Questo giovedì il nostro Viaggio in Italia tra i distretti dell’innovazione fa tappa a Bologna. Qui, nel cuore dell’Emilia-Romagna, Fondazione Golinelli, nata nel 1988 per volontà dell’imprenditore e filantropo Marino Golinelli, negli anni ha saputo mettere in piedi un ecosistema che guarda all’innovazione con una serie di attività culturali, educative, formative, di ricerca e trasferimento tecnologico, di incubazione e accelerazione di startup, venture capital e open innovation. La Fondazione è oggi una holding filantropica che gestisce e controlla società come G-Lab s.r.l. impresa sociale e G-Factor, dirige il Centro Arti e Scienze Golinelli, sviluppa piattaforme di ricerca tecnologiche come il Golinelli Virtual Lab, coordina e guida attività scolastiche e partecipa attivamente in società di investimento (tra queste UTOPIA) e in consorzi e centri per l’innovazione, come Bi-Rex, oltre ad altre realtà culturali come Fondazione BUP Casa editrice.
Ad attenderci c’è il vicepresidente e direttore generale di fondazione Golinelli e amministratore unico di G-Factor, Antonio Danieli. Assieme a lui abbiamo fatto il punto sulle attività in essere dedicate alle startup e sugli obiettivi che la Fondazione porta avanti in sinergia con il tessuto economico e imprenditoriale italiano.
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L’incubatore di Fondazione Golinelli
Con 150 le startup che fanno parte della community e 40 realtà imprenditoriali accelerate in sei programmi di accelerazione e in sei ambiti verticali diversi, Fondazione Golinelli guarda all’open innovation come priorità. «Ad oggi contiamo 24 startup partecipate su 1000 proposte, in cui abbiamo investito circa 3 milioni di euro in equity, realizzando due exit, e oltre 150 partner industriali, culturali, istituzionali e finanziari a livello nazionale ed internazionale che ci supportano – racconta Antonio Danieli – Dal 2010 lavoriamo nell’innovazione con attività formative per giovani generazioni e alla creazione di nuove realtà imprenditoriali e investiamo anche nel capitale sociale con quote di minoranza tra il 5% e il 15%».
G-Factor è la controllata dalla Fondazione che dal 2018 gestisce i programmi di incubazione e accelerazione. «Sinora abbiamo lanciato 6 call per quanto riguarda il settore delle Life Sciences. Tra i campi più di interesse per noi ci sono quelli del Fintech, Foodech, Traveltech e della Smart mobility. G-Factor interviene nella fase early stage e nell’accompagnamento imprenditoriale anche con seed di investimento che ruotano attorno ai 150mila euro», commenta il direttore generale di Fondazione Golinelli. G-Factor non funge soltanto da acceleratore ma anche da socio e venture capital. «Andiamo anche incontro a imprese multinazionali che ci aiutano nell’accesso al mercato, oltre ad accompagnare le realtà che reputiamo più promettenti nello sviluppo scientifico, nel Biotech, nella Bio-Informatica, nella Bio-Ingegneria e nel Medtech uscendo dai laboratori e avvicinandosi al mondo dell’impresa e del venture capital», racconta Antonio. Una filiera di sviluppo che punta a fare avvicinare queste realtà al lavoro in sinergia con partner e compagni di viaggio sempre più importanti per investire nella ricerca scientifica italiana. «L’acceleratore non è a se stante ma insito in un ecosistema che fa leva su diverse forze anche finanziarie, con l’ambizione di contribuire alla ricerca scientifica a livello nazionale verso l’internazionale».
Le startup di G-Factor
Le startup che sono accelerate e supportate in G-Factor provengono da tutta Italia. In particolare, le 12 società selezionate da I-Tech Innovation 2023-2024, la terza edizione del programma di accelerazione promosso da Fondazione Golinelli e CRIF per progetti innovativi in sei settori strategici, sono:
- DNA – Switch, che con un approccio innovativo ha identificato i geni in grado di contrastare il decorso della patologia denominata “Corea di Huntington” e mira a industrializzare le proprie competenze per ottenere un prodotto terapeutico, pronto per trials clinici e per il mercato;
- Impavid, che nasce per implementare il primo patch cardiaco bioartificiale, biomimetico e ingegnerizzato per il rilascio controllato di molecole, ai fini di migliorare la qualità di vita dei pazienti che hanno sviluppato un infarto del miocardio e contrastare l’insorgenza di insufficienza cardiaca;
- PoliRNA, startup innovativa specializzata nello sviluppo e commercializzazione di una nuova generazione di nanoparticelle ibride polimero-lipidiche per terapie con acidi nucleici che consentono il rilascio mirato, sicuro ed efficiente di RNA nelle cellule bersaglio;
- Billding, che semplifica e digitalizza l’intero processo di gestione delle utenze e dei servizi concepiti per la dimensione abitativa (gas, elettricità, internet, TV), la mobilità e il benessere individuale, dalla fase di attivazione alla fruizione fino alla cessazione dei servizi, garantendo un risparmio.
- Dootbox, una two sided platform che collabora con diversi player per offrire un servizio di mobilità in abbonamento con la possibilità di cambiare veicolo con quello più adatto alle proprie esigenze personali o di viaggio;
- SupplAI, soluzione innovativa per ottimizzare i processi di approvvigionamento e la gestione degli acquisti nel settore alimentare migliorando l’efficienza operativa e riducendo i costi;
- Meddl, piattaforma di industrial IoT che semplifica e automatizza il processo di raccolta e gestione dei dati industriali, consentendo alle aziende manifatturiere e ai relativi fornitori di integrare facilmente una moltitudine di flussi di dati provenienti sia da sensori IoT che da altre fonti dati in un unico tool;
- Olivair, un drone agricolo con un’apertura alare di 2.5 metri che genera vento per far cadere le olive mature;
- Loqui, piattaforma che abbina il richiedente allo psicologo più adatto e consente di effettuare un primo colloquio gratuito e decidere se intraprendere il percorso di psicoterapia in videochiamata, in chat, in telefonata e/o di usufruire di strumenti di selfcare;
- Baze, che permette alle famiglie di trovare, assumere e retribuire il lavoratore domestico perfetto in meno di dieci click;
- Yooond, che tramite un sistema contapasseggeri che offre dati e metriche in tempo reale rivoluziona la mobilità urbana;
- Braille-Fly, che con la sua innovativa tecnologia mira ad abbattere il costo degli schermi Braille per non vedenti, fornendo una soluzione completamente modulare e flessibile.
«Con l’applicazione delle industry 4.0, big data e AI andiamo a supportare tante necessità nel campo dell’innovazione, con elementi che ricadono anche nel mondo della salute e del benessere – commenta il direttore generale – Abbiamo accelerato tante startup anche in altri settori e cerchiamo di dare una mano anche alle realtà più giovani creando collegamenti tra il comparto industriale e quello finanziario».
I prossimi obiettivi di Fondazione Golinelli
«La vicinanza delle startup all’open innovation ha raggiunto una fase di maturità, ora guarda al futuro con maggiore consapevolezza – commenta Antonio – Stiamo assistendo a un rallentamento in termini di investimenti e risorse e c’è interesse per risorse finanziarie sempre più smart e intelligenti».
Anche nel settore finanziario si guarda sempre di più alla specializzazione. «Nel futuro saremo ancora più vicini alle startup early stage, soprattutto nelle fasi seed e pre-seed, anche con un approccio da venture builder – conclude il direttore – Unire l’alta formazione e la ricerca al mondo del venture capital con la creazione di società in segmenti verticali di riferimento è la nostra mission, in un’ottica di innovazione aperta che dialoga e fa community, con l’intento finale di valorizzare la scienza italiana all’estero».