Heartist è una startup innovativa che sta sviluppando una piattaforma OTT dedicata al mondo della musica, dove ogni artista dispone di un proprio canale personale: un vero e proprio fan club digitale. All’interno di questi spazi, gli utenti possono acquistare album e intere discografie in formato digitale, oltre ad accedere a contenuti ed esperienze esclusive.
L’obiettivo è duplice: da un lato migliorare la monetizzazione per gli artisti, che attualmente guadagnano poco dalle piattaforme di streaming tradizionali; dall’altro offrire ai fan un’esperienza più autentica, profonda e coinvolgente.
Il target principale di Heartist è rappresentato dai superfan, ovvero quella fascia di pubblico che, secondo Goldman Sachs, costituisce il 20% degli utenti abbonati a piattaforme di streaming e che è potenzialmente disposta a spendere fino al doppio all’anno per contenuti musicali digitali. A livello globale, questo segmento rappresenta un mercato da oltre 4 miliardi di dollari.
Heartist è tra le finaliste del programma di accelerazione MVP Factory, il programma di accelerazione dedicato all’innovazione nelle industrie culturali e creative, realizzato da Apply, Nana Bianca, StartupItalia e Radix Srl, con il supporto di Invitalia, dell’Unione Europea e del Ministero della Cultura. MVP Factory si avvale di una rete prestigiosa di partner, tra cui Rai Cinema, Giffoni Innovation Hub, BASE Milano e molti altri, per promuovere soluzioni innovative e sostenibili. Il programma è finalizzato a incentivare l’innovazione di pratiche, prodotti, format e modalità mediante le quali viene prodotta e fruita l’offerta culturale e creativa in Italia.
Ne abbiamo parlato con Alberto Marenco, Founder di Heartist.

Com’è nato il vostro progetto e come si propone di innovare il comparto delle industrie creative?
Heartist nasce da un’esigenza concreta e spesso trascurata: ridare dignità economica e creativa alla musica nel panorama digitale. In un contesto in cui lo streaming ha ridotto la musica a un sottofondo governato dagli algoritmi, il nostro obiettivo è riportarla a essere un’esperienza autentica, un prodotto culturale, un legame diretto tra artista e fan. Con Heartist, gli artisti possono finalmente monetizzare il proprio lavoro in modo sostenibile, vendendo la propria musica in anteprima ai fan più affezionati, offrendo contenuti esclusivi e creando un ecosistema che va oltre il semplice ascolto. Non si tratta solo di distribuzione, ma di relazione, appartenenza e valore.
In che modo MVP Factory vi ha aiutato a strutturare il vostro progetto, preparandolo alle richieste del mercato?
Il percorso con MVP Factory è stato determinante: ci ha permesso di affinare la nostra visione e trasformarla in una proposta concreta, orientata al mercato. Grazie alla formazione mirata e agli incontri one-to-one con mentor di altissimo livello, abbiamo acquisito strumenti e consapevolezze fondamentali.
Un esempio?
Un esempio tra tutti: il confronto con il team di Keplera sugli aspetti legali è stato illuminante, soprattutto per quanto riguarda i contratti di licensing e la gestione dei diritti digitali — un tassello essenziale per un progetto come il nostro. Vogliamo anche ringraziare il mentor Franco Ricchiuti, che ci ha accompagnati durante tutto il percorso, sostenendoci e spronandoci a puntare sempre più in alto.
Quale impatto sociale o economico vi aspettate di generare?
In questa fase ci rivolgiamo in particolare agli artisti indipendenti, che, non essendo vincolati da contratti con le major, possono sperimentare modelli di monetizzazione più diretti e sostenibili. Detto questo, il nostro approccio è naturalmente aperto anche agli artisti mainstream e alle etichette che desiderano innovare il proprio rapporto con il pubblico.
Cosa ottengono gli artisti?
Con Heartist, gli artisti possono vendere la propria musica in anteprima, offrire contenuti digitali ed esperienze esclusive attraverso fan club, generando valore reale dal proprio lavoro senza dipendere totalmente dalle piattaforme di streaming. Per i fan, si apre una nuova modalità di relazione: più diretta, autentica e libera da vincoli come gli abbonamenti mensili. Heartist crea un ecosistema in cui il supporto diventa partecipazione, e la cultura torna ad avere anche un valore economico. Un sistema più equo, umano e sostenibile.
Guardando al Demo Day e ai prossimi mesi, quali sono i vostri piani per scalare il progetto?
Nei prossimi mesi vogliamo ampliare il nostro roster artistico, stringere accordi esclusivi per la distribuzione anticipata di album digitali e rafforzare il coinvolgimento della community.
Parallelamente, stiamo sviluppando un piano di crescita che integra contenuti originali (Original Heartist), tecnologia proprietaria e un modello di monetizzazione basato sul valore reale delle relazioni tra fan e artisti.
E per gli investitori?
Per quanto riguarda gli investitori, ci stiamo concentrando su un segmento molto promettente: quello dei superfan. Secondo Goldman Sachs, questo mercato vale oltre 4 miliardi di dollari a livello globale ed è ancora sorprendentemente poco presidiato nel digitale.
In che modo intendete attrarre partner e investitori?
Offriamo un accesso privilegiato a una nicchia in forte crescita, con una proposta sostenibile e alternativa ai modelli dominanti. Cerchiamo partner che non vogliano solo investire in una piattaforma, ma condividere una nuova visione del valore della musica.
Cosa state facendo in questa fase?
In questa fase stiamo chiudendo una prima raccolta in modalità SAFE, pensata per permettere agli angel investor di entrare rapidamente e con condizioni vantaggiose, basate su termini chiari e orientati alla crescita. Successivamente, lanceremo un round pre-seed. Grazie alla nostra presenza internazionale — in particolare nei Paesi Bassi — abbiamo già attivato dialoghi concreti con venture capital del Nord Europa, noti per l’interesse verso l’innovazione digitale e creativa.