Realizzato da un’idea del cofondatore Valter Mazzarolo, il robot Icaro X4 sfrutta i raggi Uv per difendere i vigneti da funghi e microrganismi. All’Eima verrà svelato il secondo prodotto della startup: “si chiama Leonardo e svolgerà tre tipi di lavorazione”
Per trasformare le grandi idee in grandi progetti serve tempismo. Attendere che il mercato sia pronto a compiere un passo avanti, saper scegliere il momento giusto per uscire allo scoperto. Anche se questo può arrivare a distanza di quasi trent’anni. È quello che ha scelto di fare Valter Mazzarolo, direttore tecnico e cofondatore, insieme a Valerio Balliana, di Free Green Nature, startup veneta specializzata in soluzioni tecnologiche e sostenibili nel settore dell’agricoltura.
Fondata nel 2019, l’azienda ha brevettato e realizzato Icaro X4, un rover in grado di proteggere i vigneti e altri tipi di colture da funghi e microrganismi come oidio, peronospora e botrite, attraverso l’uso dei raggi ultravioletti. “Ho avuto l’intuizione di sfruttare gli emettitori Uv-c nel 1992, allora venivano impiegati per la sterilizzazione degli strumenti dei dentisti”, racconta Mazzarolo a StartupItalia.
“In quel momento era impensabile creare una macchina del livello di Icaro X4, perché non esistevano sistemi satellitari di precisione e microcontrollori del livello attuale”. Invece di abbandonare la sua idea, il futuro ideatore di Free Green Nature ha comunque deciso di spendere il tempo libero in sperimentazioni, sfruttando quello che la tecnologia offriva. “Ho progettato e posto sopra i vigneti un carrello capace di sostenere degli emettitori di raggi Uv, per effettuare tutti i test necessari e farmi trovare preparato quando il mercato lo avesse richiesto”.
Free Green Nature, 27 anni dopo
È a Colle Umberto, un piccolo comune di cinquemila abitanti in provincia di Treviso, che l’idea diventa realtà. Qui, dal 2019, ha sede Free Green Nature, il quartier generale in cui vengono progettate tutte le componenti, meccaniche ed elettroniche, dei rover Icaro X4. “Una volta terminate le sperimentazioni, abbiamo depositato i brevetti nazionali e internazionali. A questo punto la tecnologia era matura per la realizzazione di un sistema autonomo”, continua Mazzarolo.
A differenza dei competitor, la startup trevigiana non si è mai affidata a realtà esterne per l’acquisto di alcuni elementi delle proprie macchine. “Grandi aziende offrono sistemi già pronti per la guida autonoma che periodicamente si aggiornano. Questo avrebbe reso impossibile la costruzione di veicoli di nostra proprietà”, evidenzia il direttore tecnico di Free Green Nature. L’unica alternativa era fare tutto da soli. In altre parole, creare una società in grado di seguire il progetto dall’inizio alla fine. “Free Green Nature è stata creata da due soci fondatori. Partendo da zero, il suo team di ingegneri e consulenti esterni ha realizzato ogni parte, meccanica ed elettronica, dei rover”.
Icaro X4 e la sostenibilità nell’agricoltura
Lo scorso giugno, la Commissione europea aveva presentato alcune proposte riguardanti il settore agricolo, fra cui la riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi, entro il 2030. Misura che, a causa della crisi alimentare e delle materie prime in atto, il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di rimandare. Dimezzare l’impiego di fitofarmaci significherebbe infatti ridurre la produzione in maniera significativa. Ciononostante, la crescente sensibilizzazione nei confronti del cambiamento climatico e un’accelerazione nelle politiche ambientali sono stati, per l’azienda veneta, i segnali che il mercato fosse pronto per accogliere l’innovazione di Icaro X4.
“Si tratta di un rover ibrido, con motore a scoppio diesel per la ricarica della batteria e una batteria a litio di quarta generazione, molto evoluta, da 7,2 kilowatt”, spiega Mazzarolo. “Abbiamo realizzato dei particolari emettitori Uv-c cubici, tarati su una lunghezza d’onda tale da riuscire a passare la parete cellulare del patogeno. Oltre ai raggi ultravioletti, Icaro produce anche ozono, per rafforzare ancora la protezione delle colture”. L’efficacia del robot passa anche dalla capacità di irraggiare entrambe le parti della foglia, superiore e inferiore. Motivo per cui, il terzo ingrediente fondamentale è la presenza di un potente sistema di ventilazione, forte abbastanza da muovere e alzare le foglie.
Icaro ha una duplice funzione, in quanto, oltre ad aggredire le malattie fungine attraverso i raggi Uv, aggiunge un secondo effetto benefico indiretto degli ultravioletti, in grado di stimolare la vite a produrre sostanze di autodifesa. Il rover, capace di coprire una superficie fino a 10-15 ettari di terreno, rappresenta un’alternativa sostenibile ai metodi tradizionali di protezione dei campi, evitando l’uso di agrofarmaci e risparmiando in termini di benzina e acqua necessaria. “In Europa, le aree coltivata sono molto diverse fra loro e ogni anno richiedono differenti quantità di trattamenti. In questo contesto, una piena applicazione della nostra tecnologia su scala europea porterebbe a un risparmio potenziale di milioni di litri di acqua e a una riduzione enorme di sostanze rameiche“.
Gli ultimi aggiornamenti della macchina nata in provincia di Treviso riguardano le stazioni e l’antenna di ricezione satellitare, tramite le quali essa viene guidata a distanza con precisione al centimetro. “Stiamo applicando nuovi accessori da montare su Icaro X4. Alcuni di questi gli consentiranno di compiere qualche altro tipo di lavorazione agricola, oltre alla protezione dei vigneti. In più, è ancora in corso la sperimentazione, insieme alla fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, per la tutela dei meleti, i cui risultati definitivi arriveranno il prossimo anno”.
Il futuro di Free Green Nature in giro per il mondo
Intanto, mentre proseguono i test per vagliare l’efficacia di Icaro su altri tipi di colture, il telefono della Free Green Nature continua a squillare. “Riceviamo richieste dall’Australia fino al Sud America“, racconta il suo direttore tecnico. “Oggi è prematuro focalizzarsi sul mercato estero. Dobbiamo prima terminare la realizzazione di una rete di assistenza capillare rivolta al sistema di gestione delle macchine”. Motivo per cui, in questo momento l’azienda trevigiana guarda solo all’Italia. Il conto alla rovescia per lo sbarco dei rover fuori dai confini nazionali è comunque già iniziato. “Entro il 2024 inizieremo a vendere in giro per il mondo“.
Cosa farà il nuovo rover Leonardo
Attraverso la stessa piattaforma realizzata per Icaro, Free Green Nature ha ideato Leonardo, un secondo rover con funzioni differenti. “Presenteremo il nuovo modello all’esposizione Eima di Bologna il prossimo novembre. Si tratta di una macchina che si occuperà di altri tipi di mansioni. In particolare, Leonardo sarà in grado di effettuare tre diverse lavorazioni nel comparto agricolo”, anticipa Mazzarolo, senza però sbilanciarsi in ulteriori particolari, che saranno svelati all’esposizione nel capoluogo emiliano.
Nel corso del prossimo anno, il team della startup veneta perfezionerà il collaudo di Leonardo, che andrà così ad ampliare la gamma di veicoli in catalogo. “La produzione complessiva di Free Green Nature aumenterà in modo sensibile già dal 2023. Il prossimo l’azienda sarà infatti in grado di realizzare circa 40 rover“, prosegue il cofondatore. “La produzione andrà poi a regime in maniera definitiva nel 2024, con un totale stimato tra le 70 e le 90 unità“.