Obiettivi chiari, creatività, collaborazione: Bayer, Campbell e DMI spiegano come la open innovation può essere un modello vincente. In grado di affrontare anche le grandi sfide dell’umanità
Stabilisci gli obiettivi, stimola la creatività e le collaborazioni tra gli attori coinvolti nel tuo business. Questi sono i tre segreti per avere successo nella open innovation secondo le multinazionali americane che raccontano a Forbes tutti i benefici dalla scelta di collaborare con le startup.
1. Definire i problemi. Il caso ebola
«La prima cosa è sapere cosa vuoi raggiungere» spiega Alexis Bonnell di USAID, l’Agenzia governativa per lo sviluppo internazionale che ha attivato dei programmi, come il Global Development Lab, per facilitare la cooperazione tra aziende e trovare soluzioni alle grandi sfide dell’umanità: «Quando abbiamo affrontato l’epidemia di ebola, avevamo bisogno di nuove soluzione e abbiamo creato una call per idee che tutelassero la salute dei lavoratori. In due mesi abbiamo ricevuto 1.500 idee e così è stato possibile collaborare con partner in ogni parte del mondo da una grande varietà di settori. Ma la chiave è stata proprio trovare un terreno comune su cui lavorare».
Dello stesso parere Carlos Barroso di Campbell Soup, multinazionale dell’industria conserviera: «Si parte sempre da una definizione dei problemi. Una chiarezza che aiuta l’innovazione» spiega a Forbes.
2. La creatività, ma solo se non frenata da burocrazia
«Una volta capito il problema, bisogna fare un passo indietro e lasciare che le idee e soluzioni emergano» spiega Jeremy Gilman di DMI società di consulenza sui business mobile: «Bisogna creare spazi di confronto e partecipazione tra attori diversi nel business. Solo così nasce l’innovazione» spiega.
Mentre Barroso evidenzia come spesso gli aspetti burocratici nel rapporto tra big company e startup possano sfavorire la creatività: «Proteggere legalmente la propria azienda è fondamentale, ma sempre in un contesto in cui è la creatività a governare. Conosco avvocati che non permetterebbero mai a un ricercatore di discutere con un manager di una società prima di avere firmato delle carte. Le relazioni tra persone sono importanti, prima delle normative» dichiara.
3. Favorisci le collaborazioni
È quello che fa la Bayer, la multinazionale chimica e farmaceutica che ha creato un incubatore per startup, Xcell Biosciences: «Abbiamo creato dei progetti da realizzare in sei mesi per le nostre startup nell’incubatore. Dopo un mese molte di loro avevano già completato i loro compiti perché erano riuscite ad accelerare i processi di validazione del lavoro collaborando con partner diversi. In questo modo, una big company può beneficiare non solo di forze interne, ma anche dell’immenso patrimonio di ricerche che esiste all’esterno» spiega la manager Chris Haskell.
Anche Barroso è dello stesso avviso: «Bisogna coinvolgere tutti gli attori del business, distributori, dipendenti, esperti del settore. Solo così potrai beneficiare di soluzioni che non avresti neanche immaginato».