Il progetto è tra le 5 startup di Foundamenta#3, il programma di accelerazione per startup a impatto sociale
Aiutare chi lavora a superare i momenti di difficoltà che incidono negativamente sulla qualità della sua vita e sul suo rendimento. E’ questo l’obiettivo di Targetlife, startup che ha sviluppato una vera e propria piattaforma di supporto. Il progetto, di cui fanno parte Michele Vitagliano e Lucia Tasselli, è tra le 5 startup di Foundamenta#3, il programma di accelerazione di SocialFare per startup a impatto sociale: 12 settimane full-time, accomodation gratuita a Torino per le startup selezionate, e accesso a un programma di accelerazione di 40K a startup (erogati in servizi offerti alle imprese). Foundamenta#3 è un programma di accelerazione partecipato da partner nazionali ed internazionali, mentor e advisor, in collaborazione con il primo fondo di social venture italiano, Oltre Venture, che si è impegnato a mettere a disposizione 400K come startup investment da allocare nelle migliori startup partecipanti ai programmi di accelerazione di SocialFare. Abbiamo cercato di capirne un po’ di più insieme a Michele Vitagliano, che segue lo sviluppo del prodotto, le vendite e l’area manageriale.
Michele, di cosa si occupa la vostra startup?
«Targetlife è la piattaforma di supporto psicologico via chat studiata per aiutare qualsiasi dipendente a superare i momenti di difficoltà che incidono negativamente sulla qualità della sua vita, creando ricadute positive anche a livello aziendale in termini di produttività e diminuzione dell’assenteismo. Lo stress legato alla attività lavorativa è un problema largamente diffuso in Italia, che colpisce il 27% dei lavoratori a fronte di una media Europea del 22%. Targetlife permette un dialogo diretto con un terapeuta professionista, tramite l’invio illimitato di messaggi all’interno di una chat anonima e nel totale rispetto della privacy del lavoratore».
Come è nata l’idea?
«L’idea è nata dalla mia esperienza lavorativa diretta. Negli ultimi sei anni ho sempre lavorato in ambienti ad alto carico di stress, aspettative e pressione competitiva. Mi sono quindi reso conto del ruolo nodale che può giocare la mente e la forza di volontà nel determinare la performance lavorativa. Ho intuito così le potenzialità dell’utilizzo della tecnologia per ridurre lo stress lavorativo, supportare i lavoratori e creare un ambiente di lavoro sereno e più produttivo».
Come si differenzia una startup a impatto sociale dalle altre startup?
«La differenza è legata alla mission del progetto. Targetlife intende rispondere ad una sfida sociale specifica: fornire un supporto psicologico al dipendente, facilitandone l’accesso ad un terapueta professionista. Vogliamo quindi fornire un servizio professionale che rispetti pienamente la privacy del lavoratore, che si adatti alle sue esigenze specifiche e allo stesso tempo mantenga costi contenuti per l’azienda».
Parliamo del team.
TargetLife è stata fondata a gennaio 2017. Il team è composto da due persone: da me e dalla psicologa clinica Lucia Tasselli, co-founder e responsabile della parte tecnica legata al supporto psicologico. Siamo entrambi di Cuneo, ma la nostra startup ha base a Torino. Attualmente siamo in fase di crescita ed ampliamento del team».
Come si è sviluppata la startup?
«La mia esperienza personale nel mondo corporate, unita alle esigenze raccolte dal confronto sia con aziende che con numerosi dipendenti, mi hanno convinto ad importare in Italia questo modello di servizio di welfare innovativo già presente negli Stati Uniti, a gennaio 2017 abbiamo iniziato lo sviluppo del concept e della piattaforma B2B. Inoltre, la testimonianza di vari psicoterapeuti Italiani ed i numerosi studi scientifici redatti da prestigiose università internazionali sulla pari efficacia del supporto via chat rispetto alla terapia tradizionale in studio, hanno rinforzato la mia motivazione a testare il progetto sul mercato».
Come si sostiene la startup e quanto fattura?
«Targetlife al momento è accelerata da SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale di Torino. Il progetto sino ad ora è stato finanziato grazie a capitali propri, investiti dai sui fondatori. Dopo la fase di test della piattaforma B2B, intendiamo avviare la ricerca di finanziatori interessanti a sostenere l’impresa per implementare da un lato lo sviluppo del prodotto, dall’altro scalarlo velocemente a livello nazionale»
Cosa vi aspettate da questo programma di accelerazione?
«Ci aspettiamo di riuscire a portare sul mercato il prototipo di Targetlife, finalizzando il concept e la sua struttura. Inoltre, la possibilità di raccogliere capitali da potenziali investitori rappresenta una grande occasione per la crescita e lo sviluppo della nostra startup».
I prossimi passi.
«Per l’inizio dell’estate 2017 sono in programma due test: un progetto pilota privato per testare la piattaforma su almeno 10 dipendenti, ed uno pubblico con la prima azienda test, probabilmente in Piemonte».