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Global Start Up Program, la call per startup a livello globale, lanciata da Italian Trade Agency ICE e promossa dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sta raccogliendo le candidature nella sua 5a edizione. Le startup selezionate avranno la possibilità di sviluppare le proprie capacità per attrarre capitali internazionali e partner tecnologici, ricevere valutazione sui propri progetti e sul proprio vantaggio competitivo, ottenere la validazione da parte del mercato, presentarsi, attraverso dei pitch, a potenziali investitori e clienti partecipando a un percorso di accelerazione all’estero. Durante la live su StartupItalia vi abbiamo raccontato ancora più nel dettaglio gli obiettivi e la mission della call alla quale le startup possono candidarsi entro il 31 maggio a questo link. Ne ripercorriamo i punti salienti.
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Il Global Start Up Program
In partnership con InnovUp, Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center, Invitalia, Italian Tech Alliance, Unicredit Start Lab e Zest, il Global Start Up Program con un percorso integrato all’estero supporta 70 startup innovative italiane impegnate nello sviluppo e nell’innovazione di prodotti o servizi che puntano a rafforzare le proprie capacità tecniche, organizzative e finanziarie, per affrontare nuovi mercati. Il progetto ha una forte vocazione internazionale, con sedi a Parigi, Berlino, Londra, Singapore, New York e Los Angeles e offre ai partecipanti la possibilità di usufruire di un percorso di accelerazione all’estero attraverso il coinvolgimento di una serie di acceleratori, selezionati da Agenzia ICE, che ospiteranno le 70 startup per 4 settimane. Per le startup si tratta di una grande opportunità per sviluppare capacità di attrarre capitali internazionali e partner tecnologici ma anche di ricevere una valutazione sui propri progetti e la validazione da parte del mercato, usufruendo anche della possibilità di effettuare pitch con investitori di alto livello. «Questo programma ha “laureato” oltre 300 startup e rappresenta un tassello importante di circolo virtuoso per far crescere nuove imprese sui mercati esteri e far accelerare imprese giovani e che sono orientate a esportare la propria tecnologia nel mondo», ha affermato Lorenzo Galanti, direttore di Agenzia ICE, durante il webinar di presentazione della call. «Selezioniamo 70 startup in 5 Paesi, funzionali ai desiderata delle imprese. Per esempio, a Los Angeles le startup saranno focalizzate sulle female founders, a Singapore sul Fintech e Insuretech. Il programma non è rigido e ogni anno rivalutiamo dove proporlo. I programmi di accelerazione saranno messi a terra da ottobre a dicembre», afferma Matteo Picariello dell’ufficio beni strumentali di ICE. Le startup selezionate saranno comunicate entro il 31 agosto. Ogni startup potrà indicare due sedi preferite che, però, non sono vincolanti. Al termine del percorso di accelerazione, seguirà la premiazione della migliore startup di ogni programma in occasione di SIOS Winter, l’appuntamento invernale a Milano con StartupItalia Open Summit. Tra i requisiti c’è quello di essere una startup innovativa, con un team leader che parli bene inglese (almeno livello C1), che abbia chiuso un round ad almeno 200mila euro, che proponga un prodotto o servizio già commercializzato e che non abbia già preso parte a una delle precedenti edizioni del Global Start Up Program.
Consigli pratici per startupper
Alcuni consigli per i team che desiderano candidarsi al Global Start Up Program arrivano da Luigi Ciavarella, CEO e co-founder di Startgram, startup che ha partecipato alla precedente edizione del Global Start Up Program: «Come team, abbiamo ottenuto risultati che sono andati oltre le aspettative. Di fatto, questo programma porta nuovi stimoli di crescita molto importanti, oltre al fatto che sono nate nuove amicizie. Mi sento di dire che il Global Start Up Program è un’opportunità rivoluzionaria, ma è importante partire con KPI precisi che seguono macro obiettivi. Per fare un esempio, io volevo trovare potenziali investitori ma mi rendevo conto che la nostra struttura non era ancora pronta per il livello americano e allora abbiamo sviluppato parte dei processi grazie all’aiuto dei mentor. Le lezioni giornaliere sono organizzate in fasce orarie comode e ogni sera c’era un evento. È un sacrificio, ma per noi, così come per altre realtà come la nostra, è stato un sacrificio stupendo».
Startup e istituzioni
Tra le misure istituzionali messe in campo a livello nazionale per supportare il tessuto imprenditoriale, Massimo Carnelos, capo ufficio Innovazione, Startup e Spazio della direzione generale del Sistema Paese presso il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ne ha elencate alcune: «Le startup e i vc hanno cambiato il volto dell’economia americana, trasformando un paradigma economico. L’Italia e l’Europa hanno davanti a sé un modello e, come ministero, con l’ufficio dedicato all’innovazione tecnologica e alle startup, supportiamo la crescita di queste realtà e ci occupiamo di attrarre investimenti esteri verso le nostre startup e verso i nostri fondi di venture capital. Cerchiamo anche di attrarre tecnologie e aziende e promuoviamo gli ecosistemi dell’innovazione italiana, anche in sintonia con il MIMIT. In termini di fondi di venture capital, CDP Venture Capital ha approvato un programma strategico che arriva fino al 2030 e che punta quasi a raddoppiare i fondi per il vc. Con SACE, inoltre, lavoriamo per aumentare gli investimenti da parte degli investitori istituzionali nei nostri fondi di vc e stiamo anche guardando a un’iniziativa specifica per attrarre qui grandi talenti italiani che all’estero hanno avuto exit di successo. Vogliamo diventare un mercato emergente, come un’India europea che ancora non è sufficientemente attenzionato da parte degli investitori internazionali. Unire startup e tecnologie emergenti è un altro dei nostri obiettivi perché attenzionare le startup significa anche puntare sulle tecnologie di frontiera. Il nuovo programma strategico di CDP si concentra proprio su questo».