’intelligenza artificiale ad attirare investimenti (di recente vi abbiamo riassunto la storia della francese Mistral AI, che ha raccolto il round seed più grande mai registrato in Europa). Al di fuori del settore, altri verticali stanno comunque avanzando grazie a investimenti cospicui e nonostante le difficoltà del periodo. Fernride, startup tedesca, ha chiuso un round di Serie A da 31 milioni di dollari per proseguire nello sviluppo della propria piattaforma dedicata alla guida autonoma dei veicoli pesanti. Stando ai dati della società, il trasporto su strada rappresenta un mercato da 25 miliardi di dollari tra Europa e Nord America. Puntare su logistica e camion non è certo un aspetto inedito: anche Volvo è al lavoro, così come Walmart. Potrebbe rappresentare il banco di prova per capire quanto potranno espandersi le self driving car tenendo conto dell’affidabilità e del rispetto delle norme (ancora da approvare, ovviamente).
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Uno dei contesti di applicazione della tecnologia di Fernride interessa i poli di logistica in porti e aeroporti, tra container e magazzini. Attraverso una postazione molto simile a quella dei gamer (con volante, sedile e schermo), gli operatori che utilizzano il servizio della startup tedesca possono operare da remoto, pilotando i veicoli pesanti senza che nessuno sia a bordo, portando a termine le operazioni e velocizzando le procedure. Si tratta di una soluzione già impiegata in realtà che hanno investito in Fernride come Volkswagen.
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L’azienda è stata fondata da Hendrik Kramer, Maximilian Fisser e Jean-Michael Georg e attualmente conta oltre 100 dipendenti che lavorano negli uffici di Monaco e Wolfsburg. Fernride non si occupa di realizzare veicoli a guida autonoma, ma di sviluppare una tecnologia in grado di governare da remoto una vettura. Il cofounder Kramer ha spiegato in un’intervista che «l’attuale carenza di 400mila autisti di camion nella sola Europa aumenterà a 2 milioni entro il 2026». Occorrerà sempre di più appoggiarsi alla tecnologia per far circolare le merci?