Da Palazzo Marino viene lanciata una nuova scommessa: entro dicembre 2014 saranno già 30 le scuole cablate e dotate di wi-fi
“Connettere le scuole è conveniente”. A dimostrare questa affermazione è l’amministrazione comunale di Milano che nel giro di due anni ha l’intenzione di cablare 250 edifici. Una vera e propria rivoluzione partita da Palazzo Marino dove è stato stabilito un crono programma dettagliato: entro dicembre di quest’anno saranno 30 i plessi che verranno cablati e dotati di wi-fi.
Rendere le scuole 2.0 per risparmiare
Una scelta da parte del Comune di Milano per rendere le scuole 2.0 ma che permetterà all’amministrazione addirittura di risparmiare soldi. Ogni istituto, infatti, è stato calcolato che ottimizzerà i suoi costi e riuscirà a tenere in tasca 1000 euro di abbonamenti ai provider. Lo scopo è quello di unire tutte le scuole creando un’unica rete tra istituti primari e medi: una soluzione che renderà possibile lo scambio di informazioni tra diversi plessi ma anche tra scuola e famiglia. Il tutto è stato possibile grazie all’azienda partner che pagherà i costi per 14 istituti dei 30 che saranno completati entro fine anno.
Anche i bambini in ospedale seguiranno le lezioni
Finalmente gli insegnanti milanesi potranno fare lezioni 2.0 creando contenuti digitali, autoproducendoli e diffondendoli da insegnanti a studenti, condividendoli. Ma non solo. Un valore in più: con la cablatura wi-fi per le scuole, i bambini in ospedale per ricoveri a lunga degenza potranno seguire le lezioni delle loro classi ed essere connessi con esse. L’impegno dell’amministrazione del capoluogo lombardo dimostra che connettere le scuole è possibile. Anzi si tratta di una scelta di priorità.
1 scuola su 2 non ha internet in classe
Ad oggi, secondo i dati del Governo, solo il 10% delle nostre scuole primarie e il 23% delle secondarie è connesso ad Internet con rete veloce. Le altre sono collegate a velocità medio-bassa con situazioni differenziate e spesso sufficienti a mettere in rete solo l’ufficio segreteria o il laboratorio tecnologico. Un dato ancor più grave: quasi in una scuola su due (46%), la connessione non raggiunge le classi e quindi non permette quell’innovazione didattica che la Rete può abilitare.
La scommessa del Governo
“Più della metà delle classi – ammette il Governo nelle 136 pagine de “La Buona Scuola” – del nostro Paese, non può applicare forme di didattica digitale. Un digital divide che non possiamo permetterci, se abbiamo a cuore la nostra scuola”. A Milano hanno dimostrato d’averla presa a cuore. Il processo di digitalizzazione intrapreso nella metropoli lombarda è sicuramente un investimento che va a colmare una grave lacuna: in molti Paesi d’Europa, infatti, come la Svezia e l’Olanda, nelle scuole delle più grandi città le classi sono cablate e gli insegnanti hanno la possibilità di fare lezioni 2.0 ai loro alunni nativi digitali.
In Italia si gioca una scommessa: il Governo Renzi sembra intenzionato ad investire in un’istruzione digitalizzata ma ancora non è chiaro con quali investimenti e quale potrà essere il piano strategico da mettere in atto per cablare non solo il Nord ma anche il Sud e soprattutto non solo le città ma anche le “periferie” del Paese che soffrono di un isolamento maggiore.